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Il prezzo dell’abolizione dei costi di ricarica

02 Mar

Quello che ha scritto Massimo Mantellini nel suo post Bersaneide è vero: una volta stabilita per legge l’abolizione dei costi di ricarica del credito prepagato, dagli operatori di telefonia mobile ci si poteva aspettare l’adozione di qualche contromisura, magari poco percettibile, spalmata, polverizzata o ammortizzata nel pricing di altre offerte. Di solito è compito del marketing pensare a come presentarle nel modo migliore, dissimulando convenienza e altri vantaggi (lo testimoniano le numerose condanne dell’Antitrust per pubblicità ingannevole). Invece no: i nuovi piani presentati da alcuni operatori espongono chiaramente variazioni tariffarie con ritocchi al rialzo. Helpconsumatori evidenzia le nuove tariffe praticate da Vodafone, che però mantiene in vita i piani tariffari dei vecchi clienti, liberandoli dai costi di ricarica, mentre Windworld fa notare come Wind abbia proposto nuovi piani tariffari, mantenendo in vita i costi di ricarica per i vecchi clienti. Che possono comunque non pagare più il balzello, ma solo se passano alle nuove offerte.

A questo punto dovrebbe entrare in gioco l’Agcom, l’Autorità Garante delle Comunicazioni, che un mese fa – con la collaborazione della Guardia di Finanza, ha fatto visita alle compagnie telefoniche per acquisirne tutti i piani tariffari in vigore a quel momento, con un’azione che alcune associazioni di consumatori (Adusbef e Federconsumatori in primis) hanno definito “un atto sacrosanto, serio e preventivo”. Vero: da garante quale è, l’Agcom ha infatti il compito di vigilare sull’attività degli operatori e ora ha la possibilità di confrontare le offerte pre e post abolizione dei costi di ricarica. E, dopo le opportune valutazioni, agire di conseguenza.

 
7 commenti

Pubblicato da su 2 marzo 2007 in Mondo

 

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7 risposte a “Il prezzo dell’abolizione dei costi di ricarica

  1. Avatar di Ale

    Ale

    2 marzo 2007 at 09:36

    Il Pacchetto Bersani aveva lo scopo evidente di eliminare un abuso. Riproporlo in una salsa diversa, all’insegna del detto “fatta la legge, trovato l’inganno”, dimostra la perseveranza degli operatori nel voler comunque approfittare delle tasche dei consumatori.
    Curiosamente, le compagnie piu’ “virtuose” (almeno per oggi) in questa vicenda sembrano Tim e 3 Italia. Dico “curiosamente” perche’ Tim e’ sempre indicata come il gestore figlio di Telecom e quindi sempre visto in negativo, mentre 3 e’ controllata da una multinazionale cinese e i cinesi sono sempre accusati di approfittazione, di essere dei copioni e di rovinarci il mercato.

     
  2. Avatar di Alberto

    Alberto

    2 marzo 2007 at 11:41

    A me risulta che lo scopo dell’abolizione del costo di ricarica non sia quello di far risparmiare gli utenti ma quello di eliminare un certo tipo di costo (la ricarica) che impedisce una corretta valutazione dei costi reali e che introduce un fattore distorsivo pesando di più sui tagli piccoli.
    Questo è lo scopo del decreto e non potrebbe essere altrimenti: non è nei poteri dello stato ridurre i prezzi di aziende private.
    Altra cosa è l’inchiesta di AGCOM: quella sì che guarda il fatto che il costo di ricarica è spropositato rispetto ai reali costi (il che non sanzionabile) e che è comune a tutti gli operatori (e questo invece è sanzionabile in quanto cartello).
    Se tutti gli operatori, per adeguarsi al decreto, duplicassero tutte le loro attuali offerte con altre senza costi di ricarica ma con costi al minuto maggiori sarebbero nel giusto e secondo me non sarebbe neppure malaccio come cosa.
    In questo modo, essendo molto meglio confrontabili, si potrebbe scegliere effettivamente la tariffa migliore per il proprio tipo di utilizzo.
    Se poi AGCOM verificasse che c’è effettivamente cartello sarebbe ancora meglio 😉

     
  3. Avatar di Ferd

    Ferd

    2 marzo 2007 at 14:36

    Eh no Alberto,
    prima di tutto nessuno qui dice che lo scopo del Decreto Bersani sia quello di far risparmiare gli utenti. L’obiettivo reale e’ quello di eliminare un costo ingiustificato che, in quanto tale, non puo’ e non deve essere “recuperato” dai gestori in altra via. Altrimenti non c’era ragione di levarlo.
    In secondo luogo, i gestori stanno effettivamente tentando di recuperare il mancato introito (finora ingiustificato) con tariffe piu’ alte, e questo e’ quindi assolutamente da sanzionare, altro che dire che “sarebbero nel giusto”!

     
  4. Avatar di Alberto

    Alberto

    3 marzo 2007 at 09:21

    L’obbiettivo al quale miravano è un conto (e non so quale fosse) ma so che in un ordinamento democratico una legge non può obbligare a ridurre un costo di una o più aziende private.
    Stante questo ammetto che non ho letto il decreto e che, anche se lo avessi fatto, non sono un giurista quindi non ti do nulla di tutto questo per certo 😉

     
  5. Avatar di Babel

    Andrea D'Ambra

    3 marzo 2007 at 15:42

    Giustissimo Dario, quoto in pieno il tuo post.

     
  6. Avatar di aghost

    aghost

    5 marzo 2007 at 14:00

    ah, beata inegnuità 🙂 Ma scusate voi invocate l’intervento dell’Authority, che per anni nulla sapeva dell’anomalia italiana dei costi di ricarica, e che è stata risvegliata dal suo lungo letargo solo da una petizione di un privato cittadino che ha raccolto centinaia di migliaia di firme e che, risvegliata dal suo lungo letargo, ha avviato una ponderosa indagine durata mesi, per scorprire quello che tutti sapevano, e cioé che i costi di ricarica erano illegittimi? 😀

    Siete degli inguarbili ottimisti. Ora che ha fatto qualche sbadiglio per mostrare che dorme sì ma tuttosommato è ancora in vita, l’Authority rimpiomberà nel suo stato letargico che le è proprio 🙂