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L’asteroide attira sempre

Scorrendo la sezione Scienza e Tecnologia di Google News mi sono imbattuto nella notizia che parla dell’asteroide 2018VP1 diretto verso la Terra. Nel box dedicato alla copertura di questo argomento svettano il Corriere dello Sport e MeteoWeb, due testate di (altro) settore, e il loro posizionamento suggerisce che si tratta delle notizie più cliccate. Se leggiamo i due titoli “Un asteroide colpirà la Terra” o “Asteroide si dirige verso la Terra” non possiamo fare a meno di definirli allarmanti, e poco importa se altre testate si affrettino a specificare che l’asteroide “non è abbastanza grande da fare danni”: il titolo attrae, la gente fa click su quelle news e chi le ha pubblicate guadagna sulle visualizzazioni ottenute dall’articolo e dalle inserzioni pubblicitarie che lo adornano.

Per carità, non si tratta di vere e proprie Fake news, ma sarebbe ora di svegliarsi anche su questo genere di “informazione”. Francamente, poi, se volessi informarmi sulla possibilità che un asteroide stia per colpire la terra, il Corriere dello Sport e MeteoWeb non sono esattamente le prime fonti a cui ricorrerei: sicuramente l’argomento può essere trattato da qualunque testata giornalistica e, come già visto in passato, attira sempre attenzione. Se esistesse, quindi, credo che andrei a consultare il Corriere degli Asteroidi.

 
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Pubblicato da su 20 ottobre 2020 in news

 

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È il momento di migliorare la raccolta differenziata delle notizie

Ma quanto è deprimente vedere un aggregatore di notizie – quale si definisce Google News – privilegiare offerte commerciali nella sezione “Scienze e tecnologie”. Certo, sono informazioni relative all’utilizzo di dispositivi tecnologici, ma nello specifico si parla di opzioni e piani tariffari per il traffico telefonico voce e dati e, più in generale,dell’evoluzione del mercato dei servizi offerti dalle compagnie telefoniche: la correlazione tra mercato ed evoluzione tecnologica non è sicuramente un aspetto trascurabile, ma vedere ogni giorno – nella pagina simboleggiata dal microscopio – novità tariffarie e videogiochi che “scavalcano” argomenti scientifici e tecnologici mi fa pensare che forse è il momento di chiamare le cose con il loro nome.

Ne riparleremo quando la stessa attenzione sarà rivolta – ad esempio – al mondo dell’automotive e riguarderà gli aggiornamenti tariffari delle colonnine di ricarica per veicoli elettrici, che Enel ha pianificato di installare (2.500 entro l’anno, 14mila entro il 2022). La diffusione di questa notizia è partita tre giorni fa, ma in Google News non è riuscita a guadagnarsi il rilievo giornaliero che il mondo dei telefonini mantiene in modo costante.

 
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Pubblicato da su 25 settembre 2018 in news

 

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Perché le fake news si diffondono più dei veri scoop

Krista Kennell / Stone / Catwalker / Shutterstock / The Atlantic

Perché le fake news si diffondono più rapidamente delle notizie vere? Perché ci piacciono “notizie inedite” o, in altri termini, cose nuove. Questa risposta che sembra basata sulle dinamiche della psicologia umana viene da un’analisi condotta su Twitter, uno dei più efficaci veicoli delle bufale, nell’ambito di una ricerca del MIT (Massachusetts Institute of Technology) che ha analizzato 126mila cascade (flussi di conversazioni) pubblicate tra il 2006 e il 2017 con oltre 4,5 milioni di retweet. Gli argomenti dei tweet che si propagano con maggiore facilità e rapidità sono la politica, le leggende metropolitane, gli affari, il terrorismo, la scienza, l’intrattenimento, le calamità naturali. E’ stato rilevato che le “bufale” hanno il 70% di probabilità in più di essere ritwittate e si diffondono sei volte più velocemente delle notizie vere.

