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Riassetto organizzativo o saga?

14 Set

Ogni giorno che passa è sempre più difficile tracciare una cronistoria della Telecom Revolution a cui stiamo assistendo in questi giorni. Eventi apparentemente chiari e coerenti tra loro vengono conditi da nuovi episodi, non solo successivi ma anche antecedenti.

  • Parlandone con un amico, mi è venuto in mente che sembra un po’ come Guerre Stellari (Star Wars): quelli della mia generazione sono cresciuti nella convinzione che la trilogia originale avesse aperto (nel 1977) e chiuso (nel 1983) la saga della famiglia Skywalker. Dopo oltre tre lustri, sorpresona: Lucas sforna una seconda trilogia (aperta nel 1999 e chiusa nel 2005), ambientata però in un periodo antecedente. Non un sequel quindi, ma un prequel.
  • Ma poi si scopre un’altra cosa: Lucas, negli anni ’70, aveva già in mente l’intera storia, che originariamente doveva consistere in tre trilogie: il “primo” Star Wars già nel 1977 aveva infatti come sottotitolo “Episodio IV”. Secondo quanto riferito dallo stesso Lucas, non vedremo però la terza trilogia, che resta nella sua immaginazione o in qualche bozza di storyboard.

Il paragone è probabilmente poco calzante, ma mi serviva solo ad argomentare che l’attuale situazione che coinvolge Telecom Italia è più articolata e complessa della realizzazione di una fiction (non della fiction stessa, badate bene) che è stata realizzata nell’arco di quasi 30 anni: fusioni societarie, scorpori di rami d’azienda, rifondazioni societarie, nel cui mezzo ci si ficcano nuovi protagonisti e un piano segreto agevolato da un consigliere del premier Romano Prodi. Premier che però non sa nulla (altrimenti perché all’indomani del CdA Telecom avrebbe sostenuto di essere sorpreso?), anche se molti non ci credono: Prodi e Tronchetti Provera si sono incontrati almeno due volte in un mese e mezzo. Milano Finanza osserva:

In particolare, a non convincere e’ il fatto che nell’incontro a Palazzo Chigi, Prodi aveva chiesto espressamente al presidente di Telecom che “il controllo” della societa’ rimanesse, dopo il riassetto, “in mano italiana”. Una garanzia, quest’ultima che e’ alla base anche del progetto presentato da Rovati. Come avrebbe potuto Prodi chiedere a Tronchetti Provera garanzie sul controllo italiano del gruppo di Tlc, senza offrirgli una contropartita,
cioe’ la possibilita’ di cedere Tim? Come avrebbe potuto Rovati, oltre che consigliere amico di lunga data del premier, a cui sono state finanche affidate le casse elettorali, agire di sua iniziativa da semplice “cittadino” senza metterne a conoscenza Prodi? E con quale autorita’ avrebbe potuto Rovati stilare un progetto che prevedeva l’ingresso nell’operazione della Cassa Depositi e Prestiti? Da sempre il Governo ha manifestato la volonta’ di tutelare la rete telefonica come “bene pubblico”. Questo e’ uno dei punti contenuti anche nel programma elettorale dell’Unione.

Al di la’ della credibilità di queste versioni ufficiali, io però mi pongo anche un’altra domanda, sulla scorta delle notizie che riferiscono che il piano segreto di Rovati è finito sulla scrivania di Marco Tronchetti Provera il 6 settembre: è davvero possibile che questo progetto top secret sia diventato il fulcro del Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia che ha avuto luogo solo cinque giorni dopo, l’11 settembre?

Non dimentichiamoci che dopo il 6, ma prima dell’11, c’è stato l’incontro interlocutorio tra i vertici Telecom e Rupert Murdoch al largo di Zante, sul veliero dell’editore australiano.

Con questi presupposti può sembrare più che verosimile quanto scritto da Oscar Giannino su Libero (testo integrale su TgFin):

Tronchetti ha dato in esca ai media per mesi e mesi l’indiscrezione del suo incontro con il magnate australiano Rupert Murdoch, per far scatenare l’immaginazione su ulteriori sviluppi ancor più del suo megagruppo di tlc. Senza che nessuno osasse scrivere che in realtà Tronchetti lavorava alacremente allo smantellamento di quello che resterà negli annali come un colossale errore industriale e finanziario. Riuscire a ottenere il silenzio pressoché assoluto è da maestri, quando si guida un gruppo che controlla la dorsale delle tlc strategica per il Paese e come tale considerata asset sensibile anche dalla Nato, quando si realizzano profitti per quasi 4 miliardi di euro l’anno, quando si controlla il 40% delle telefonia cellulare italiana E soprattutto quando si è inquinato per anni la vita pubblica italiana con migliaia di intercettazioni illecite, su cui la Procura di Milano ha indagato per anni ma ha finora fatto cadere il silenzio.

 
1 Commento

Pubblicato da su 14 settembre 2006 in media, news

 

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Una risposta a “Riassetto organizzativo o saga?

  1. Avatar di Agh

    aghost

    15 settembre 2006 at 06:33

    “E soprattutto quando si è inquinato per anni la vita pubblica italiana con migliaia di intercettazioni illecite, su cui la Procura di Milano ha indagato per anni ma ha finora fatto cadere il silenzio”

    Strano, tutti si dimenticano delle migliaia di miliardi scippati agli italiani con le BOLLETTE GONFIATE. Oltre alle prove documentali raccolte negli anni e la piaga dei servizi non richiesti esplosa proprio con la gestione tronchetti, basta una semplice deduzione logica. Tangentopoli ha dimostrato che in italia si rubava su tutto, perfino sulle medicine per i malati. Vi pare possibile che nel più sontuoso
    monopolio italiano, quello telefonico, non si sia mai scoperto neppure un piccolo intrallazzetto?

    L’unica eccezione è stata Telekom serbia. ma è solo la punta di un iceberg di dimensioni inimmaginabili…