Di tutto ciò che è stato detto, scritto e mostrato sulla tragedia dell’11 settembre 2001, penso che questa immagine possa trasmettere una vaga idea della dimensione umana di quanto accaduto
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Quando il mail marketing è peggio del phishing maldestro
Chi invia mail di phishing a volte è talmente maldestro da tentare di ingannare gli utenti con mail improbabili, ma ora anche chi invia mail di marketing – soprattutto per promuovere attività di trading online – si sta infilando nella stessa scia… a meno che non si tratti anche qui di phishing, gli indizi che inducono a crederlo non mancano: dal mittente farlocco (chi ha scritto la mail? Serena o Laura?) alla cifra scritta a caso (prima sono 1945 euro, poi 1495). La mancanza di cura del dettaglio spesso denota approssimazione e dilettantismo.
E’ necessario tenere presente che, nell’ambito del mail marketing, operano professionisti e aziende affidabili che lavorano per clienti seri. L’esempio che ho presentato non rientra in questo ambito e questi “operatori” rischiano di minare la fiducia nella categoria.
Occhio al futuro
In questi ultimi tempi, nel settore della tecnologia, spiccano i business orientati alla wearable technology, la tecnologia indossabile che oggi è già realtà di serie per quanto riguarda gli smartwatch e altri accessori in uso da tempo, e che ora sta puntando dritta agli occhi degli utenti. In particolare si parla molto di due operazioni:
- l’accordo siglato tra Luxottica e Google per il design dei Google Glass;
- l’acquisto di Oculus da parte di Facebook.
I primi, per chi non ne avesse ancora sentito parlare sono occhiali per la realtà aumentata, con un piccolo display HD posto in prossimità dell’occhio (che equivale ad uno schermo da 25 pollici visto a due metri di distanza), audio a conduzione ossea, una fotocamera da 5 Megapixel (che può scattare foto e registrare video a 720p), connettività WiFi e Bluetooth e una memoria da 12 GB. Permettono di utilizzare funzionalità simili a quelle degli smartphone (chi li indossa può fare compiere le azioni più svariate). L’accordo con Luxottica rappresenta un matrimonio tra la loro tecnologia e il design, quindi presto potremmo vedere questa tecnologia su occhiali Ray-Ban o Oakley (marchi di proprietà di Luxottica), solo per citare i più sportivi.
Oculus ha progettato un visore per la realtà virtuale, apparentemente ideale per i videogame: indossato, il visore mostra due diverse immagini agli occhi dell’utilizzatore, offrendogli una visione 3D. Il dispositivo è dotato di sensori per rilevare e riprodurre gli eventuali movimenti della testa, e far reagire il “mondo virtuale” di conseguenza. Zuckerberg in questo visore ha visto altro, ossia la possibilità di immergere l’utente nel suo social network per trasformarne l’esperienza per quanto riguarda ogni forma di intrattenimento (per dare all’utente la sensazione di trovarsi dentro un film, nel mezzo di un evento sportivo, o di fronte al docente in un’aula universitaria).
Mirabolanti possibilità per gli utenti, ma soprattutto per le due aziende in campo, che negli ultimi tempi hanno fatto scuola in materia di invasione nella privacy degli iscritti ai loro servizi: questi attraenti dispositivi ampliano a dismisura le loro possibilità di business (e quelle dei loro inserzionisti). Se oggi ci profilano – mediante smartphone o computer – memorizzando i dati delle nostre ricerche, della navigazione e della nostra localizzazione per incrociarli al meglio con le offerte dei loro inserzionisti, domani – mediante un wearable device, dispositivo indossabile – potranno essere ancora più mirati, puntuali e precisi, perché godranno della massima attenzione dell’utente, ancor meno distratto da fattori esterni e quindi più concentrato su quanto percepisce. Il business non è (solo) nella vendita del dispositivo, ma si alimenta con l’indotto dei servizi accessori che gravitano attorno al dispositivo; il legame tra le due entità può non essere immediatamente visibile, ma in realtà è saldo e iindispensabile al buon andamento del mercato in cui si muovono queste grandi aziende.
Come ho avuto modo di dire in passato, la tecnologia non va frenata, ma è necessario conoscerne tutti gli aspetti affinché ognuno possa sfruttarla per perseguire i propri interessi e appia piena consapevolezza tanto dei rischi quanto delle opportunità derivanti dalle innovazioni.
E’ ora dell’ora legale!
Vi ricordate che stanotte entrerà in vigore l’ora legale?
Significa che da domani – convenzionalmente alle ore 2.00 – dovrete tirare avanti il vostro orologio di un’ora. Quindi, andando per ovvietà:
- stanotte – e solo stanotte – le 2 diventeranno le 3;
- perderemo un’ora di sonno;
- molta gente per qualche giorno avrà il sonno disturbato;
- molti torneranno a chiedersi “perché c’è l’ora legale” e molti ancora si chiederanno se davvero si gode di un’ora di luce in più, e se davvero si risparmia energia
- qualcuno, per compiere un rasserenante percorso mentale, guarderà il calendario chiedendosi “quando torna l’ora solare” (risposta: domenica 27 ottobre)
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L’omaggio che Google dedica oggi a Douglas Adams (chi non sapesse di cosa si sta parlando può partire dalla Guida galattica per gli autostoppisti)
E l’audience s’impenna
Eccezionale strategia di comunicazione che integra spettacolo, politica, gioco e scommesse:
- Berlusconi da Santoro, si scommette su abbandono studio – Stanleybet quota a 5.00 la ‘fuga’ in diretta dell’ex premier – Prima Comunicazione via ANSA
- Elezioni: Stanleybet, Berlusconi da Santoro. Già pronto il ‘piano di fuga’ – Agenzia Parlamentare
Microsoft pensa alla domotica
R2 Studios, una società americana che si occupa di home automation nata neppure due anni fa, è stata acquisita da Microsoft dopo alcune trattative (che hanno coinvolto anche Apple e Google). In un articolo della scorsa settimana, il Wall Street Journal spiega che il fondatore Blake Krikorian (conosciuto per aver dato vita a Sling Media e fresco dimissionario dal board di Amazon) farà parte di un team di sviluppo presso l’azienda di Redmond, che da Krikorian ha rilevato i brevetti di alcune tecnologie di controllo per dispositivi elettronici.