Secondo le conclusioni a cui sono giunti gli autori di questa ricerca, sui social network, le persone che ottengono più facilmente attenzione sono coloro che per prime condividono informazioni precedentemente sconosciute – anche se probabilmente false – e chi condivide informazioni nuove è visto come più informato di altri, quindi conquista autorevolezza (anche se non supportata da reale attendibilità). Le fake news per loro natura sono caratterizzate da contenuti inediti (quando sono note è perché sono già state smascherate) e, dal momento che le persone tentano di catturare l’attenzione altrui per riscuotere like e retweet (che sono il “premio” di chi utilizza i social network alla ricerca di visibilità e popolarità), il loro sforzo nel diffonderle fa sì che si propaghino rapidamente.

Più o meno come avviene con uno scoop, inteso come “colpo giornalistico, cioè notizia sensazionale che un giornalista riesce ad avere e un giornale a pubblicare in esclusiva precedendo la concorrenza”. Ma in confronto allo scoop, la bufala riscuote maggiore successo perché intercetta i sentimenti del pubblico, assecondandoli. In altre parole, e generalizzando: molte persone diffondono le notizie che danno ragione alle loro aspettative e sono portate a non verificarle, perché intimamente hanno la certezza che siano vere. D’altronde, non esiste sicurezza migliore di quella che ci dà il nostro cuore.

 
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Pubblicato da su 10 marzo 2018 in news

 

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Bufalari che soffrono di satiriasi

La “satira” deve pungere e far riflettere sull’argomento che colpisce (Lercio e Spinoza sono due ottimi esempi). Quando qualcuno, però, definisce “satira” una presunta notizia che si rivela poi falsa, diffamatoria o denigratoria, vi sta mentendo spudoratamente perché in realtà utilizza uno strumento ingannevole (la “bufala”) a proprio esclusivo vantaggio, ossia per guadagnare visibilità oppure denaro, grazie alle inserzionisti delle pubblicità online che pagano per ogni click ottenuto. Obiettivo facilmente raggiungibile quando la “notizia” cavalca argomenti come il gossip, la cronaca giudiziaria, la politica, l’odio razziale.

Quelli che vedete sopra sono quattro disclaimer che potete trovare in calce ad altrettanti siti web che pubblicano notizie fasulle e che nascondono la propria inattendibilità con uno scopo presuntamente satirico. Potreste trovarli quando vi imbattete in “notizie” dal contenuto di dubbia fondatezza. L’unico reale obiettivo del loro autore è quello di ottenere il maggior numero di click, e poco importa se una parte (cospicua) del pubblico condivide dopo aver letto solamente il titolo o osservato un’immagine, anzi: ogni approfondimento in merito potrebbe portare ad essere smascherati come spacciatori di bufale e diffamatori, quindi l’obiettivo ideale è intercettare i lettori superficiali, perché più sono superficiali e ignoranti e meglio è.

Questi siti di satirico non hanno nulla, ma non si può escludere che gli autori soffrano di una forma particolarmente acuta (e insoddisfatta) di satiriasi, termine di cui vi invito – se non lo conoscete – a cercare il significato, dal momento che il mio intento è intercettare lettori non superficiali 😉

Ecco qualche esempio fresco-fresco di bufale agevolate da siti-civetta e propaganda social:

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Pubblicato da su 13 settembre 2017 in news

 

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Raccolta differenziata, vale anche per le notizie

“Il topo mangia baguette nel bar dell’aeroporto”: Corriere TV oggi ha corredato con queste parole un video già pubblicato da numerosi altri siti web, tutti concordi nel definirlo come un filmato girato al Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino. Il TG5, nell’edizione odierna delle 20.00, arriva addirittura ad inserirlo in un servizio relativo al degrado in cui è caduta la Capitale: lo si vede prima nel sommario (00:51) e poi nell’ampio spazio dedicato allo “sfascio di Roma” (05:07), mentre la voce del giornalista Luca Gentile spiega “Chi atterra a Fiumicino può incontrare un topo che assaggia una baguette dalla vetrina di un bar”. Peccato che nessuno, tra coloro che lo hanno pubblicato, si sia accorto che quel video non è stato girato a Fiumicino. 

Nella vetrina, accanto al topolino intento a rosicchiare la baguette, sono presenti infatti i cartellini che descrivono i panini esposti. Il video non si sofferma sulle indicazioni, ma è sufficiente qualche rapida occhiata per scoprire che le scritte sono in francese. Su Quoidenews.fr si trova la versione originale, girata inequivocabilmente in una boulangerie francese. Nel 2015. Quindi il fatto che sia riferito all’aeroporto di Fiumicino è falso, nonché diffamatorio per le attività di ristorazione presenti.

