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Wind non vuole essere fanalino di coda

Reti UMTS, HSDPA e TV mobile sono ciò su cui puntano i vari operatori mobili taliani. A dire il vero su queste tecnologie puntano TIM, Vodafone e 3 Italia.
Un focus reso evidente da offerte, spot pubblicitari e comunicati stampa che le
tre aziende spargono a più non posso in questo periodo.

In questo contesto Wind sembrerebbe assumere il ruolo del fanalino di coda. Ruolo confermato, almeno in quanto agli investimenti in tecnologie, dall'amministratore delegato Paolo Dal Pino, che in un'intervista pubblicata oggi da Affari & Finanza di Repubblica dichiara: “Non ho difficoltà a ammetterlo, noi siamo quelli che come innovazione tiamo dietro agli altri, non certo davanti”.

Il manager non è affatto infastidito dalla posizione dell'azienda: le ultime novità, ritiene, interessano solamente "poche migliaia di tecno-fan" e trova le ragioni della propria convinzione nei numeri prodotti dall'azienda: "nel mobile siamo quelli che sono cresciuti più di tutti e non possiamo certo lamentarci (…) Se uno interviene con dei buoni servizi e con una buona distribuzione, riesce comunque a fare il suo business”.

Nell'intervista si parla anche di convergenza: la nuova frontiera della telefonia in cui, a mio avviso, l'azienda potrebbe avvantaggiarsi del fatto di essere presente nella telefonia mobile, con la rete Wind, e in quella fissa con Infostrada. Condizione in cui si trova anche Telecom Italia, in procinto di lanciare l'offerta Unico. Invece Dal Pino fa un discorso diverso: "anche noi di Wind siamo per la convergenza e pensiamo che il luogo dove realizzarla sia il nostro portale Libero, attraverso la creazione di piattaforme tecnologiche comuni che consentano poi agli utenti di scambiarsi contenuti di tutti i tipi. Questo abbiamo fatto e questo faremo ancora di più in futuro".

Oggi è ancora prematuro capire chi ha ragione. Il periodo critico è questo e, sempre a mio parere, si vedrà nel medio termine chi avrà operato la scelta vincente tra  Wind, che investe meno in tecnologie e più nella autogenerazione di contenuti da scambiare in rete, o gli altri tre operatori, che sembrano inseguirsi a colpi di tecnologie innovative. 

 
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Pubblicato da su 12 giugno 2006 in news

 

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L’iPod ha battuto la birra

Come cambiano i tempi: in cima alla lista dei desideri, gli studenti americani hanno messo l'iPod, scalzando… la birra.

 

Lo afferma Student Monitor, una società americana con sede nel New Jersey, che dichiara che in una ricerca condotta su migliaia di studenti di un centinaio di college USA, il 73% degli interpellati ha dichiarato che l'iPod è l'oggetto più cool del momento.

Precedenti illustri: anche nel 1997 la birra era scesa al secondo posto, lasciando il gradino più alto del podio a Internet

 
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Pubblicato da su 11 giugno 2006 in news

 

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Che succede domani, 06/06/06 ?

Qualcuno definisce quantomeno suggestiva la combinazione delle cifre che compongono la data di domani: 6 giugno 2006 in effetti non dice nulla; 06/06/2006 nemmeno; ma 06/06/06 comincia a a far balenare in testa qualcosa. Se poi qualcuno pensa di scriverla come 6/6/6 ecco che ci avviciniamo al numero della bestia, (Gv 13:16-18) che però è Seicentosessantasei.

C'è qualcuno che si preoccupa, nel mondo, per l'approssimarsi di questa data. Un esempio su tutti:

  • TGCOM del 30 maggioMelissa Parker, 30 anni, di Berks (Gran Bretagna) partorirà il 6 giugno 2006. Una data particolare: 06/06/06 o 666, secondo la Bibbia, è il numero del diavolo. La donna, amante dell'horror, vorrebbe anticipare il parto, per non dare alla luce l'antiCristo. Secca (io definirei l'unica plausibile) la replica dei medici: "Lasciamo che la natura segua il suo corso. Il bimbo nascerà quando sarà pronto, non importa in che giorno".

