RSS

Il miglio verde de’ noantri

23 Lug

“Inserire la moneta per vedere l’esecuzione” recitava il cartello a fianco della nuova attrazione installata all’Idroscalo di Milano. Per un euro, veniva offerto lo spettacolo di un’esecuzione sulla sedia elettrica: tre colpi di sirena e poi via alla scarica elettrica di 15 secondi. La sedia elettrica a gettoni,  come l’ha chiamata Franco Vanni su Repubblica, scuoteva il manichino in una nube di fumo, ma anche i visitatori dell’idroscalo in un’atmosfera da brivido.

L’attrazione è arrivata niente-popo’-di-meno che da Las Vegas. Il giostraio Renzo Biancato ne ha ordinate due via web (l’altra era per suo fratello, stesso mestiere). Costata 5mila euro, sembrava un business promettente: “Ogni sera la macchina rende 50 euro, 150 la domenica”. Un destino da macchina da soldi? No: oggi l’attrazione è stata rimossa. E io per questa cosa non piango.

A me questa storia ha fatto tornare in mente i bambini impiccati di Maurizio Cattelan. Con la differenza che quelli stavano fermi e non costavano un euro.

Come dici? Era un’opera d’arte? Quale, scusa?

 
7 commenti

Pubblicato da su 23 luglio 2008 in news

 

7 risposte a “Il miglio verde de’ noantri

  1. Avatar di raffy

    raffy

    24 luglio 2008 at 00:22

    …non posso che approvare la rimozione del congegno macabro e di cattivissimo gusto…non so veramente come commentare questo tipo di…”divertimento”…paragonabile ai cristiani sbranati nelle arene dai leoni. Ci stupiamo veramente dei nostri antenati quando vengono permesse certe squallide rappresentazioni dell’essere umano?

    Per non parlare dei bambini impiccati…mah…

     
  2. Avatar di Ferd

    Ferd

    24 luglio 2008 at 07:49

    Ho capito adesso perche’ hai scritto POPO’ in quel modo 😀

     
  3. Avatar di redazione

    Antonio Vergara

    24 luglio 2008 at 13:47

    è adorabile si sente persino la gente ridere. cosa c’è da ridere non lo so.

     
  4. Avatar di Luca

    rota

    1 agosto 2008 at 08:39

    Ciao! Mi permetto di dissentire sulla correlazione che hai fatto tra quella ignobile giostra e l’opera di Cattelan, il quale è abituato a certi estremi provocatori nella concettualità della sua “arte” (virgoletto perchè forse qualcuno potrebbe non ritenerla tale). L’arte, quella contemporanea soprattutto, è in primis comunicazione, anche a scapito del mero elemento estetico/estetizzante, e certa comunicazione diretta, per essere tale e effettivamente “dirigersi” verso lo scopo prefissato, nel caotico mondo odierno deve essere provocante; poi, naturalmente e giustamente, si può essere concordi o meno con il messaggio comunicato, ma questo è un passo successivo e, comunque, sempre attinente al senso contemporaneo di “arte”. Viceversa una giostra, peraltro contestualizzata in un certo ambiente (un parco giochi/luna park) non comunica niente, non deve comunicare nulla se non ottenere un mero riscontro ludico; il fatto che possa comunicare qualcosa, e qualcosa di negativo, e per di più a pagamento, questa è la devianza di quell’oggetto, che di conseguenza provoca la devianza del giostraio, ma soprattutto dei tutti gli idioti che in essa ci infilavano i propri soldi!… Il che, ribadisco, con l’arte non ha nulla a che vedere, nemmeno di lontano col binocolo più potente…

     
  5. Avatar di db

    db

    1 agosto 2008 at 11:13

    Hai ragione quando dici che L’arte, quella contemporanea soprattutto, è in primis comunicazione, sono perfettamente d’accordo con te. E quando è provocatoria sicuramente comunica qualcosa in modo molto diretto e spiazzante.
    Quello che non ho capito io è: cosa comunicano i bambini impiccati di Cattelan, artista che solitamente apprezzo come tale per altre opere?
    A chi osserva che l’arte è interpretabile in modo soggettivo, propongo di alzare lo sguardo, allargando concettualmente l’orizzonte, e chiedo: in questo caso non possiamo forse considerare soggettivo anche il concetto stesso di arte, nel senso di considerare qualcosa come espressione artistica?
    La mia risposta – che resta a livello personale – è sì. Ed è per questo che neppure i bambini impiccati di Cattelan, per il mio soggettivo modo di vedere, non sono arte.
    Ma rispetto l’opinione di chi li considera un’espressione artistica.

     
  6. Avatar di Ferd

    Ferd

    1 agosto 2008 at 14:02

    Rota e Bonacina, siete troppo indulgenti.
    Cattelan e’ un artista e su questo siamo d’accordo. I bambini impiccati oggettivamente non sono arte: si tratta di un’idea balzana, che in quanto provocatoria puo’ suscitare reazioni forti, e che gia’ solo per questo motivo non doveva essere esposta in citta’ obbligando a guardarla chiunque passasse. Come pensiamo che possa aver reagito un bambino, ad esempio, nel trovarsi di fronte una “cosa” simile, all’improvviso?
    Se l’arte e’ cultura, che cultura esprimono quei bambini impiccati? Una cultura di morte?
    Cambiamo radicalmnte argomento: se io vi dicessi che per me un’auto elaborata con spoiler e carrozzeria colorata in modo sgargiante e’ “arte”, voi sareste d’accordo con me??

     
  7. Avatar di Edoardo Degli Antoni

    Edoardo Degli Antoni

    4 agosto 2008 at 08:51

    Egregia (o egregio) Rota,

    da critico d’arte, qual e’ il mio mestiere, anch’io rispetto la tua opinine di estimatore delle opere di Cattelan pur pensandola in modo diametralmente opposto a te. Se per te quei bambini impiccati sono arte, quella e’ arte “per te” e va bene ma non deve essere per forza considerata arte per il mondo intero.

    Per sposare il tuo concetto di arte come comunicazione ti dico che sia il “gioco macabro” della sedia elettrica che la cosiddetta opera d’arte (che per me arte non e’) dei bimbi appesi all’albero mi comunicano un messaggio, un messaggio identico visto che entrambi rappresentano una esecuzione mortale. La differenza secondo me sostanziale e’ che la prima e’ mirata dichiaratamente a fare soldi (si chiede un gettone), mentre la seconda e’ indirettamente mirata a fare soldi. Sono infatti della stassa opinione dell’illustre giornalista-critico Philippe Daverio che aveva definito gli impiccati di Cattelan come una modesta trovata pubblicitaria, e cito le sue parole estrapolandole da un articolo del Corriere del 5 aprile 2006 che parlava del processo al muratore che stacco’ i bambini dalla pianta. Daverio aveva detto «Non c’è prova che quei fantocci siano opere d’ arte – spiega -. C’è l’idea dell’artista, ma l’abilità espressiva appartiene tutta alla fabbrica che li ha realizzati. Quindi sono un manifesto pubblicitario»

    Alla fine voglio dire che se i bambini impiccati di Cattelan non sono un’opera d’arte in senso universale allora il parallelo con l’attrazione della sedia elettrica e’ piu’ che giustificato.

    Saluti
    EDA