Sia chiaro che questa bufala non alleggerisce nemmeno di un grammo il peso della situazione di una Capitale che ha necessità di ordine, ma appunto in quanto bufala non dovrebbe essere presa come riferimento informativo da nessuno, tantomeno da testate giornalistiche di livello nazionale.

Anche chi raccoglie informazioni deve saper differenziare tra materiale utile e inutile, tra merce pregiata e pattumiera. Se si mescola tutto insieme e lo si propina al pubblico senza il rispetto dei criteri minimi di attendibilità e autorevolezza, si contribuisce al degrado e si perde credibilità.

 
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Pubblicato da su 6 Maggio 2017 in news

 

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Anche del meteo di Facebook possiamo fare a meno

cattura

Leggere che Facebook lancia una nuova funzione per visualizzare notizie sul meteo – che qualsiasi dispositivo, smartphone incluso, è in grado di fare attingendo alla medesima fonte weather.com – ci fa capire quanto l’azienda abbia l’obiettivo di realizzare un ambiente pronto ad integrare un numero sempre maggiore di funzionalità, per proporsi all’utente come unico punto di connessione e indurlo a non avere la necessità di uscire dal social network.

Possiamo farne a meno, anche perché la precisione delle informazioni che weather.com pubblica è tutt’altro che accurata ed esistono comunque altri servizi e siti web che possono assolvere meglio (ed egregiamente) lo stesso compito, senza costringere gli utenti a rimanere in un social network e sorbirsene il bombardamento pubblicitario.

 

 
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Pubblicato da su 10 febbraio 2017 in news

 

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Perle d’agenzia di stampa

adnkronos20170123

Faccio sempre fatica ad inquadrare Adnkronos e i suoi obiettivi di agenzia di stampa… Solo oggi – tra le varie notizie, anche interessanti, pubblicate e condivise via social network – ha messo online quattro perle:

  1. Una 46enne Naomi Campbell nelle immagini pubblicate dall’edizione tedesca di GQ sfoggia un fisico statuario. La notiziona è che “è sempre bellissima”.
  2. Qui la notizia – che riguarda protesi al seno cancerogene – appare molto seria già dal titolo, ma per attirare l’attenzione è stata utilizzata una foto più che altro ammiccante, evidentemente presa da tutt’altro contesto.
  3. A corredo di un’altra notiziona – i Baci Perugina con messaggi griffati da Laura Pausini – è stata utilizzata una foto di Deborah Iurato mentre la imita a Tale Quale Show
  4. L’aumento dell’occupazione giovanile nell’ultimo triennio viene evidenziato dalla foto delle vetrine di un’agenzia per il lavoro, ma potreste non esservene accorti, dato che il primo piano è di una ragazza che passa da lì.

    Meglio attirare i lettori con il colpo d’occhio o con un’informazione di qualità? Oppure – ancor meglio, a mio avviso – con immagini di qualità a corredo di notizie di qualità?

    La risposta non è difficile, ma ovviamente dipende dall’obiettivo perseguito: se si cerca più che altro di spiccare nel cospicuo flusso di informazioni veicolato dai social network e attirare i click dei lettori, la strada da seguire è il colpo d’occhio diffuso in quantità industriale. Ma se nei commenti cresce il numero di critiche pertinenti (riguardo alla scarsa qualità delle notizie trovate dopo il click, che spingono all’unfollow), forse puntare tutto su Facebook & C. non è la mossa vincente.

    Ammetto però che rilevo un cambiamento positivo rispetto ad un recente passato, per cui auspico a breve termine un’ulteriore riduzione del tasso di notizie effimere.

