Sarà pubblicato la settimana prossima. Il ministero delle Comunicazioni lo ha annunciato oggi. 45 milioni la base d’asta.
La tecnologia WiMax (Worldwide Interoperability for Microwave Access), permette di distribuire la banda larga via radio ed è vista – in Italia come all’estero – come una concreta possibilità di abbattimento del digital divide, visto che consente la copertura di aree geografiche difficilmente raggiungibili, o ritenute poco redditizie per gli operatori. Come sempre, nel mondo delle TLC, l’introduzione di una nuova tecnologia deve rispettare alcuni principi: competitività del mercato e neutralità tecnologica sono fra i più importanti e fondamentali. L’auspicio è che non ci si riduca, come spesso accade, a dover far fronte a condizioni di mercato monopolistiche o oligopolistiche.
Oggi c’è stata la conferenza stampa di presentazione del bando. Salto le dichiarazioni di rito e riporto il resto:
La procedura scelta dal Ministero delle Comunicazioni, conseguente alla delibera AGCOM pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 135 del 13 giugno 2007, prevede che siano rilasciati 3 diritti d’uso complessivi delle frequenze disponibili nella banda 3.4 – 3.6 GHz, indicati come Blocco A, Blocco B e Blocco C, ciascuno di ampiezza frequenziale pari a 2×21 MHz.
Di tali diritti d’uso, 2 (Blocco A e Blocco B) sono rilasciabili per aree di estensione geografica macroregionale, mentre 1 diritto d’uso (Blocco C) è rilasciabile a livello regionale (con suddivisione provinciale nel caso delle Province Autonome di Trento e Bolzano). I diritti d’uso delle frequenze di gara hanno una durata di 15 anni a partire dalla data di rilascio, sono rinnovabili e non possono essere ceduti a terzi senza la preventiva autorizzazione del Ministero.
(…)
Specifiche di utilizzo dei diritti d’uso:
- ad uno stesso soggetto può essere assegnato un solo diritto d’uso per macroregione;
- il Blocco C è riservato prioritariamente a soggetti che non dispongano direttamente di diritti d’uso di risorse spettrali per l’offerta di servizi di comunicazione mobile di terza generazione (UMTS).
(…)
Garanzie che il singolo aggiudicatario deve prestare
Ogni aggiudicatario deve garantire una significativa copertura territoriale ed un particolare impegno nelle aree a “digital divide”. La copertura territoriale è calcolata con un meccanismo a punti previsto dal disciplinare di gara e risultante dall’installazione di impianti nei Comuni dell’area interessata.
I Comuni sono suddivisi in tre distinti elenchi. 30 dei 60 punti da raggiungere devono essere realizzati installando impianti nei Comuni a «digital divide totale», raccolti in un apposito elenco allegato al Bando di Gara.
Trascorsi i 30 mesi dal rilascio del relativo diritto d’uso, gli aggiudicatari che non utilizzino completamente le frequenze assegnate, sono tenuti a soddisfare richieste di soggetti terzi di accesso alle frequenze stesse, sulla base di negoziazione commerciale.
Per il WiMax mobile, mi sembra che ci siamo poco: non sembrano esserci esclusioni formali, ma il bando riguarda le frequenze disponibili nella banda 3.4 – 3.6 GHz. Se la memoria non mi inganna, per lo standard 802.16e (il WiMax mobile appunto) ci si dovrebbe assestare nella banda 2.3 – 2.5 GHz (mi sbaglio?).
Stefano Quintarelli osserva:
bisognera’ vedere se ci sara’ un divieto per 802.16e (wimax mobile) e per il backhauling (cioe’ per collegare tra loro le antenne che forniscono l’accesso agli utenti); se ci fossero, immagino i ricorsi per la non neutralita’ tecnologica.
In ogni caso, alla pubblicazione del bando qualche dubbio dovrebbe essere dissolto. Speriamo.
Punto Informatico / PI Telefonia
salpetti
13 ottobre 2007 at 18:02
Il WiMax è, secondo me, la chiave per un accesso globale e aperto a Internet, ovvero un importante strumento a servizio della democraza. L’Italia è già arrivata tardi, ora rischia di trasformare questa occasione nel solito “affare all’italiana” in cui a spartirsi i benefici sono in pochi a discapito dei cittadini.
Nel bando per l’assegnazione delle frequenze, infatti, ancano indicazioni sulla gestione della rete che si verrà a creare. Chi deciderà, quindi, a chi sarà permesso di accedere al Wimax e a chi no? Chi stablirà i prezzi?
Inoltre, non sono previste delle sanzioni per chi facesse un uso errato o improprio del WiMax oppure non utilizzasse affatto la licenza acquisita, ma solo l’obbligo di rivenderla…
Insomma, speriamo che non avvenga che “tutto cambia per non far cambiare nulla”.
salpetti.wordpress.com