Ma ci sono riflessioni più spensierate e meno inquietanti che si possono elucubrare… Chissà cosa sarebbe dovuto accadere al mondo, se le persone nel corso dei secoli avessero temuto di generare il diavolo. Ecco due, fra esse, che non hanno sofferto nulla perché nessuno ha manifestato (o si è guardato bene dal farlo) un simile timore: Pierre Corneille, drammaturgo francese (06/06/1606) e Paolo Stoppa, attore italiano (06/06/1906).

Non avrebbe pregio (ma lo faccio per superflua completezza) citare anche Murdoc Niccals, bassista dei Gorillaz, dal momento che la sua data di nascita è 06/06/1966 e quindi, abbreviata (06/06/66), presenta un 6 di troppo e non lo si può certo demonizzare per questo. Ma lo si potrebbe fare per l'ultimo album della band, Demon Days.

Per i cinefili: tanto per rimanere in tema, domani esce The Omen. Buona visione.

 
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Pubblicato da su 5 giugno 2006 in news

 

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11/9, complotti e controcomplotti (RELOADED)

Ieri sera Matrix è tornata a parlare degli attentati dell'11 settembre 2001. Lo ha fatto con il supporto di due contributi: il primo è il film-documentario girato da Massimo Mazzucco (ecco una delle sue analisi), sostenuto dall'ospite in studio Franco Fracassi, giornalista e documentarista. Il secondo è il materiale elaborato dalla redazione della trasmissione e raccolto da Paolo Attivissimo, che ha presentato argomentazioni sostenute da Alessio Vinci, giornalista e esponsabile di CNN Italia.

Non intendo esprimere teorie o controteorie, ma sottolineare solo alcune cose: ad esempio, come sono state smontate alcune argomentazioni complottiste, espresse anche da Fracassi (che come ricorda Paolo Attivissimo nel suo blog, ha confuso un B25 con un B52). Oppure come può essere facile creare un mistero dove non c'è.

Ma soprattutto, e questa è la vera ratio di questo post, la trasmissione di ieri ha dimostrato come sia possibile al giorno d'oggi che la qualità del lavoro di certi giornalisti possa essere seriamente messa in discussione dall'accurato lavoro di ricerca, non di un esperto militare, di spionaggio o terrorismo, ma di uno scrittore d'informatica divulgativa e cacciatore di bufale 😉

Che si è rivelato anche un blogger di un certo successo. E qui forse qualche giornalista storcerà il naso, ma entriamo in un campo che non è di mia competenza, e sul quale Mantellini sa molte più cose di me.

UPDATE Di contro-contro-analisi ne esistono a bizzeffe. Una degna di nota è pubblicata su web a questa pagina e realizzata da drjackal. Il cui lavoro è decisamente interessante, ma ha un difetto: è farcita di insulti e di frasi offensive contro Paolo Attivissimo. Intendiamoci, al sottoscritto non interessa difendere nessuno (al posto di Attvissimo potrebbe esserci chiunque), ma non è in questo modo che si argomenta o si confuta qualcuno.

Chi si limita ad esporre fatti di pubblico interesse, di solito, è ascoltato e apprezzato da tutti. Chi farcisce le propria tesi di improperi, rende il proprio lavoro del tutto vano e rischiadi essere inascoltato.

 
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Pubblicato da su 1 giugno 2006 in news

 

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Prima l’uovo!

Una notizia riportata da molte agenzia di stampa di oggi rivelerebbe la soluzione del dubbio: "E' nato prima l'uovo o la gallina?".

Sviluppo di un uccello nell'uovo XIX sec. - Tratto da Wikipedia

  • (ANSA) Due professori universitari e un allevatore britannici sono certi della risposta: l'uovo. Il motivo, spiegano sul Times, è da cercare nella genetica, oltre che nella logica: il materiale genetico non muta durante la vita di un animale. Perciò, il primo uccello che si è evoluto in quella che oggi noi chiamiamo gallina dev'essere prima esistito come embrione all'interno di un uovo, avente lo stesso dna della gallina che sarebbe diventato.

Forse era uno di quei dubbi a cui non era necessario dare una risposta definitiva. Ma ora che ne esiste una ritenuta "attendibile", qualcuno dovrà cercarsi un nuovo dilemma o aggrapparsi a disquisizioni diverse come quella sul sesso degli angeli. Almeno finché qualcun altro non pretenderà di dare una risposta scientifica anche a quello.

Ma di che animale era l'uovo da cui è nata la gallina?

 
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Pubblicato da su 27 Maggio 2006 in news

 

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11/9, complotti e controcomplotti

Mercoledì sera Enrico Mentana ha dedicato la centesima puntata di Matrix (auguri) all'attacco terroristico dell'11 settembre 2001.

