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Lotteria degli scontrini? Da febbraio… forse!

Un mese fa vi ho parlato della Lotteria degli scontrini, iniziativa governativa il cui inizio era previsto da gennaio. E invece no! Con il Decreto Milleproroghe (quello che, da italica tradizione, viene emesso a fine anno per posticipare tutte quelle scadenze che per i motivi più vari non è possibile rispettare in modo definitivo) è stato rinviato anche l’avvio della Lotteria, in risposta alle proteste degli esercenti sull’aggiornamento dei registratori di cassa telematici, ancora da attuare per molte attività. “Chi vende avrà così qualche settimana in più per adeguare il software del registratore di cassa telematico e chi compra avrà più possibilità di partecipare alla lotteria“.

Quindi quando inizierà? Forse a febbraio, ma al momento la data non è stata ancora ufficializzata, perché il Milleproroghe “affida la definizione della data di avvio a un provvedimento a doppia firma dei vertici dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli e dell’Agenzia delle entrate. Chi vende avrà così qualche settimana in più per adeguare il software del registratore di cassa telematico e chi compra avrà più possibilità di partecipare alla lotteria”. L’avvio potrebbe anche essere ad aprile, dato che l’Agenzia delle Entrate ha posticipato al 1° aprile l’entrata in vigore dell’obbligo di utilizzare il nuovo tracciato elettronico per la trasmissione dei corrispettivi.

Per me si può anche cancellare, ma vedremo come andrà a finire. L’obiettivo ufficiale è l’incentivo all’uso della moneta elettronica (come per il cashback) finalizzato al contrasto all’evasione fiscale. Come già ho scritto un mese fa, in Italia sono già state varate altre misure in questo senso: la fatturazione elettronica, ad esempio, ha portato un aumento di gettito di quattro miliardi di euro, ma chi ha già sperimentato questo genere di lotteria sa che non ha effetti miracolosi…

 
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Pubblicato da su 5 gennaio 2021 in news

 

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Lotteria degli scontrini: tutto chiaro?

Parte da oggi la possibilità di registrarsi per la Lotteria degli scontrini. Ne avrete sentito parlare, l’idea di base è semplice e ha un duplice obiettivo: incentivare i cittadini all’utilizzo della moneta elettronica e spingere i titolari delle attività commerciali a dotarsi del registratore telematico. Lo scopo dichiarato è il contrasto all’evasione fiscale, conseguibile attraverso la tracciabilità delle transazioni di pagamento effettuate e registrate con gli strumenti previsti: bancomat e carte di credito per i cittadini, registratore telematico per gli esercenti.

Ovviamente, essendo una “lotteria” sono previsti dei premi, per chi acquista e per chi vende… ma è sul consumatore che la campagna informativa preme di più. Ho comunque un paio di perplessità al riguardo, che spiegherò alla fine di questo post.

Il funzionamento in teoria è semplice: il cittadino – maggiorenne – deve andare sul sito https://servizi.lotteriadegliscontrini.gov.it/codicelotteria, inserire il proprio codice fiscale, confermare di aver preso visione dell’informativa sul trattamento dei tati personali, inserire il captcha di sicurezza (una serie di caratteri per accertare che l’utente sia una persona fisica e non un bot) e otterrà un codice personale, formato da un codice a barre e un codice alfanumerico, che può essere stampato e scaricato su pc o smartphone. L’esercente deve essere dotato di un registratore telematico (RT), che consente la trasmissione quotidiana dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate.

Ad ogni acquisto, del valore di almeno un euro, il cittadino deve esibire questo codice e pagare con la propria carta. L’esercente registrerà il codice ricevuto, che con il registratore telematico sarà così associato allo scontrino, in modo simile a quello dello scontrino emesso dalla farmacia che riporta il codice fiscale (ma nel caso dello “scontrino lotteria”, come detto, l’abbinamento avviene con il codice ottenuto in fase di registrazione).

