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La carica degli influencer virtuali

19 Gen

Vi dicono niente Francesca Giubelli, Nefele, Aitana Lopez, Imma, Noonoouri, Leya Love, Liam Nikuro, Lil Miquela, Miquela Sousa, Kyoko Date? Sono i nomi di alcuni influencer virtuali, ovvero personaggi di fantasia che esistono solo nel mondo digitale. Chi crede che si tratti di una novità recente dimentica o ignora che già negli anni ’90 esistevano progetti di questo tipo: Kyoko Date ad esempio ha esordito nel 1996.

Dietro ognuno di loro c’è un progetto che ha l’obiettivo di creare un “personaggio”, nato dalla mente di una o più persone. Non raramente si tratta di aziende: poco tempo fa H&M ha realizzato una campagna di marketing avvalendosi anche di un’influencer virtuale. Una ricerca di Meta ha evidenziato il successo di quella campagna e il dato oggettivo di una drastica riduzione dei costi del personale, decisamente più convenienti (91%) rispetto a quelli sostenuti in campagne precedenti. E considerando che alcune modelle virtuali riescono già a guadagnare migliaia di euro al mese, possiamo pensare per queste risorse un ottimo rapporto benefici/costi.

La rapida evoluzione delle tecnologie – l’intelligenza artificiale in questi casi viene applicata in abbinamento a computer grafica, motion capture, machine learning e realtà aumentata – fa sì che presto sarà possibile creare personaggi che, a livello di immagine, saranno sempre più credibili e indistinguibili da un essere umano in carne ed ossa, rivoluzionando quei settori in cui è sufficiente mostrare la rappresentazione di una persona, e non l’espressione di una professionalità in carne ed ossa. Già da ora troviamo esempi di realizzazioni virtuali impressionanti che vanno dal presentatore televisivo al giornalista, dall’insegnante al reclutatore di un’agenzia di ricerca del personale. Per non parlare di tutti gli assistenti virtuali – decisamente poco sofisticati – che già popolano l’assistenza clienti dei siti web di molte aziende.

Dal mio post sui Frankestein virtuali (del 2019) i progressi sono evidenti: se volete “giocare” con qualcosa di molto soft, il sito che citavo allora – thispersondoesnotexist.com – c’è ancora e vi permette, con maggior realismo, di visualizzare un volto nuovo (e inesistente nella realtà) ad ogni caricamento della pagina.

 
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Pubblicato da su 19 gennaio 2024 in news

 

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