(Dal sito della trasmissione) In questi giorni l'attenzione del mondo  è tornata a quella data storica grazie a due pellicole americane. Una del regista Oliver Stone che al Festival di Cannes ha presentato il suo nuovo film "World Trade Center"; l'altra di Paul Greengrass dal titolo "United 93"il volo che l'11 settembre, a causa della ribellione dei passeggeri, cadde in Pennsylvania e quindi mancò l'obbiettivo.

Inoltre proprio in questi giorni il Pentagono, dopo quasi 5 anni, ha accettato di rendere pubblici dei filmati che documentano l'attacco terroristico alla sua sede.La decisione del Pentagono aveva l'obbiettivo di fare chiarezza sull'accaduto e invece le sequenze inedite hanno scatenato dubbi e polemiche, alimentando quel sottobosco di "verità alternative" che da tempo circola nel web.
Non tanto sui due film, ma sul video relativo al Pentagono avrei qualche perplessità. Nel senso che questi (pochi) fotogrammi che sono stati diffusi nei giorni scorsi non sembrano diversi dalle immagini che alcuni anni fa erano state pubblicate da Nexus al riguardo. 

UPDATE Tornando a Matrix, la puntata (scaricabile dall'archivio della trasmissione) sembra focalizzata su alcuni aspetti che il conduttore con due ospiti (Giulietto Chiesa e Marco Taradash) hanno tentato di approfondire. L'argomento è interessante, ma ancor più interessante è questa puntuale analisi della puntata stilata dal sagace Paolo Attivissimo, che ha avuto la pazienza di sorbirsela tutta. Anche qui il consiglio è di leggere con attenzione. 

 
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Pubblicato da su 27 Maggio 2006 in news

 

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Corsi universitari sul lettore MP3?

Mai più aule affollate e studenti disattenti: l'Universita' di Bradford ha preso l'importante e innovativa decisione di abolire le lezioni accademiche ordinarie, rendendole scaricabili su podcast.

L'iniziativa, riferisce l'istituto, è finalizzata a permettere ai professori di disporre di più tempo per seguire gli studenti in piccoli gruppi. Un professore di microbiologia  avrebbe dichiarato "da ora gli studenti potranno seguire le lezioni attraverso il loro lettore MP3 o scaricandole dal computer".

Cosa ascolti, l'ultima dei RHCP? No, la raccolta del "mitto intermedio".  

 
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Pubblicato da su 26 Maggio 2006 in news

 

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Piange il telefono

Anzi, l'operatore che poteva contare su un simile abbonato.
Repubblica racconta:

Centomila telefonate intercettate in otto mesi. Tutte sull'utenza di Luciano Moggi. È la linea rovente del pallone, il filo conduttore dell'inchiesta sugli intrighi del mondo del calcio […]

Notizia dello stesso tenore (e con le medesime proporzioni) viene riportata da Calcio.Leonardo.it, che titola:

Nazionale, i PM: "Moggi incideva sulle convocazioni"

Se queste cifre fossero vere, il titolo dovrebbe essere "Moggi incideva sulle comunicazioni".
Ma è verosimile? Prendiamo per buone le cifre, benché approssimative, e facciamo un breve calcolo considerando, per brevità, un mese standard (commerciale) di 30 giorni.

100.000 telefonate / 8 mesi = 12.500 telefonate in un mese (caspita, sono tante)
12.500 / 30 giorni = 416 telefonate al giorno (caspita, sono tante)

Non potendo considerare la persona insonne e ritenendola capace di dormire, ad esempio, 6 ore a notte, restano 18 ore fruibili nell'arco di una giornata. Per cui

416 / 18 = 23 telefonate all'ora (caspita, sono tante)

Il che riconduce a telefonate della durata approssimativa di due/tre minuti, che Luciano Moggi dovrebbe aver effettuato o ricevuto durante le ore trascorse da sveglio, senza effettuare pause. Sempre al telefono, insomma, anche quando nelle trasmissioni sportive (di cui poteva anche essere ospite) o al telegiornale veniva inquadrato senza un cellulare all'orecchio.