All’acquirente spetterà un biglietto virtuale per ogni euro speso, fino a un massimo di mille biglietti, per acquisti di importo pari o superiore a mille euro: come si legge sul sito della lotteria, “10 scontrini possono quindi farti ottenere fino a 10.000 biglietti virtuali, 100 scontrini fino a 100.000 biglietti virtuali e così via”. Pertanto, se viene emesso uno scontrino di mille euro, si ottengono mille biglietti virtueli, e se uno scontrino è di 1.500 euro, i biglietti virtuali rimangono sempre mille. Se lo scontrino è di Eur 1,49, vale un solo biglietto virtuale. Se l’importo è di almeno Eur 1,50, vale due biglietti virtuali. Tutte le informazioni sulle estrazioni sono sempre sul sito, alla pagina (manco a dirlo) Estrazioni, che spiega quali saranno effettuate dal gennaio 2021 e con quali premi (che saranno esentasse, sia per i consumatori che per gli esercenti).

Per l’emissione degli “scontrini lotteria” è indispensabile che l’esercente sia dotato di un registratore telematico (per gli amici RT), in pratica un dispositivo come il “vecchio” misuratore fiscale (per gli amici MF), che però può inviare via Internet il resoconto giornaliero degli incassi all’Agenzia delle Entrate. Il dispositivo deve essere adeguato alle ultime “regole tecniche” legate alla normativa sullo scontrino elettronico, potrebbe quindi essere necessaria l’installazione di un kit di aggiornamento da parte dei tecnici fiscalizzatori.

Le perplessità, dicevo. La prima nasce da una prova che ho fatto per deformazione professionale e di conseguenza vi passo una raccomandazione: non registratevi due volte (cosa che potrebbe accadere, per errore, o nel dubbio di non avere ottenuto il codice per problemi tecnici o di connettività proprio durante la conferma della registrazione). Al momento non c’è controllo su codici fiscali già registrati, se vi registrate più volte otterrete più codici differenti. In tal caso quale dovreste utilizzare? Solo l’ultimo? E’ indifferente? Non si sa.

Update: mi correggo, ora si sa. In caso di smarrimento del primo codice registrato, potete registrarvi nuovamente e verrà generato un nuovo codice. Questo spiega quanto sopra… ma sembra sempre un’opportunità derivata da una pezza: va da sé che, se io scaricassi il codice in occasione della prima registrazione per poterlo stampare enne volte in seguito (anziché “stamparlo e basta”), non mi servirebbe registrarmi nuovamente. E poi, visto che la tecnologia lo consentirebbe, perché non mantenere una corrispondenza tra un codice fiscale e un codice univocamente generato?

La seconda perplessità riguarda l’effettiva efficacia. Lo scopo dichiarato di questa particolare lotteria, come detto inizialmente, è il contrasto all’evasione fiscale e va comunque considerato che in questo senso l’Italia ha inaugurato altre misure dall’impatto importante: nel primo anno di introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica, ad esempio, l’aumento di gettito è stato pari a quattro miliardi di euro. La lotteria sarà un’ulteriore misura. Altrettanto efficace? Chissà: tempo fa un articolo pubblicato dall’Economist riportava l’esperienza di alcuni Paesi che hanno introdotto il sistema della lotteria: fra questi ci sono la Slovacchia, che ha varato questa soluzione nel 2013 registrando nell’anno successivo un modesto incremento delle entrate, e il Portogallo che ha effettivamente registrato un incremento di gettito, ma dovuto ad un insieme di misure adottate per la lotta all’evasione fiscale. Staremo a vedere.

 
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Pubblicato da su 1 dicembre 2020 in news

 

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Bancomat, ok ai pagamenti online da marzo 2015

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Da marzo 2015 sarà possibile utilizzate il Bancomat per effettuare pagamenti online per operazioni di e-commerce. Appena letta la notizia ho immaginato che per la transazione fosse necessario inserire la tessera in un lettore di smart card e digitarne il PIN, ma proseguendo la lettura ho scoperto che andrà in un altro modo:

“Non ci sarà bisogno di inserire il numero identificativo della carta o dei codici di sicurezza on line. Una volta attivata in banca la funzione web sulla propria carta, non sarà necessario digitare il proprio pin ma al momento dell’acquisto si verrà reindirizzati al sito delle propria banca. Dopo le verifiche scatterà il via libera all’acquisto”

Quindi è una forma di Internet banking limitato ad operazioni di pagamento veicolate dalla piattaforma PagoBancomat.

 
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Pubblicato da su 1 dicembre 2014 in News da Internet

 

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POS obbligatorio, alcuni chiarimenti

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Il 30 giugno è arrivato, ma restano i dubbi legati all’introduzione dell’obbligo di accettazione dei pagamenti con carta di debito tramite POS, che scatta appunto da domani, per commercianti, professionisti e artigiani, per importi superiori ai 30 euro.

