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WiMAX, è la volta buona?

05 Dic

Il ministero della Difesa sembra avere, finalmente, messo a fuoco il problema e ha annunciato l’avvio di un tavolo di lavoro per studiare un cammino di transizione con il ministero delle Comunicazioni. L’obiettivo? Un percorso che porti, auspicabilmente nel modo meno tortuoso possibile, verso l’attivazione reale e diffusa della connettività WiMax, ossia la tecnologia in grado di diffondere la banda larga wireless.

Qualche dettaglio su Punto Informatico di domani .

La popolazione vittima del digital divide e il mercato attendono. Speriamo bene.

Le sperimentazioni sono ancora in atto, ma sulla carta, secondo quanto previsto dallo standard attuale approvato nel 2004, con una singola antenna dovrebbe essere possibile offrire una banda che può arrivare a 74 Mbps ad un’area di circa 50 km. Va da se’ che questa tecnologia potrebbe essere impiegata in aree rurali, o in zone industriali, per avere copertura dove l’orografia o l’urbanizzazione complicano la vita delle connessioni wired

 
3 commenti

Pubblicato da su 5 dicembre 2006 in media, news

 

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3 risposte a “WiMAX, è la volta buona?

  1. Avatar di max

    max

    6 dicembre 2006 at 00:14

    Incrociamo le dita.
    Chi come me vive in un’area “scoperta” dalla banda larga (no adsl ne’ hdsl) si sente mooooolto digital divided…

     
  2. Avatar di aghost

    aghost

    6 dicembre 2006 at 07:59

    non voglio fare a tutti i costi la zitella acida ma mentre noi in italia “avviamo tavoli” (?) il mondo corre.

    E’ come per i costi di ricarica: lo sapevano tutti, anche i bambini di terza elementare ma l’Authority, dopo aver dormito per anni, per rendersi conto del problema ha dovuto “avviare un tavolo” e fare una ponderosa indagine conoscitiva. Per scoprire l’acqua calda, e cioè che i costi di ricarica sono immotivati. Però poi è rimasto tutto come prima.

    La vera domanda è: con quanti anni di ritardo arriverà il wimax in italia?

     
  3. Avatar di Ferd

    Ferd

    6 dicembre 2006 at 08:18

    Bé, considerando che Mantellini è considerato “la suocera della comunicazione globale”, direi che ad Aghost non si addice troppo “la zitella acida”.
    Più che altro perchè il suo pessimismo è abbastanza giustificato. E come ha scritto giustamente Dario su PI, siamo dietro a Pakistan, Tailandia e Malesia.
    Anche Sandokan ci batte!