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Privacy VS call center, chi vincerà?

29 Dic

Quante volte vi è capitato di ricevere la telefonata di un’azienda (telefonica, ma non solo) che vi ha formulato una proposta commerciale, azienda a cui naturalmente non avete mai fornito alcun riferimento per contattarvi? Di quelle che ho ricevuto io ho perso il conto. Ma sono stato, tutto sommato, fortunato: a me non è mai capitato di ritrovarmi in bolletta addebiti per servizi non richiesti.

A molto utenti, però, è capitato questo e altro, in spregio ad una normativa sulla privacy che io (come altri) ho sempre considerato con attenzione, soprattutto quando mi sono state sottoposte le varie informative e ho dato il consenso al trattamento dei miei dati personali solo per le finalità che mi interessavano.

Le regole esistono, ma risultano essere largamente disattese. Per questo motivo il Garante della Privacy annuncia di voler applicare la linea dura sull’attività troppo disinvolta di quei call center che si permettono di importunare i cittadini proponendo offerte commerciali non richieste e indesiderate. Come? Con “applicazione di sanzioni amministrative, ultetiori ispezioni e, nei casi più gravi, divieto del trattamento dei dati personali”.

Spero di sbagliarmi, ma la vedo dura. Non parlo della linea del Garante, ma della sua possibilità di successo. Sì, perché – come dicevo sopra – il nuovo pronunciamento del Garante della Privacy, di fatto, ribadisce i contenuti di un provvedimento già esistente, varato lo scorso febbraio (e pubblicato in marzo sulla G.U.) e rivolto agli operatori telefonici, a cui si prescriveva l’attuazione entro maggio 2006 di “specifiche misure per contrastare prassi illegittime come appunto l’attivazione di contratti, schede o servizi telefonici non richiesti dagli utenti e per evitare le telefonate di disturbo”.

In particolare – sottolinea il comunicato diffuso ieri dal Garante con riferimento a quel provvedimento – veniva stabilito che i gestori telefonici e call center devono contattare persone solo se queste hanno manifestato un preventivo consenso a ricevere chiamate e comunicazioni promozionali (consenso indicato da appositi simboli sugli elenchi telefonici); devono sempre spiegare agli interessati da dove sono stati estratti i dati personali che li riguardano; devono rispettare la volontà degli utenti di non essere più disturbati con offerte promozionali. Gli utenti possono comunque esigere di far cancellare i loro dati dal data base del call center nel quale siano stati indebitamente inseriti.

Risultato?

“Sulla base delle segnalazioni pervenute, ma anche del monitoraggio effettuato dalla stessa Autorità in questi mesi, non risulta tuttavia che il fenomeno si sia significativamente ridotto”.

Ora il Garante dichiara di voler arginare il fenomeno proseguendo “sulla strada delle sanzioni amministrative nei casi di violazione” e intensificando l’attività di controllo, avviando accertamenti ispettivi “in collaborazione con la Guardia di Finanza”. “Nei casi in cui emergesse che società telefoniche e call center raccolgono dati in violazione delle norme – conclude il Garante – o contattano utenti in modo illecito (specie quando sia stata registrata la loro volontà di non esser più disturbati), l’Autorità adotterà anche provvedimenti di divieto del trattamento dei dati”. Una “minaccia” che, a onor del vero, è stata formulata anche in provvedimenti precedenti, ma che evidentemente non ha spaventato molti soggetti finora.
“Il Garante si è riservato, infine, eventuali altre iniziative  riguardo le regole alle quali devono sottostare i call center affinché i diritti dei cittadini vengano pienamente rispettati” riferisce il comunicato del Garante.

Vedremo, ora, se la situazione cambierà. Io ricomincerò a tenere il conto delle telefonate che riceverò.

 
4 commenti

Pubblicato da su 29 dicembre 2006 in news

 

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4 risposte a “Privacy VS call center, chi vincerà?

  1. Avatar di Max

    Max

    30 dicembre 2006 at 00:32

    Da 1 a 10, quanto vi fidate che il garante della privacy riuscirà a bloccare questa piaga? Io dico 1. 😉
    Se non ce l’ha fatta finora, e dichiara di voler proseguire la stessa strada percorsa fino a ieri, cosa può mai cambiare?

     
  2. Avatar di Alberto

    Alberto

    30 dicembre 2006 at 07:38

    Io è quasi un mese che non ricevo chiamate da sky.
    Sarà perché l’ultima volta non ho neppure fatto iniziare la chiamata avvisando all’istante che li avrei denunciati se non avessero cancellato i miei dati?
    Visto che la minaccia l’avevo già fatta se per caso ci riprovano passo ai fatti: il costo di una raccomandata, anzi due visto che oltre che al garante la mando in copia a loro, lo pago volentieri per levarmi la soddisfazione!

     
  3. Avatar di aghost

    aghost

    30 dicembre 2006 at 07:44

    bisogna essere realisti: le nostre authority contano come il due di picche. Non a caso sono state create nel nostro paese con 100 anni di ritardo (cento!), rispetto allo Sherman Act americano contro i trust, che è del 1890: avete lette bene, 1890! Noi le authority le abbiamo fatte solo perché spinti dalla comunità europea. Ma potevano essere, nel paese delle corporazioni e dei monopoli, una cosa seria?

    Ovviamente no, solo solo authority di facciata, senza reali poteri, i cui componenti tra l’altro sono di nomina politica. Alzi la mano chi si ricorda di un solo provvedimento singificativo di qualsiasi authority. Questi annunci di “linea dura” sono come il cane che abbaia alla luna. Fanno rumore ma non spaventano nessuno.

     
  4. Avatar di Basta telemarketing!

    Basta telemarketing!

    11 ottobre 2008 at 23:26

    In Italia nei call center outbound il 99% dei contratti sono CONTRATTI CAPESTRO, fuorilegge. Spesso si è (sempre illegalmente) pagati a cottimo (così che se la stragrande maggioranza degli scocciati manda l’operatore a quel paese, quello ha di fatto faticato per nulla), si è costretti a inoltrare le telefonate degli utenti a numeri a pagamento, si inganna il dipendente con mille clausolette. Se volete arrotondare, offritevi di scaricare un camion al mercato, fate le cameriere o le animatrici d’estate, offrite lezioni private in nero.
    I call center in Italia sono diventati oggettivamente troppi, un tempo mi piaceva rispondere ai sondaggi telefonici, poi è diventata una PERSECUZIONE (c’è gente che si è cancellata dall’elenco telefonico!!!!) ora se mi capita di riceverne uno ho i miei metodi per far passare al “persecutore” la voglia di richiamare.
    NON ANDATE A LAVORARE NEI CALL CENTER OUTBOUND! Questa vergogna tutta italiana deve sparire (o, perlomeno, autoregolamentarsi).

    http://nocallcenter.splinder.com