A tutte le considerazioni che si possono fare in merito al legittimo interesse di business che motiverebbe Google a sborsare un miliardo di dollari per WhatsApp – ampiamente rumoreggiato da mezzo mondo e ben illustrato da Marco in un documentato post su The New Blog Times – varrebbe la pena aggiungere che la notizia delle trattative (partita da DigitalTrends) è appena stata smentita dai vertici della stessa WhatsApp.
Questo non significa che l’indiscrezione di DigitalTrends sia destituita di fondamento, ma tutto questo sembra utile a far lievitare le quotazioni dell’azienda per una possibile cessione.
Mario Barretta
9 aprile 2013 at 07:50
Speriamo proprio che sia la seconda opzione.
Mi ero già abituato all’idea di questa acquisizione 😛
Vi è da dire anche che però Whatsapp deve avere un pò di “paura” e non “tirarsela” troppo dato che se Big G sforna Babel avrà una mole di utenza non indifferente pronta ad usare il loro nuovo strumento ALL IN ONE a dispetto di Whatsapp.
db
9 aprile 2013 at 08:01
Vero, l’importante è che Babel sia fatto “bene”, a Google non sempre le ciambelle riescono col buco…
Mario Barretta
9 aprile 2013 at 08:12
mmhh diciamo che se gli dovesse riuscire senza buco sarebbe pur sempre un’ottima frittella 🙂
db
9 aprile 2013 at 08:37
Sì, credo abbia imparato dagli errori del passato (Buzz, Wave, SearchWiki, Catalogs, Jaiku, Dodgeball…)
Mario Barretta
9 aprile 2013 at 08:42
Infatti io son sempre più convinto che sbagliare non sia un’esperienza negativa ma che anzi debba essere assimilata quasi a positiva.
Ovviamente se il caro e vecchio adagio viene rispettato e cioè che ” sbagliando si impara ” altrimenti cadiamo nell’altro che è ” errare è umano ma perseverare è diabolico ” 🙂
Alla fine se ci pensi chi è che non sbaglia mai? Solo ed unicamente chi non fa mai nulla no?
db
9 aprile 2013 at 08:48
Esatto: se non fai nulla, non commetti errori. Se fai molto, le probabilità di sbagliare aumentano e quindi “ci sta” che Google (che di cose ne fa moltissime) ogni tanto possa toppare.