 
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Pubblicato da su 18 Maggio 2006 in news

 

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Quando il cellulare era una calibro 22

La polizia di New York sarebbe alla caccia di un'arma letale, che potrebbe essere appena uscita da un film di James Bond: una pistola calibro 22 mimetizzata da telefono cellulare. Anche il nostro Corriere della sera e il TGCom oggi riportano la notizia.

Una bufala? Niente affatto, è tutto vero. O meglio, pare che sia vero che esiste una calibro 22 con l’apparenza di un cellulare. Una pistola in grado di sparare quattro proiettili in rapidissima successione alla semplice pressione dei tasti 5, 6, 7 e 8: grilletto nella tastiera, caricatore nascosto dal display, canna mimetizzata nell'antenna.

(immagini tratte da UrbanLegends.com)

Il problema è che non è una gran notizia, perché non si tratta di una novità… esplosiva: The Register  ne aveva parlato già cinque anni fa. All’epoca si era parlato di armi prodotte in Jugoslavia o Croazia. In effetti fu in quel periodo che un trafficante d’armi sloveno fu fermato con un carico di questi “cellulari”, diretto in Europa occidentale. E sempre allora, durante una retata di un reparto antidroga, ad Amsterdam fu scoperto un magazzino dove erano conservate casse di questi telefonini.

E’ probabile che il Corriere e TGCom abbiano tratto la notizia da Officer.com, ritenendolo una fonte aggiornata.

 
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Pubblicato da su 18 Maggio 2006 in news

 

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FIAT si da’ all’hi-tech

Il marketing dell'azienda torinese si affaccia ad un nuovo business: dopo aver lanciato felpe, borsette e scarpe "alto di gamma", ora il marchio Fiat sta per essere legato al settore dell'hi-tech.

La notizia ha cominciato ad essere diffusa nella seconda metà di aprile: si tratta di un'operazione di "co-marketing", come riferito da Pubblicità Italia, che Fiat ha posto in essere con T-Logic per lanciare una nuova linea di prodotti per appassionati di motori e multimedialità.

Per l’occasione, l'acronimo Fiat diventa "Fabbrica Italiana Alta Tecnologia".

 

La "vetrinetta" che presenta alcuni dei prodotti si basa su una trovata semplice ed efficace: si tratta di quattro cilindri (evidente richiamo al mondo dei motori) con pistoni in alluminio anodizzato su cui poggiano i dispositivi con brand Fiat.

Secondo quanto comunicato, si tratta di un lettore MP3 photodisplay (di nome Album), una videocamera digitale pocket (Cinema), una fotocamera digitale subacquea (Istante), un media player portatile con disco fisso (Genio) e un rilevatore di tasso alcolico tascabile per la guida sicura (Amico), quest'ultimo decisamente interessante.

C'è chi ha associato le stesse immagini pubblicitarie alla notizia che Fiat sarebbe pronta a sfornare una nuova gamma di telefoni cellulari (tra gli altri, PuntoCellulare.it, MyTech, Portel), di cui però, al momento, non si hanno dettagli. Sarà stata solo una libera interpretazione? 

 
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Pubblicato da su 15 Maggio 2006 in Mondo, news

 

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Fango su 3 Italia e Telecom Italia

Studio Celentano riporta la notizia che oggi il settimanale L'Espresso ha pubblicato un articolo in cui si dichiara che 3 Italia avrebbe accusato Telecom Italia di essere il mandante del famoso servizio trasmesso da Report:

Un comunicato di 3 Italia smentisce quanto riportato dall'articolo pubblicato oggi dall'Espresso che attribuisce le accuse dirette a Marco Tronchetti Provera all'entourage dell'ad Vincenzo Novari. 3 Italia dichiara che il contenuto dell'articolo "è falso e privo di qualsiasi fondamento" e annuncia che si riserva di agire per vie legali.

Alcuni rumors riferiscono invece che avvocati e consulenti legali di 3 Italia starebbero ringraziando tutti coloro che stanno contribuendo a rendere intricata la vicenda, mentre quelli di Telecom starebbero meditando sul da farsi.

 
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Pubblicato da su 12 Maggio 2006 in media, Mondo, news

 

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Oggi cultura di spessore

Ultimamente ho avuto poco tempo per i curare i contenuti del blog. Ho un paio di bozze interessanti in cantiere e per i prossimi giorni assicuro letture interessanti.

