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Password: scocciatura o serratura?

18 Nov

Nella classifica delle password più utilizzate, l’Italia si distingue (poco): mentre a livello mondiale resta saldamente in testa l’inossidabile “123456“, noi ci differenziamo con “admin” (dimostrando anche un discreto complesso di superiorità: l’admin è l’administrator, l’utente principale, il profilo con permessi di accesso “onnipotenti”). Ma in realtà la fantasia è poca, come si vede dal parallelo tra le top ten “Tutti i Paesi” e “Italia”. Perché nonostante siamo nel 2023, non tutti hanno maturato la consapevolezza che oggi, nell’era in cui tutto viene digitalizzato (dai documenti al conto corrente bancario), la password è la versione digitale della chiave – o della combinazione – che apre la cassaforte in cui conserviamo i nostri dati personali.

Si noti inoltre – sempre dalle classifiche qui riportate – quanto tempo serve per decifrare le password di uso comune: nel 70% dei casi basta meno di un secondo per aggirare l’ostacolo. Una menzione d’onore meritano però gli utenti che hanno scelto UNKNOWN, che danno più filo da torcere ai malintenzionati. Ovviamente uno dei criteri più diffusi resta sempre quello di utilizzare il proprio nome, ma nessun nome ricorrente potrà mai vantare presenze pari alle password più standard del mondo.

La debolezza della password è un problema? Sì perché, come detto sopra, le password sono le chiavi. Chiavi di casa digitali, del conto in banca, del computer. Se le perdiamo – o se ne perdiamo il controllo al punto da permettere a un’altra persona di impossessarsene e farne un utilizzo illecito – sapete meglio di me cosa può accadere: dal furto di informazioni a quello di identità, passando per i reati contro il patrimonio, le probabilità di subire un danno concreto sono direttamente proporzionali alla facilità di individuazione della parola chiave.

Le password devono essere complesse, e il più possibile slegate e indipendenti da qualunque informazione che ci riguarda: meglio pensare a qualcosa di differente dal nome (nostro o di qualcuno di famiglia, animali domestici inclusi), dalla data di nascita e da qualsiasi informazione che possa essere facilmente individuata, per conoscenza diretta o indiretta.

I criteri di composizione delle password devono andare in altre direzioni. Ad esempio si può pensare ad una frase, considerando le lettere iniziali di ogni parola che la compone e giocando con maiuscole e minuscole, usando anche lettere alternate a numeri e aggiungendo caratteri speciali. Oppure è possibile ricorrere a un generatore di password (come Roboform) e affidarsi alla sua scelta, senza utilizzare informazioni riconducibili a informazioni personali. Quando le password diventano tante e diventa difficile gestirle, anziché scriverle su un post it o in un foglio Excel, è il momento di affidarsi ad una soluzione di password management, cioè di qualcosa che possa aiutare a gestirne l’inventario e a recuperarle all’occorrenza. Una soluzione efficace e gratuita ad esempio è Devolutions Hub Personal.

Mai sottovalutare l’importanza delle password. Se pensate alle informazioni personali gestite dalle applicazioni installate su uno smartphone, ad esempio, capite bene quanta parte della vostra vita ha bisogno di password sicure: account social media, posta elettronica, conto corrente bancario, fascicolo sanitario elettronico, identità digitale. La possibilità che le nostre informazioni personali finiscano nelle mani sbagliate ci deve far riflettere: meglio una sola password, facile, da utilizzare per tutti gli account (che una volta rubata apre ai malintenzionati tutte le porte), oppure tante password complesse, diverse per ogni account?

 
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Pubblicato da su 18 novembre 2023 in news, privacy, security

 

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