     
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    Pubblicato da su 23 gennaio 2017 in news

     

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    Informarsi (solo) dai social è come credere al primo che passa

    keepwiseanddontclickthebait

    Oggi l’Ansa è uscita con una notizia-rivelazione:

    Su web giovani non distinguono news vere

    Maggioranza crede a tutto quello che legge su social

    Dalla ricerca – condotta a Stanford su un campione di 7.804 studenti – sono emersi dati “sconcertanti”:

    l’82% degli studenti non è in grado di distinguere tra una vera notizia e un contenuto sponsorizzato, mentre il 40% ha legato automaticamente una foto di un cerbiatto con malformazioni a una notizia su Fukushima, anche se nell’immagine non c’era nessun accenno a dove fosse stata scattata. Più di due terzi degli intervistati non ha trovato nessun motivo di dubitare di un post scritto da un dirigente bancario che affermava che i giovani hanno bisogno di piani finanziari, mentre solo un quarto del campione è stato in grado di distinguere il vero profilo Facebook di Fox News da uno fittizio.

    Questa ricerca pubblicata dall’Università di Stanford non fa altro che confermare concetti ormai noti e consolidati, e non solo relativi ai giovani:

    1. è enormemente sbagliato e dannoso leggere e condividere in modo acritico
    2. è necessario porre attenzione a ciò che si legge su Internet. Sempre.
     
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    Pubblicato da su 24 novembre 2016 in news

     

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    Google News, beta forever

    RioPiscinaTuffiVerde

    Anche se da anni non è più in versione beta, in Google News sopravvivono alcuni grossolani errori di aggregazione e classificazione delle notizie. Un primo esempio odierno riguarda la notizia ripresa da Tgcom24 sul colore dell’acqua della piscina dei tuffi (che ha assunto un’inquietante ma apparentemente innocua colorazione verde), che viene dettagliata con i particolari di altre notizie.

    Il secondo esempio è quello offerto dalla sezione Intrattenimento dove troviamo la notizia “Una sfilata di 5 pianeti saluta le stelle cadenti”. Be’, in effetti si preannuncia un evento spettacolare, quindi non fa una grinza. Per loro.

    2016Stelle Cadenti

     
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    Pubblicato da su 10 agosto 2016 in news

     

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    “L’ho letto su Internet” è il nuovo “L’ho sentito in TV”

    holettosuinternet

    Quando una persona ostenta la conoscenza di un argomento dicendo “l’ho letto su Internet” o “ho fatto una ricerca su Internet” non sta dicendo niente. Anzi, corre il rischio di indurre il suo interlocutore a pensare che si sia informato male, o abbia letto delle gran panzane. Perché è peggio di “l’ho letto su Focus”.

    Internet non è una fonte. Internet è la rete che connette tra loro le reti di computer e grazie al World Wide Web – il servizio che consente di navigare e approdare ovunque – è possibile reperire informazioni sia da fonti attendibili quanto da siti farciti di fuffa.

    Su Internet le fonti sono estremamente eterogenee, perché il network è accessibile a chiunque (utenti di qualunque tipo) e consente di pubblicare ogni genere informazioni, a vario titolo. In quel chiunque ci sono quelli che si documentano, gli autori di Wikipedia, dell’Enciclopedia Britannica, della Treccani, ma anche della Quattrogatti e di altre fonti che pubblicano bufale, notizie false e informazioni non controllate. Dalle testate giornalistiche autorevoli ai fabbricanti di bufale.

    A fare la differenza sono la qualità delle informazioni e la qualità della ricerca. Per avere la prima è necessario che le informazioni siano attendibili e provengano da fonti autorevoli. La seconda è data dalla capacità di riconoscerle. Quindi, anziché dire “Ho fatto una ricerca su Internet“, data la notevole pluralità di informazioni presenti, è opportuno dichiarare da quali fonti provengono.

    C’è stato un tempo in cui la TV ha esercitato un’enorme influenza sul tessuto socio-culturale, al punto che frasi come “l’ho sentito in TV” o “l’ha detto la televisione” erano sufficienti a dare una sommaria conferma di attendibilità ad una notizia riportata. La progressiva moltiplicazione dei canali, dei protagonisti e degli interessi che gravitano attorno al mondo televisivo ha fatto perdere solidità a questa convinzione (che comunque resta radicata in molte persone), ulteriormente minata dall’avvento delle nuove tecnologie di comunicazione. I tempi sono cambiati e questa polverizzazione, su Internet, è ancora più fine.

