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Commodore forever

07 Set

 

Messa in ginocchio da un Commodore 64, la polizia austriaca che sta indagando sul caso di Natasha Kampusch dovrà sudare parecchio.

Come riporta oggi PI nell’articolo di Tommaso Lombardi, la polizia ritiene indispensabile analizzare i supporti informatici utilizzati dall’aguzzino della ragazza, che utilizzava proprio il caro vecchio Commodore. Il che risulta piuttosto difficile perché il C64 – notoriamente privo di hard disk – richiedeva l’impiego di cassette, floppy disk da 5,25″ e cartucce dedicate. Accantonando queste ultime (supporto antipirateria utilizzato da Commodore e altre aziende per commercializzare giochi e applicazioni), l’unica soluzione per analizzare eventuali memorie dello scomparso carceriere di Natasha sembra consistere nel dotarsi di un’attrezzatura uguale alla sua. E quindi di un C64 e di un lettore floppy (o di un tape recorder, nell’eventualità che ci siano dati su cassetta, nella speranza che siano stati salvati almeno con l’ausilio di Turbo Tape).

Non ho ben capito perché non possa essere utilizzata proprio la sua attrezzatura… forse mancano alcuni accessori, oppure non può essere utilizzata trattandosi di corpo del reato. Ma a quanto pare l’unica strada percorribile per raggiungere lo scopo sia quella del retrocomputing.

 
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Pubblicato da su 7 settembre 2006 in Mondo

 

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