Da un’ANSA di oggi:
Elettricita’ da stomaco mucche
Sviluppata in Usa tecnologia per pile con batteri del rumine
(ANSA) – ROMA, 29 AGO – Infaticabili ‘produttori’ di latte, formaggi e carne, i bovini potrebbero diventare in un futuro prossimo attori protagonisti per lo sviluppo di energia pulita, continua e rigenerabile. E’ quanto sostengono ricercatori statunitensi della Ohio State University, che hanno sviluppato una tecnologia in grado di generare elettricita’ sfruttando i batteri presenti nel fluido del rumine (il piu’ grande dei quattro stomaci della mucca). Gli scienziati hanno infatti creato delle piccole celle a combustibile, di dimensioni non superiori a quelle di un palmare, capaci, per ora, di produrre abbastanza energia elettrica per illuminare una lampadina. All’interno delle celle a combustibile microbiologico, un compartimento viene riempito con cellulosa e fluido del rumine. ”L’energia – ha spiegato Hamid Rismani-Yazdi, ricercatore del Food, agricultural and biological engineering dell’Ohio State University e curatore della ricerca assieme a Ann Christy e Olli Tuovinen – e’ prodotta dai batteri che scompongono la cellulosa, una delle piu’ abbondanti risorse del pianeta. Essa e’ infatti presente sia nel mondo agricolo, come residuo dei raccolti, sia negli scarti della lavorazione della carta e del legno”. La cella utilizzata e’ un’evoluzione di un modello che gli stessi ricercatori avevano sviluppato alcuni anni fa: quattro volte piu’ piccola, ha una potenza di tre volte superiore. ”Se con la vecchia tecnologia – ha continuato lo scienziato – erano necessarie quattro celle per produrre abbastanza elettricita’ per ricaricare una pila stilo (taglia AA), ora ne bastano due”. Ma la piu’ importante novita’ risiede nel fatto che mentre una comune batteria una volta esaurita e’ da buttare o al limite da ricaricare, questa cella richiede semplicemente l’aggiunta costante di nuova cellulosa, la cui quantita’ dipende dall’ apparecchio che si sta alimentando. ”L’energia prodotta da queste celle e’ in sostanza inesauribile fino a che i batteri hanno cellulosa di cui nutrirsi. Attualmente – ha aggiunto Rismani-Yazdi – abbiamo fatto lavorare le celle fino a tre mesi”. Sebbene la tecnologia stia ancora muovendo i suoi primi passi, i ricercatori stanno concentrando i loro sforzi per aumentare la quantita’ di energia che le celle possono produrre e stanno sperimentando in laboratorio la coltivazione di massa di batteri del rumine per possibili future produzioni delle celle su larga scala. (ANSA)
Altro che pannelli solari e fotovoltaici! Questa trovata potrebbe trasformare gli allevatori di bovini in produttori di energia elettrica.
NB: Vietato imprecare con “porca vacca” quando la corrente viene a mancare all’improvviso.
MFP
29 agosto 2007 at 23:50
Eheh… oramai la corrente la possiamo tirare fuori dappertutto… però continuiamo ad usare soltanto petrolio e carbone… è oramai chiaro che non c’è un problema di natura tecnica, ma piuttosto è il vecchio che parassita e paralizza il nuovo; aziende con business oramai anti-economici che bloccano qualsiasi cosa sia più efficiente, conveniente, sostenibile o in qualunque modo “migliore” di ciò che loro hanno fatto per 50 anni.
E’ un po’ come la Walt Disney che ha costruito un impero mettendo a video le favole inventate dai predecessori, ma vieta l’uso di quei video ai successori… o i nostri governanti che sono in media più vecchi di una intera generazione rispetto a quelli degli altri paesi… il vecchio che brucia il nuovo… i vecchi che impediscono ai giovani di sopravvivere…
aghost
30 agosto 2007 at 07:14
e il rumine umano? 🙂
Mi pare che questa notizia sia la coda lunga delle classiche notize agostane… 🙂