Luca Zappa – qualche giorno fa – e Luca Conti (Pandemia) – oggi – segnalano la disinvoltura con cui alcuni media si appropriano di immagini altrui, pubblicate sotto copyright su siti come Flickr, pubblicandole sui propri siti in violazione della licenza dell’autore delle foto.
Insomma, c’è gente che paga per non far pubblicare le foto, ma c’è anche gente che le pubblica senza pagare…
Max
3 aprile 2007 at 09:04
Quando ho letto il titolo del tuo post non ho capito molto. Ma appena ho letto il resto l’ho capito: bellissimo 🙂 🙂
Alberto
3 aprile 2007 at 10:03
E, già: pensa che poi sarebbe sufficiente chiedere una deroga al detentore della licenza CC che spesso verrebbe concessa!
Io, ad esempio, pubblico le mie foto su flickr con una licenza CC che vieta l’uso commerciale ma se un media me lo chiedesse non credo che direi di no: forse concederei anche di pubblicarla senza neppure il mio riferimento… forse
aghost
3 aprile 2007 at 12:51
c’è un quotidiano locale, L’Adige tanto per non far nomi, che ruba sistematicamente le mie foto dal mio sito. Senza neppure la “cortesia” non dico di chiedere il permesso, ma neppure di mettere uno straccio di citazione. Le prendo e baste, come se fossero cosa loro. E nonostante la dicitura del copyright in bella evidenza sulla home page.
Ben sicuri, evidentemente, che nessuno (nemmno io) si imbarcherebbe in una denuncia per delle foto che pagherebbero pochi euro. E meno male che questi qui sono giornalisti con tanto di Ordine.
db
3 aprile 2007 at 13:19
Che ne dici di mettere sulle tue foto un bell’effetto filigrana con scritto “by aghost”?
Non in un angolino della foto, però 😉
Michele Favara Pedarsi
3 aprile 2007 at 13:43
Qualche giorno fa sul blog di Tommaso Tessarolo, a riguardo di Viacom/RAI vs YouTube scrivevo: “chi di copyright ferisce, di copyright perisce”.
Più che una filigrana (che crea problemi anche agli amici bloggers che ne fanno un uso no-profit) io suggerirei di spingere la CC con clausola non-commercial… se si riesce a fare massa critica di materiale CC(NC) è probabile che il team promotore di CC possa organizzare qualche iniziativa per tutelare le opere CC. Anche perchè il nostro codice civile parla chiaro in merito allo sfruttamento commerciale… se questo governo fosse tanto impegnato nel fare le cose che ci servono (in questo caso: class action) invece di farsi le pippe sul (Grande) Partito Democratico…
db
3 aprile 2007 at 22:46
Ritengo che quella di Michele sia indubbiamente la soluzione migliore, la caldeggio.
GDL
4 aprile 2007 at 13:15
Le misure di protezione vanno valutate anche in base alle difese, mi spiego meglio, meglio la filigrana che può essere un valido deterrente? Oppure una licenza che impone determinati comportamenti, che sistematicamente inosservati ti costringono ad aprire un contenzioso legale con aggravio di spese e dubbi sull’esito?
http://www.leggeramente.it
Michele Favara Pedarsi
4 aprile 2007 at 18:33
GDL, è solo una questione di massa critica. Tutta la rete… la società… è una questione di massa critica.
Dobbiamo prendere gli autori per mano ed accompagnarli a pubblicare in CC Non-Commercial (solo se intendono lucrare con le opere, ovviamente; altrimenti CC liscia); anche dovessero servire 20 anni (tempo che Pippo Baudo muore… non che lo auspichi, per carità; ho preso un nome a caso tra quelli che, per questioni anagrafiche, non sono in grado di capire). Una volta raggiunto il 50%+1 delle opere in CC, il vento è a poppa e dei problemi saranno rimasti solo gli strascichi…
Oggi la violazione di licenza è possibile perchè non c’è un Vasco Rossi (o un qualsiasi altro right holder, anche un riccone che di mestiere produce lacci per le scarpe ma ha investito per sfizio sulla produzione di un’opera che è poi diventata un blockbuster) che pubblica le proprie opere in CC e se le vede utilizzate a scopo commerciale (magari entrando in una discoteca; o in un cineforum; o altro). Io non produco opere, nè ho la forza economica necessaria a difendere un’opera CC in tribunale… ma cosa succede se spunta qualcuno che può? E poi due? E poi tre? E se si introducono le class-action e 50 fotografi squattrinati prendono di petto prima Repubblica.it, poi Corriere.it, etc? Con una certa pressione sui tribunali prima o poi ci si renderà conto che conviene pagare 10 euro una foto fortunata di un mio viaggio (in cui magari mi trovo per caso su un monte distante mentre arriva lo tsunami sulla costa) piuttosto che buttarne 10-20-50-100.000 in avvocati. Diventa cioè una cosa “conveniente” (non “giusta”, ma conveniente) rispettare la licenza. E’ ciò che speravano le major quando hanno chiuso Napster, estorto soldi a vecchiette, citato persone defunte e cose del genere… la differenza tra i due scenari è l’obiettivo: un autore di un’opera CC che difende il proprio diritto esclusivo di sfruttamento di un’opera è un’operazione indiscutibile, una major che difende il proprio modello di business anti-economico ricattando autori e clienti, invece, oltre ad essere criticabile rallenta lo sviluppo e alimenta pericolosissime derive anarchiche… dunque se esiste qualcuno che si preoccupa del pubblico interesse (e io, come pubblico, me ne interesso), prima o poi deve sbrogliare la faccenda, o con le buone o con le cattive. Mi diceva un amico che ora vive in Thailandia che lì il Colpo di Stato come quello recente è una cosa “normale”… quando c’è uno che non va, si rimuove con i carri armati senza nuocere a nessun civile, e se ne mette un altro… spero che non si arrivi a tanto, ma fondamentalmente è una via obbligata quando per troppo tempo non si riesce a produrre rappresentanti con soluzioni concrete.