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Archivi categoria: (dis)informazione

Confusione diffusa “Porta a Porta”

Lo ammetto: non guardo mai Porta a Porta di Bruno Vespa. Non l’ho guardato nemmeno ieri sera, e non so se rammaricarmene o rallegrarmene. Marco Camisani Calzolari però lo ha fatto e ne è rimasto nauseato. In sintesi, spiega MCC, nella trasmissione di ieri sera:

– Si è associato il disagio giovanile con Internet.
– Si è parlato di blog come qualcosa di folle che fanno solo i ragazzini.
– E’ stato affermato più volte e da più ospiti che i blog sono scritti da ragazzi affetti da problemi di personalità multipla.
– Che i blog e le perversioni sessuali sono strettamente collegati.
– E’ stato fatto intendere che le ragazze che hanno un blog sono al primo passo verso la prositutizione.
– Hanno equiparato myspace a un luogo di esibizionisti con gravi problemi (facendo vedere la pagina della presunta assassina Amanda Knox), ma poi qualcuno ha affermato che myspace è un sito “legale”… Come dire che gli altri non lo sono…
– Il padre del presunto assassino ha detto che lui aveva la password del blog e tutti, dal padre a Vespa, hanno continuato a intendere che solo grazie alla password si può entrare in un blog.
– Uno dal pubblico per screditare un’informazione citata da un ospite ha detto “Non so dove avrà trovato questa notizia, è falsa, l’avrà trovata su Internet…”
– Il presentatore che va in onda tutti i giorni su milioni di teleschermi si interrogava su quale perversione mentale poteva spingere tutti questi ragazzi ad esporsi e a volersi far vedere a tutti i costi.
– Che non capisce tutta questa voglia di protagonismo.

Mancava solo che dicessero che Internet è il Male, insomma. Stefano Quintarelli commenta:

“Prima ti ignorano. Poi ridono di te. Poi ti combattono. Poi tu vinci.” (Gandhi).
Sembra che siamo al passo 3 di 4.

Probabilmente è così. Ma trovo comunque piuttosto sconcertante, ma soprattutto non accettabile, che in un programma di informazione trasmesso dalla TV di Stato passino dei concetti trattati in un modo superficiale, errato e fuorviante.

Ancora una volta si è creata l’occasione per mostrare al pubblico lucciole per lanterne e spesso gli spettatori meno preparati in materia non sono in grado di difendersi dalla disinformazione. E’ grazie a questo genere di episodi che si fatica molto a far capire quanto bene possa essere fatto attraverso Internet, che nella nostra era ricopre realmente il ruolo di motore per l’informazione e per lo sviluppo sociale, politico ed economico.

Si parla tanto di malasanità, perché non di malatevisione?

 
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Pubblicato da su 22 febbraio 2008 in (dis)informazione, media, news

 

Mamma, papà, come possiamo chiamarli?

Stamattina mi chiedevo come potesse essere reale la notizia del Corriere intitolata

Gb: basta dire «mamma e papà», contro l’omofobia meglio parlare di «genitori»

dove si legge

Nelle scuole elementari britanniche sarà proibito usare l’espressione «mamma e papà» e diventerà obbligatorio utilizzare l’espressione neutra «genitori», in modo particolare nelle comunicazioni a casa. Come scrive mercoledì il popolare quotidiano Daily Mail…

ALT! Cosa c’è scritto sul Daily Mail?

Teachers should not assume that their pupils have a “mum and dad” under guidance aimed at tackling anti-gay bullying in schools.

It says primary pupils as young as four should be familiarised with the idea of same-sex couples to help combat homophobic attitudes.

Teachers should attempt to avoid assumptions that pupils will have a conventional family background, it urges.

It goes on to suggest the word “parents” may be more appropriate than “mum and dad”, particularly in letters and emails to the child’s home.

Non sembra la stessa cosa. E come è stato spiegato efficacemente su Wittgenstein, si tratta di un progetto articolato in cui “si suggerisce anche agli insegnanti di “non dare per scontato che i bambini abbiano per forza una mamma e un papà”; e per quanto ai benpensanti possa sembrare una sciocchezza di cui sghignazzare al bar, molti omosessuali potranno spiegarvi di quanto sia stato pesante e violento per la loro crescita l’abuso di parole che ad altri suonano “normali”. E ha ragione Massimo Gramellini a dire oggi che lo stesso dovrebbe valere per gli orfani: e infatti vale, ed è sempre valso. Ma comunque, i divieti sono quasi sempre uno sbaglio, in queste materie: ma qui nessuno ha proibito niente”.

 
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Pubblicato da su 31 gennaio 2008 in (dis)informazione, media, Mondo, news

 

Rischi del giorno dopo

“La paziente torna a casa il giorno stesso, sta a casa 24 ore e il terzo giorno assume la prostaglandina, il farmaco che espelle l’utero

Letta su questa notizia pubblicata da TGCOM (penultimo paragrafo), che parla di un medico che da anni prescrive la Ru486 (la cosiddetta “pillola del giorno dopo”). E io credevo che ad essere espulso fosse un embrione…

P.S.: ah, era proprio l’embrione? Meno male.

 
1 Commento

Pubblicato da su 9 gennaio 2008 in (dis)informazione, Ipse Dixit, news

 
 
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