R2 Studios è nota per R2 Control for Crestron, un’applicazione che offre ai device Android funzionalità di controllo per sistemi di domotica. Una prospettiva verosimile sarebbe quindi quella di vedere, in futuro, un’applicazione dello stesso tipo su Windows Phone, se non addirittura una piattaforma Microsoft (un’evoluzione della XBox, di Kinect, o di entrambe) che possa integrare intrattenimento domestico e domotica.
Vade retro, asteroide 2011 AG5
Una buona domenica a tutti! E – nonostante tutti i motivi di preoccupazione che ricaverete dalla lettura delle news di oggi – ricordate di tirare un bel sospiro di sollievo perché domani avete una ragione in più per brindare: l’asteroide 2011 AG5, nel 2040, non ci colpirà.
La cura
Salvatore Iaconesi ha un tumore al cervello. Da tecnologo orientato all’open source, ha pensato (bene) che condividere via Internet la propria cartella clinica fosse la strada più naturale da percorrere per trovare una cura.
Come? Lo spiega nel suo sito web:
Ho un tumore al cervello.
Ieri sono andato a ritirare la mia cartella clinica digitale: devo farla vedere a molti dottori.
Purtroppo era in formato chiuso e proprietario e, quindi, non potevo aprirla né con il mio computer, né potevo mandarla in quel formato a tutti coloro che avrebbero potuto salvarmi la vita.L’ho craccata.
L’ho aperta e ho trasformato i suoi contenuti in formati aperti, in modo da poterlicondividere con tutti.
Nel giro di poche ore è riuscito a condividere questi dati con tre medici, due dei quali lo hanno già contattato.
L’idea ha un approccio open data e l’obiettivo è più ampio di quanto si possa intuire:
Progressivamente, renderò disponibili tutte le risposte che riceverò, sempre in formati aperti, così che chiunque abbia il mio stesso male possa beneficiare delle soluzioni che ho trovato.
Questa è una CURA. E’ la mia CURA OPEN SOURCE.
Questo è un invito a prendere parte alla CURA.CURA, in diverse culture, vuol dire diverse cose.
Ci sono cure per il corpo, per lo spirito, per la comunicazione.
Prendete le informazioni sul mio male, se ne avete voglia, e datemi una CURA: fateci un video, un’opera d’arte, una mappa, un testo, una poesia, un gioco, oppure provate a capire come risolvere il mio problema di salute.Artisti, designer, hacker, scienziati, dottori, fotografi, videomaker, musicisti, scrittori.Tutti possono darmi una CURA.
E l’invito è di creare una CURA usando i contenuti reperibili in DATI/DATA nel sito artisopensource.net/cure, e di inviarla all’indirizzo info@artisopensource.net.
E questo, a mio avviso, al di là del banale gioco di parole che potrebbe sembrare fine a se stesso, è uno stupendo esempio di apertura mentale. La cura è già iniziata.
Classe
Quale, tra questi tre, è l’Artista che ha più classe?
- Lady Gaga (Stefani Joanne Angelina Germanotta, classe 1986), cantante, performer, abituata a stupire e far parlare di se’, non necessariamente per le sue doti canore, la scorsa settimana durante un concerto in Nuova Zelanda è stata colpita in scena da un palo – maldestramente maneggiato da un ballerino – che le ha causato una commozione cerebrale. Da quel momento in poi ha continuato a cantare, ma molti sospettano abbia proseguito l’esibizione in playback.
- Madonna (Madonna Louise Veronica Ciccone, classe 1958), cantante, attrice, performer, ha iniziato a far stupire e far parlare di se’ molto prima di Lady Gaga (e anche lei ha sempre cercato di farlo su cose diverse dalle doti canore), alcuni giorni fa durante un concerto a Istanbul improvvisamente non ha trovato niente di meglio da fare che scoprirsi il seno (“Non voleva essere un gesto di provocazione studiato a tavolino, mi è venuto spontaneo”, spiegherà dopo, con il candore di una Sara Tommasi qualunque). Chi ha assistito al concerto di stasera a Milano dice che nell’esibizione si è fatta aiutare dalla tecnologia.
- Bruce Springsteen (Bruce Frederick Joseph Springsteen, classe 1949), cantautore, musicista, quando suscita stupore e fa parlare di se’ lo fa più che altro per le sue doti di artista e per le sue caratteristiche umane. Come la scorsa settimana nel suo concerto a Milano, quando ha suonato e cantato per tre ore e quaranta minuti. Decisamente non si è risparmiato, anzi si è speso molto. Non per niente è The Boss