L’episodio di violenza accaduto a Cento, in realtà, non ha molto a che vedere con la pornografia minorile. Qualcuno (fortunatamente sono sempre meno, ma qualcuno c’è sempre) ha cercato di far tornare in auge il concetto di bullismo digitale, ma qui il discorso di fondo è un altro: c’è una generazione – o almeno parte di essa – che non sa distinguere il bene dal male, il morale dall’immorale. E questo è indice di un’educazione lacunosa, in famiglia e nell’ambiente scolastico.
Nel forum dell’articolo pubblicato oggi su PI, in corrispondenza di questo post inserito da un lettore anonimo, ho letto commenti increduli e anche un po’ superficiali. Il lettore ha scritto:
le “educatrici” che lavorano nell’asilo di mia figlia, durante un incontro coi genitori, ci hanno spiegato che certe favole non si possono piu’ raccontare perche’ sarebbero diseducative:
– biancaneve non va bene perche’ c’e’ la strega;
– cappuccetto rosso non va bene perche’ il lupo mangia la nonna e poi viene ucciso dal cacciatore;
– gli orchi cattivi sono figure negative.
Non è una rivelazione, anche a me è capitato di sentire simili considerazioni, applicate anche (qualche anno scolastico più avanti) a opere di letteratura ritenute inappropriate in certi programmi didattici. Ed effettivamente esiste la possibilità che, ragionando in questa direzione, si perdano di vista le metafore, i contenuti educativi e quelli morali.
Ecco perché, a mio parere, parlare di bullismo digitale non ha senso. La colpa non è dei telefonini. Non è nemmeno dei videogiochi. E’ vero, io andavo a scuola 20 anni fa. I telefonini non c’erano, i videogiochi sì. Ma nella scuola che frequentavo allora (insieme ad altri 1.500 studenti), la trasgressione non andava mai oltre qualche spinello fumato ai bagni, e – episodio isolato – una torta all’hashish sbucata fuori ad una festicciola durante i corsi serali. E non ci annoiavamo.
Alfredo
28 Maggio 2007 at 22:34
La pornografia minorile non c’entra proprio nulla. Per le foto che i due imbecilli hanno scattato, sarebbe stato piu’ pertinente parlare di violazione della privacy (accusa meno assurda).
E quando qualcuno si chiede cosa succede (http://www.pitelefonia.it/pm.aspx?m_id=2004076&id=2003862&r=Telefonia), ripenso che venti o trent’anni fa (e’ il mio caso), a scuola succedavano cose decisamente piu’ ridicole.
Io presi una nota dalla prof di matematica per aver usato la bic come una cerbottana. Adesso non ti danno una nota nemmeno se insulti un insegnante.
aghost
29 Maggio 2007 at 06:11
Dario stai scivolando sulla pericolosa china de “ai miei tempi….” :)))
Anche io lo faccio beninteso, credo dipenda dall’età: i tempi della giovinezza (nostra) sembrano sempre i migliori 🙂
Il bullismo digitale naturalmente è un’idiozia, ma fa sempre comodo trovare una scusa semplice per spiegare un problema complesso.
Che è, credo, una regressione sociale complessiva dovuta al nostro modello sociale. Un modello sociale che diventa sempre più competitivo, dove la precarietà di massa accentua ancor di più questo fenomeno che alla fine si traduce nel “mors tua vita mea”. Nel lavoro, nei rapporti umani eccetera, si vive cosi sotto pressione che ci si accoltella per un sorpasso o un parcheggio.
Le nuove generazioni vivono molto peggio di quelle che le hanno precedute, con un’insicurezza diffusa non solo economica ma anche, e direi soprattutto, morale. Una volta nelle piccole comunità c’erano, bene o male, dei riferimenti: la famiglia in primis, poi l’insegnante, il parroco, perfino il sindaco. Oggi non si conosce neppure il vicino di pianerottolo, che magari è pure albanese o romeno e quindi lo si guarda storto per principio. E “dall’alto” quali esempi arrivano? Dalla classe politica arrivano esempi devastanti, uno su tutti: se se sei furbo vai avanti, altrimenti resti indietro.
La televisione è la cattiva maestra per eccellenza, che propone modelli disastrosi dove un imbecille qualsiasi vince un milione di euro a un quizzone preservale, o dove un gruppo di dementi passa le giornate stravaccati su in divano a dire scemenze. Che cosa si pretende dunque?
La famiglia, il cardine fondamentale per qualsiasi individuo, è sempre più disgregata,cosa può fare in queste condizioni, con problemi economici sempre più stringenti, dove se non si lavora in due (magari con turni diversi) non si campa, e dove i bambini li devi parcheggiare, quando va bene, dai nonni o, quando va male, davanti alla tv?
Il guaio vero è che si va sempre peggio.
Bene signori, e anche oggi ho fatto il mio pippone da zitella acida… :)))
aghost
30 Maggio 2007 at 07:01
azz.. ho terrorizzato tutti? 🙂
db
30 Maggio 2007 at 08:04
no, forse semplicemente stiamo amaramente riflettendo sulle tue osservazioni. condividendole, almeno in parte se non in toto.