In sintesi: da domani, per tali importi (da Eur 30,01 in su), il cliente di un attività commerciale, di un artigiano (anche un riparatore di elettrodomestici), di un professionista o di un’impresa avrà la possibilità di chiedere di effettuare il pagamento con carta di debito, come la tessera bancomat, che comporta l’adozione di un POS. Nella formulazione iniziale (poi modificata) la legge prevedeva questo onere per chi aveva un fatturato annuo superiore ai 200mila euro, ma ora non esistono più soglie minime.

In realtà non esiste l’obbligo di pagare con bancomat tramite POS ogni importo superiore di 30 euro: per essere precisi, la legge impone di accettare pagamenti di questo tipo se il cliente lo richiede. Ma se il cliente non lo chiede ed è disponibile a pagare in altro modo, non esiste alcun problema. La legge consente ancora pagamenti in contanti fino ad importi pari a 999,99 euro.

Fermo restando il principio secondo il quale il cliente deve sempre avere la possibilità di scegliere come pagare, è opportuno che sia debitamente informato delle modalità di pagamento disponibili prima che l’obbligazione si costituisca. Più o meno come quando, entrando in un ristorante, l’avventore vede sulla porta di ingresso le indicazioni sulle carte di credito o di debito accettate nel locale. Si tratta di un’informativa molto essenziale, ma chiarificatrice. Se vede il logo del bancomat o della propria carta di credito ha la certezza he quei determinati strumenti di pagamento siano accettati.

Tuttavia, chi non si dota di POS non incorre in alcuna sanzione, perché al momento la Legge non le prevede. Naturalmente il debito del cliente deve sempre essere saldato (nessuna legge lo esclude), ma se il cliente pretendesse di pagare con carta di debito (o non avesse altra possibilità in quanto perché sprovvisto di contanti), la conseguenza sarebbe un caso di mora del creditore (impossibile chiedere interessi per il pagamento effettuato in ritardo). 

Il problema di adozione del POS non è tanto tecnico – sul mercato esistono soluzioni di POS fisso e mobile offerte da compagnie telefoniche e istituti bancari – quanto economico. La gestione degli incassi tramite POS, soprattutto nel nostro Paese e non altrove, ha un costo rilevante a causa dei costi di attivazione, delle commissioni mensili e di quelle applicate su ogni transazione (al netto dei costi di comunicazione: le transazioni vengono veicolate da chiamate telefoniche). Il nuovo obbligo entra quindi in vigore incompleto, dopo una gestazione supplementare di due anni, durante i quali nessuno ha pensato ad una ragionevole rivoluzione di questi servizi, ad una regolamentazione oculata delle tariffe e – soprattutto – ad emanare un provvedimento completo e privo di lacune strutturali.

 

 
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Pubblicato da su 30 giugno 2014 in news

 

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Google Wallet Card, la carta di debito

GWallet

Debutta negli Stati Uniti la Google Wallet Card, cioè la declinazione fisica di Google Wallet, il portafoglio elettronico del webcolosso di Mountain View.

Con Google Wallet oggi è già possibile fare acquisti attraverso un’apposita app per smartphone. La Google Wallet Card estende il sistema con una carta di debito prepagata, che potrà essere utilizzata per prelevare contanti agli sportelli ATM, esattamente come una carta bancomat, e pagare gli acquisti nei punti vendita legati al circuito MasterCard.

Quali sono i requisiti per averne una? Oltre a quello territoriale (al momento è disponibile solo negli USA), è necessario avere un account Google

Questa novità serve a Google per conseguire un obiettivo strategico: fare da propulsore al servizio Google Wallet (che ad oggi conta un numero di iscritti sotto le aspettative), per allargarne il mercato ed ampliare le proprie possibilità di profilazione degli utenti, che utilizzando il servizio alimenteranno un ricco database con tutte le informazioni relative alle transazioni effettuate (nome acquirente, nome venditore, oggetto acquistato, valore della spesa), che porterà l’azienda a raffinare ulteriormente la propria mira nelle attività di raccolta pubblicitaria.

 

 
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Pubblicato da su 21 novembre 2013 in news

 

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