Il vero futuro italiano di BT tra qualche mese sarà piuttosto chiaro, quando vedrà la luce il marchio BT Italia. L'operatore britannico è presente da tempo nel nostro Paese e ha attuato una campagna acquisti iniziata nello scorso millennio: nel 1999 la maggioranza di I.net, partecipata anche da Etnoteam; negli ultimi tempi dapprima con Albacom SpA (a cui ha concesso di fregiarsi del proprio marchio come BT Albacom per avere dignità di capofila nella fase di transizione), e poi con Atlanet, rilevata da Fiat.
Ora nell'organigramma del Gruppo figurano aziende (tra cui Basictel) che, nella loro "vita precedente" e indipendente (cioè ante BT), avevano una clientela solamente business. Ma è altrettanto vero che, tutte insieme, formano un'entità che ha tutti i numeri per proporsi come azienda di comunicazioni anche per clienti residenziali.
Ne parlerò, con qualche dettaglio in più, su Punto Informatico di domani.
Ferd
20 aprile 2006 at 14:06
Anticipazione succulenta.
Pensa, te l’ha ripresa anche Cavazzini, ma ha rivendicato la “scoperta” dell’esistenza del dominio btitalia.it, che oltretutto hai menzionato nel tuo articolo.
db
20 aprile 2006 at 14:16
Be’, magari non aveva letto bene l’articolo e non se n’è accorto.
Comunque, per parafrasare un famoso premier “Ho troppa stima dell’intelligenza di Massimo Cavazzini…” 😉