Con un colpo di scena estivo, Facebook ha annunciato che metterà le proprie mani su FriendFeed, il servizio di content-sharing in real time fondato da alcuni transfughi di Google.
Meno conosciuto di Facebook, FriendFeed è un servizio che consente di integrare/aggregare in un’unica home i contenuti dei vari account che un utente ha su più piattaforme di social network o di micro-blogging e di seguire le tracce lasciate in Rete (Facebook, Twitter, Flickr, eccetera) da altri amici o contatti.
Qualcuno ritiene si tratti di un servizio utilizzato da una sorta di elite, e che Facebook abbia una natura più abbordabile e si possa adattare alla massa. Ora il fatto che il secondo, più popolare, acquisti il primo, più elitario, può suscitare reazioni contrastanti. Qualcuno teme che si possa arrivare ad un mix dei due (FaceFeed? FriendBook?), ma credo che fasciarsi la testa oggi sul futuro di FriendFeed sia prematuro.
Di certo, con questa acquisizione, Facebook riesce ad accaparrarsi un notevole know-how nel campo della ricerca delle news in real time e a lanciare così un guanto di sfida a Twitter. Speriamo che le sinergie vengano sfruttate in questo settore e non per propagare su una nuova piattaforma la possibilità di generare e diffondere applicazioni stupide del tipo “Scopri che personaggio dei Barbapapà sei”…
Intanto, in barba all’italico relax agostano, le novità fioccano copiose. L’ultima si chiama Facebook Lite 😉

mfp
13 agosto 2009 at 06:57
E’ sempre stato cosi’… il prodotto qualitativamente migliore che soccombe a quello commercialmente (ie: finanziariamente, chi stampa comanda… te lo ricordi quel film di Toto’ in cui lui faceva il falsario?) piu’ spinto… a me rimase impressa una intera facciata di un grattacielo nella city di Melbourne il giorno in cui usci’ Win95 (jump… ta,ta,ta,ta-taraaaa…); camminavo di li’ in una giornata un po’ grigia e uggiosa, ammaliato da centri commerciali giganteschi (Mayer’s, al ponte che univa i due edifici gli feci pure una foto per quanto mi aveva sturbato ‘sta cosa! Un ponte sospeso tra due edifici per fare si che io potessi comprare una aspirapolvere nel reparto dove lavorava mia zia, e poi passare all’altro edificio per comprare una fettina di culo di elefante vicino all’osso senza bagnarmi la permanente appena fatta al coiffeur che era all’ingresso; pensa tu), giro l’angolo e che mi trovo? Un imponente logo mai visto appoggiato su quel cielo blu con le nuvolette… e OS/2 che era tecnicamente mooooolto piu’ valido (tant’e’ che non ci crederai ma ho trovato ragazzi di 20 anni che tutt’oggi lo usano nella quotidianeeta’, una cosa da non crederci, da strofinarsi gli occhi e guardare again prima di crederci). E ancora prima: Spectrum e c64… Amiga e PC… Perottina vs PC… i primi erano tecnicamente superiori, ma finanziariamente deboli. Cosi’ si capisce perche’ la moneta, la stampa del denaro, era la voce di profitto n.1 del PIL statunitense (stampano, riversano in una economia florida, la affondano, e le loro aziende proliferano; lo hanno fatto un po’ dappertutto… dal Nicaragua all’Italia; arrivando ad immettere in circolazione moneta equivalente a 14 volte la ricchezza materiale esistente). Unica eccezione a questo trend, i protocolli di rete. Quelli si sono selezionati per via di una peculiarita’ dell’uomo, ma in particolar modo di noi tecnici informatici: la pigrizia (ie: usare meno energia per arrivare ad una quantita’ maggiore di materia). E cioe’ ethernet (diffusa su richiesta di Novell per affiancare un hardware ultraeconomico al suo software) soppianta decnet, token ring, etc. semplicemente perche’ costava poco, si rompeva poco (questo in realta’ solo dopo l’rg58), e – gia’ solo considerando il PESO dei cavi che ti devi scarrozzare – ci faceva lavorare poco 🙂
Per il tcp/ip e’ stata la stessa cosa. Io l’ho vissuta in periferia, ma proprio recentemente ho parlato con Bravi Tecnici che erano al centro, e le sensazioni sono state le stesse. Per questo l’elite che usa FriendFeed si stranisce dall’essere incorporata nella stupida massa barbara di FaceBook. E’ una degenerazione di quello strumento che alla lunga, essendo in effetti piu’ utile e personale di FaceBook, potrebbe minarne la superiorita’ informativa.