Ma questa sera non posso esimermi dal sottolineare il successo di una serata a carattere culturale che ha avuto luogo presso la biblioteca di Calolziocorte, a cui ho avuto il privilegio di prendere parte. Protagonista della serata, appuntamento che faceva parte del ciclo Incontri con l'autore, è stato Luca Rota, poliedrico autore di racconti, romanzi, poesie e saggi, nonché indomito e libero esternatore del proprio pensiero. Il sottoscritto è stato invitato, con l'attore teatrale Massimo Nava, per partecipare attivamente, in veste (indegna, assicuro) di declamatore di opere poetiche.

Invito chi legge a visitare, anche solo per curiosità, il sito dell'autore, in cui sono pubblicate alcune opere iberamente scaricabili e i cui contenuti offrono spunti e motivi notevoli di riflessione, oltre che di godibile intrattenimento. Anche perché, come abbiamo avuto modo di dire durante la serata, troppo pochi sono gli autori che diffondono su internet le proprie opere a beneficio della collettività. Evidentemente sono troppo pochi coloro che scrivono per il piacere di scrivere e per ispirazione, mentre molti sono coloro che scrivono per inseguire, in questo modo come in un altro, un traguardo di notorietà, successo e vanagloria.

E trascurano un aspetto di rilevo: internet è uno straordinario e democratico, per chi vi può accedere, strumento di comunicazione di massa. E può trasformarsi in un veicolo promozionale di enorme impatto. Chi vuole farsi conoscere e non lo sfrutta, pur avendone la possibilità, commette un madornale errore. Gli autori che non diffondono liberamente in rete parte delle proprie opere, per darne un assaggio alla collettività… semplicemente non sanno cosa si perdono.

 
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Pubblicato da su 10 Maggio 2006 in Mondo, news

 

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3 vuole la TV per entrare in Borsa

Imperdibile la puntata di Report andata in onda questa sera. Si è parlato di H3G, ossia di TRE, l’operatore mobile che ha lanciato in questi giorni il suo nuovo servizio televisivo che si chiama Walk TV, laTV mobile.

A parte il fatto che, nel servizio, ha fatto capolino anche una schermata estratta da internet che riportava un articolo di Punto Informatico firmato dal sottoscritto (e questo, oltre a dare soddisfazione, significa che anche Report legge PI), il reportage è interessante per motivazioni abbastanza condivisibili: H3G intende quotarsi in Borsa (anche se non si sa ancora bene quando, visti i continui rinvii), e quando lo sarà (quotata) la sua vita finanziaria potrà essere legata a quella dei risparmiatori italiani. Legittimo, quindi, conoscerne bene alcuni aspetti, magari di carattere finanziario. Invito tutti a visitare la pagina web del servizio.

Anche per farsi venire qualche dubbio.

UPDATE: non posso che condividere in toto il parere di Beppe Caravita sul servizio di Milena Gabanelli (del quale stila un efficace riassunto)

 
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Pubblicato da su 30 aprile 2006 in media, news

 

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Cosa danno su C|net?

  Il televisore Braun tratto da Wikipedia
Dal blog Cablogrammi di Massimo Russo apprendo con piacere che C|net, che non ha bisogno di presentazioni per ogni buon tecnologo, vara un nuovo canale televisivo.

Mi auguro solo che questo, come altri canali televisivi tematici, possa avere le più ampie possibilità di diffusione e di capillare disponibilità.

 
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Pubblicato da su 21 aprile 2006 in media, news

 

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Servizi a sovrapprezzo e non richiesti (i consumatori all’attacco)

Il regolamento sui servizi di telefonia a sovrapprezzo, che il Ministro delle Comunicazioni varerĂ  il 25 aprile, secondo le associazioni dei consumatori ha molte lacune.

Altroconsumo ha giĂ  evidenziato le sue perplessitĂ , come ho riportato su Punto Informatico. Alla sua voce si unisce il Movimento Difesa del Cittadino, che per bocca di Francesco Luongo ci riporta un’attenta disamina della questione:

La fatturazione di servizi non richiesti dagli utenti è la principale piaga che affligge il mercato della telefonia in Italia. L’esplosione di questo fenomeno si è avuta nel 2003 quando a centinaia di famiglie, alle prese con le prime incerte quanto volenterose connessioni ad internet, pervennero dalla Telecom Italia (operatore incumbent obbligato alla fatturazione per conto degli operatori ai sensi della Delibera n. 06/02/CIR) bollette a 3 cifre per connessioni a numerazioni a pagamento con prefisso 709, di cui erano titolari alcune societĂ  concessionarie dette O.L.O.

