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Perché sfruttare i social per boicottare chi lavora?

23 Gen

Chi esorta a boicottare un’azienda perché è stata visitata da un politico (indipendentemente dal suo “colore”) non solo non sa davvero come gira il mondo, ma ne ignora proprio le basi.

Se siete contro un personaggio politico, organizzate una protesta contro di lui. Dal vivo, di persona, presentatevi di persona e non nascondetevi dietro uno smartphone: è fuori da ogni realtà chi esorta gli italiani a boicottare la Rummo S.p.A. solo perché Matteo Salvini le ha fatto visita nel suo ruolo istituzionale di vicepresidente del consiglio e ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

Non sottovalutate mai la potenza e le possibili conseguenze di un’iniziativa social che punta al boicottaggio di un’azienda. In questo caso si tratta di un pastificio che dà lavoro a circa 170 dipendenti e una cinquantina di collaboratori. Come ho scritto in un post precedente, (in occasione del Pandoro-gate in cui il bersaglio erano Chiara Ferragni la Balocco) è da irresponsabile esortare le persone a non acquistare Pasta Rummo: dietro ogni lavoratore c’è una famiglia, perché danneggiarla se alla base c’è un lavoro onesto? Dietro ogni azienda c’è un prodotto, e se è di qualità ed è realizzato onestamente, perché boicottarlo?

Se dal palco dei social network invitate gli italiani a non acquistare i prodotti di questa azienda (per motivi stupidi, soprattutto perché inesistenti) contribuite a creare un danno concreto a molte persone, solamente perché quell’azienda ha aperto le sue porte ad una carica dello Stato. Che, lo ribadisco, non importa quale “colore politico” rappresenti: in quel momento rappresenta un’Istituzione ed è lì per esaltare il frutto del lavoro dell’azienda.

Fate attenzione a non “polarizzare” questioni di interesse collettivo. Ragionate, ci vuole davvero poco a capirlo!

 
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Pubblicato da su 23 gennaio 2024 in news

 

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