Ieri sera ho provato a vedere Annozero e non c’ho capito quasi nulla, per vederci chiaro sarebbe stato necessario avere una batteria di fendinebbia. Peccato che nessuno dei presenti fosse – a mio avviso – nella posizione di accenderli.
La trasmissione si è focalizzata sulla televisione italiana, sulla qualità dei palinsesti, sulle intercettazioni telefoniche Rai – Mediaset, sull’ingerenza che la politica ha esercitato ed esercita nel mondo televisivo. Ma l’impressione che ne ho tratto io è talmente confusa che, alla fine, mi è sembrato di vedere – proprio nella puntata di Annozero di ieri sera – l’essenza della TV italiana. Che sembra essere nella nebbia. Non sono riuscito nemmeno a capire quale fosse il messaggio che Annozero volesse trasmettere, ho capito solo che la TV e l’informazione italiana stanno vivendo un momento di crisi, ma ho questa percezione da ben prima di ieri. Per mia fortuna non sono il solo e mi sembra che Luca De Biase renda bene l’idea quando scrive:
Tutta la prima parte è stata dedicata a un lunghissimo intervento di Raffaella Carrà. Che francamente parlata di sé e dintorni. A che pro? Incomprensibile. A meno che non si volesse creare un’impressione precisa, tipo: “noi siamo la tv popolare; l’estrema sinistra è l’unico interprete del sentimento popolare; lo scetticismo nei confronti del governo è generalizzato”. Se questa era l’intenzione del programma sono riusciti a dare l’idea che non succederà niente di importante al sistema televisivo.
Ma il piano era quasi perfetto. Hanno parlato anche di internet come un medium dove i giovani cercano e trovano cose molto più interessanti di quelle che offre la tv. Hanno ammesso che se continua così la tv resta il medium delle persone meno informate, meno colte, più sole, più povere… Hanno dichiarato insomma che la tv è in crisi strutturale. E hanno chiaramente dimostrato di non avere la più pallida idea di che cosa fare in merito.
Ora, la questione è proprio questa. La riforma tv non è una faccenda solo di potere. E’ una questione fondamentalmente mediatica, sociale, economica e culturale. Se la tv non cambia strutturalmente perde importanza. Se non decide la politica, deciderà la storia.
aghost
7 dicembre 2007 at 19:07
la politica decide comunque, anche di non fare nulla perché non gli conviene, alla faccia nostra e della storia 🙂
Oscar Ferrari
9 dicembre 2007 at 12:23
Io sinceramente, della tv che parla di se stessa non ne posso più
MFP
12 dicembre 2007 at 06:11
Secondo me e’ solo l’inizio… e a parlare sara’ la storia. La tv e’ un mezzo obsoleto, tutto qui. Non e’ la prima volta nella storia in cui un’invenzione (es: i bastioni) viene completamente e irrimediabilmente soppiantata da un’altra (es: la polvere da sparo). Fatevi una partitella a Civilization 😛
Al momento non c’e’ il grande crollo per questioni di abitudine, di assenza di veri e propri sostituti: una scatoletta programmabile … un computer… gia’ integrata nel televisore; con telecomando; linee adsl con prestazioni che permettono di vedere la TV, telefonare e scaricare, contemporaneamente; dei contenuti in rete per cui ne vale la pena fermarsi a guardare. Le IPTV stile Fastweb/Alice/Tiscali sono chiuse, stantie, unidirezionali; le webtv sono rudimentali e mere trasposizione di contenuti simil-televisivi fatte da persone con mentalita’ televisiva (es: nell’impostazione del workflow), e regia televisiva (le procedure usate per “girare”), e strumenti televisivi, e spesso dipendenti dai media mainstream; ad esempio vendere la propria produzione ad un canale mainstream e’ l’unica fonte di reddito certa, per il resto i business plan sono tentativi da startup kamikaze; e facendo questo dipendono fortemente dal diritto d’autore standard… non possono cioe’ adottare modelli che puntano all’abbondanza come CC… da una parte non li capiscono si, ma non sono nemmeno nella posizione di poterli usare.
Fondamentalmente sta avvenendo un’evoluzione/transizione nel modo piu’ naturale possibile… gradualmente 🙂
Appena saranno risolti questi ultimi problemi e quindi la “tv che arriva dalla rete” iniziera’ a tirare … allora ci sara’ la grande discontinuita’, la tv si spegnera’ e finalmente smetteremo questo spettacolo (eheh, spettacolo…) pietoso. Con la speranza che la rete restera’ neutrale ancora a lungo… c’e’ seriamente il rischio di veder mutare Internet come nessuno di noi vorrebbe…