Il piano di numerazione nazionale (Delibera AGCOM n. 9/02/CIR, art. 4) vietava in modo espresso ed inequivocabile la fornitura di servizi e prodotti con successivo addebito sul traffico telefonico mediante codici ad identificazione non geografica 709X, utilizzabili solo per l’accesso alla rete Internet, disponendo che: “La numerazione per servizi Internet, in conformitĂ  con il piano di numerazione nazionale è utilizzabile esclusivamente per l’accesso alla rete Internet. E’ fatto divieto di fornire prodotti e servizi per il tramite dell’addebito all’utente del traffico svolto indirizzato a dette numerazioni“.

Nonostante il divieto, nei primi 8 mesi del 2003, l’uso indiscriminato sulla rete dei software dialer portò il complessivo giro d’affari delle 3 maggiori societĂ  titolari delle numerazioni alla strabiliante cifra di € 211.534.322,00 (fonte AGCOM).
Ne le risibili sanzioni applicate dalla AGCOM nel 2004 (Delibere n. 327-328-329/CONS/04), ne la revisione del piano di numerazione nazionale con Delibera n. 09/03/CIR con il reitero dei divieti, portarono alla diminuzione del fenomeno.

Le truffe on line migrarono, infatti, su altre numerazioni stavolta con prefisso 899 o satellitare internazionale. Nonostante gli accorati appelli delle associazioni dei consumatori, nulla il Ministero delle Comunicazioni ha fatto in questi anni per arginare il lucroso mercato dei dialer e degli atri tipi servizi non richiesti che, nel frattempo, si estendeva a macchia d’olio nella telefonia fissa.Sono all’ordine del giorno le proteste degli utenti per attivazioni abusive di carrier preselection verso altre compagnie telefoniche, spesso persino con contratti posticci, linee adsl e relativi modem consegnati ad ignari pensionati, nonchĂŠ opzioni tariffarie e segreterie telefoniche di cui l’utente non sa nulla se non dopo il pervenimento di fatture dagli importi superiori alla media o di altre societĂ .

In questi anni è stato solo grazie alle associazioni dei consumatori se migliaia di utenti hanno potuto vedersi rettificare le bollette, ottenendo prima il congelamento e poi lo storno di servizi inesistenti, o chiamate a numeri a pagamento per non si sa quale servizio.
Un calcolo approssimativo vede circa 1 milione di utenti alle prese con problemi di fatturazione abusiva.

Dopo anni di ruberie e qualche isolata sentenza di Giudici di Pace (Gdp Foggia 17.06.04-Gdp Benevento 27.08.04 e 04.09.05), molto poco a proprio agio con le con le norme del Codice delle Comunicazioni elettroniche e le Delibere della AutoritĂ , il Ministero delle comunicazioni è recentemente intervenuto con un nuovo Regolamento ministeriale in materia di servizi audiotex e videotex che sostituisce l’ormai vetusto D.M. n. 385/95.

La nuova norma, dopo le tante malefatte subite dai consumatori potrebbe apparire l’atteso rimedio, tuttavia dopo una attenta lettura i buoni propositi e le belle parole di presentazione dell’ufficio stampa ministeriale cedono il passo al piĂš incredibile sgomento.
Il nuovo decreto si caratterizza per il fatto che quale obbiettivo sembra avere non tanto l’ eliminazione delle truffe, quanto il garantire delle truffe limitate quanto agli importi.
Viene ribadita la necessitĂ  di informazioni chiare e trasparenti sui servizi a sovrapprezzo offerti dalle societĂ , tramite una serie di informazioni obbligatorie.

Il centralinista dell’operatore, una finestra che compare sul sito web o un sms inviato sul cellulare dovrebbero spiegare chiaramente al consumatore la natura ed i costi del servizio da acquistare. La prestazione, e quindi il pagamento, non potrebbero essere fornite senza quello che il Ministero definisce in modo ambiguo quanto generico “consenso espresso” del cliente, definito però dopo un paio di articoli “consenso esplicito”. Naturalmente l’ormai ex Ministro Landolfi ed i tecnici del Ministero si sono ben guardati dal chiarire i modi attraverso cui gli operatori dovranno accertare e dimostrare il consenso dell’acquirente.
Se c’è un modo in cui il legislatore non tutela i consumatori, è quello di emanare norme che fissino vaghi principi generali di correttezza e trasparenza contrattuale, che poi si affievoliranno ed annulleranno nelle regole di dettaglio, tutte a favore del contraente forte ovvero l’impresa.

