Da Rainews24 un lieto fine che fa da sipario ad una storia che ha acceso parecchie polemiche:
E’ stata assolta a Palermo l’insegnante che fece scrivere a un suo alunno per 100 volte sul quaderno “sono un deficiente” per punirlo perché aveva maltrattato un compagno (…)
Il gup Piergiorgio Morosini non ha proceduto nei confronti della donna, imputata di abuso di mezzi di correzione e lesioni, perché il fatto non sussiste. “Sulla volontà dell’insegnante di far ragionare l’alunno – ha detto il giudice – non ci sono dubbi, sulla base di quanto emerge dalle testimonianze dei compagni di classe” (…)
Il padre del bambino la denuncio’ per abuso di mezzi di correzione e lesioni, chiedendo al contempo 25 mila euro di risarcimento danni.
Cioè, ha chiesto un risarcimento danni invece di pensare ad una punizione per il figlio che – tra l’altro – presenta una grossa lacuna educativa? Non dimentichiamo che deficiente non è sempre un insulto… può anche essere una mera constatazione (significato).
Al
28 giugno 2007 at 08:40
alla punizione manca ancora qualche paginetta.
che dovrebbe riportare:
“sono il padre di un deficiente, sono il padre di un deficiente, sono il padre di un deficiente, sono il padre di un deficiente, sono il padre di un deficiente, sono il padre di un deficiente, sono il padre di un deficiente, sono il padre di un deficiente, sono il padre di un deficiente, sono il padre di un deficiente…”
Antonio Vergara
28 giugno 2007 at 09:41
finalmente una buona notizia. sono contento che la prof non sia sta condannata.
MFP
29 giugno 2007 at 10:46
Qualche tempo fa su PI scrivevo proprio del fatto che se viene modificata la percezione degli adulti, si violenta il mondo in cui vivono i bambini… un figlio deficiente in genere esce fuori perchè i genitori (e/o gli altri suoi modelli, TV inclusa) sono deficienti…
db
29 giugno 2007 at 11:53
Vero, MFP. Spesso i deficit sono ereditari.