    Quindi, è necessario porre attenzione a ciò che si legge su Internet. Sempre.

     
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    Pubblicato da su 6 marzo 2015 in news

     

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    Google News: la geografia è relativa

    GNews Esteri (o Quasi)

    Le ipotesi che ho maturato sulla continua contaminazione di notizie non pertinenti nelle categorie di Google News sono due:

    • l’algoritmo di identificazione è seriamente compromesso (il rischio più immediato è di trovare le notizie di cronaca nera tra gli spettacoli, cosa che tra l’altro è già accaduta)
    • si tratta di una proposta enigmistica che sarà presto svelata con il nome trova le intruse
     
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    Pubblicato da su 25 novembre 2014 in news, News da Internet

     

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    Occhielli alla frutta

    TentataFrutta

    Questa è online da ieri.

    Prima di pubblicare qualunque notizia, è fondamentale rileggerne tutti gli elementi (titolo, occhiello, testo, didascalie, eccetera). Quando una notizia è importante, perché tratta un argomento serio e molto discusso, andrebbe riletta da almeno due persone in grado di leggere.

     
    4 commenti

    Pubblicato da su 3 dicembre 2013 in news

     

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    Per Google news, gossip e cronaca giudiziaria sono “Scienza e Tecnologia”


    CoronaGnews

     

    Rimango sempre affascinato dal modo con cui Google News riesce a classificare le notizie che aggrega, come quando la latitanza di Fabrizio Corona finisce in Scienza e Tecnologia.

     
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    Pubblicato da su 21 gennaio 2013 in media, news, News da Internet

     

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    ANSAleaks

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    Non per fare il sottile, ma in questa notizia ANSA sul “giallo” della morte di Ramsete III vorrei osservare due cose:

    – a casa mia, un “giallo risolto” ha un colpevole (senza forse)

    – se c’è scritto “embargo” fino alle 0.30 di martedì 18, la notizia non dovrebbe essere pubblicata alle 17.55 di lunedì 17

     
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    Pubblicato da su 17 dicembre 2012 in News da Internet

     

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    Monetine? No, grazie!

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    Lo scorso lunedì il sito messicano El Deforma ha pubblicato la notizia che Samsung, in seguito alla sentenza che la obbliga a pagare ad Apple un risarcimento di oltre un miliardo di dollari per violazione dei brevetti, avrebbe iniziato a “onorare il proprio debito” in modo beffardo, inviando a Cupertino – come acconto – una trentina di autocarri pieni di monete da cinque cent.

    El Deforma scrive notizie dichiaratamente di fantasia e quella dell’originale pagamento di Samsung non è che una burla, come tante altre, rilanciata in lingua inglese il giorno dopo da un post del blog JMSL (autore: Jesús M. Sánchez L.), a sua volta amplificata dall’aggregatore Paperblog (che l’ha inserita nella categoria “Satira”) e, a cascata, da 9gag (questi ultimi due siti hanno solo fatto da cassa di risonanza, non sono quindi gli autori, come invece qualcuno ha scritto).

    Da qui in poi la notizia ha fatto il giro del mondo e ieri, nonostante in tutte le fonti sopra citate esistesse un’indicazione che palesava la beffa, molte testate italiane sono andate dritte per la loro strada e hanno pubblicato la “geniale trovata” di Samsung, salvo poi aggiornare la news nelle ore successive, con una smentita fornita dall’azienda coreana (decisamente non necessaria a chi avesse letto la news con un briciolo di buon senso e a coloro che avessero aperto gli occhi fin da principio sulla natura della fonte originale, o sulla frase di JMSL, che in calce alle versioni in inglese diceva “Non credete che sia reale, vero? Però vi è piaciuta”).

    Nelle news, però, gli update successivi e tardivi si possono riconoscere abbastanza facilmente, e – a chi ha tempo e voglia di scorrere i vari articoli – permettono di capire chi c’è cascato mani e piedi, nonostante goffi tentativi di salvare la faccia con frasi tipo “era chiaramente uno scherzo”…

    Sarebbe materiale per la serie Notizie che non lo erano di Luca Sofri.

     
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    Pubblicato da su 29 agosto 2012 in curiosità, media, news, News da Internet

     

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