Alcuni lo chiamano liberismo economico.
Ed infatti la decantata necessitĂ  di chiarezza e di trasparenza contrattuale prevista dal regolamento viene subito smentita dal Ministero laddove stabilisce che, per servizi che comportino una spesa massima inferiore ad 1,00 euro, l’avviso di presentazione con il dettaglio del fornitore e del servizio non è obbligatorio!

Medesima esclusione per giochi a premio, televoti e sondaggi il cui costo sia di € 0, 080 iva inclusa. L’apice del paradosso giuridico e gli evidenti interessi economici che tenta di garantire la norma emergono in modo straordinario nella parte relativa ai servizi destinati ai minori. Ignorando i principi basilari dell’ ordinamento civilistico italiano (art. 2 Codice Civile), il Ministero delle Comunicazioni con questo decreto regala ai minori italiani la capacitĂ  di agire e di concludere contratti per forniture di servizi telefonici anche se solo sino ad € 2, 75, iva inclusa. Come potrebbe un minore comprendere le norme di un contratto a distanza mediante cellulare ovvero conoscere i propri diritti tra cui il recesso resta un mistero.
Su chi graveranno i costi di questa scellerata decisione, che cerca di dare una parvenza di legittimitĂ  al lucroso mercato di loghi e suonerie, i genitori ne sono consapevoli da tempo.
Ma al peggio non c’è mai fine, dunque il salvifico regolamento, dopo aver ribadito la necessitĂ  di avviare la tassazione solo dopo il “consenso”, stabilisce che “ove tecnicamente possibile l’addebito è subordinato alla effettiva erogazione del servizio”.

Si può quindi desumere che per il Ministero l’addebito potrĂ  anche essere effettuato in assenza di fornitura di quanto richiesto.Ma i consumatori possono stare tranquilli visto che fino a 15 euro i servizi a sovraprezzo saranno fatturati dalla propria compagnia telefonica mentre, per gli importi superiori, la fattura la invierĂ  direttamente la societĂ  titolare della numerazione che si è chiamato (consapevolmente o meno).

Il vero colpo di grazia alle aspettative dei consumatori il Ministero lo assesta stabilendo quella che può definirsi una sorta di doppia franchigia per le truffe.
I nuovi utenti all’atto della stipula del contratto telefonico, i vecchi, con un modulo appositamente fornito dalla compagnia, non potranno chiedere la disabilitazione delle numerazioni per i servizi a sovrapprezzo, bensĂŹ soltanto determinare un limite di spesa mensile per queste chiamate, che sarĂ  di 50 o 100 euro. Addirittura, la mancata comunicazione dell’utente che non spedirĂ  il modulo, anche se potrebbe non essergli stato mai inviato, determinerĂ  l’assenza di un tetto massimo di spesa per i detti servizi che, pertanto, nella abnorme prospettiva di chi ha fatto elaborare il regolamento, ne comporterebbero la liceitĂ , indipendentemente da una legittima richiesta dell’utente.

Il Ministero inoltre si guarda bene dal confermare la gratuitĂ  e l’obbligatorietĂ  del blocco selettivo di chiamata che le societĂ  telefoniche offrivano gratuitamente per le numerazioni a pagamento non geografiche, limitandosi a chiarire che “le condizioni contrattuali del servizio sono rese accessibili e praticabili per gli abbonati attraverso procedure semplici e chiare“.

Ancora una volta non si può non prendere atto come il settore della telefonia sia in Italia una vera e propria giungla senza regole, in cui persino le Autorità preposte non riescono a garantire certezze ai consumatori. Il nuovo Decreto Ministeriale sui servizi audiotex si pone in questa scia. Una norma a posteriori fatta ad hoc per cercare di dare una copertura giuridica ad un mercato senza regole e che di fatto sfrutta la scarsa informazione dei cittadini.
Fortunatamente per i consumatori non tutte le ciambelle riescono col buco visto che li sforzi del Ministero per tutelare le aziende rischiano oggi di essere vanificati da un terzo incomodo. A seguito delle migliaia di denunce degli utenti e delle associazioni dei consumatori, il Garante della Privacy con una Delibera del 16.02.06 è intervenuto sulla materia dei servizi telefonici a pagamento, spiazzando il Ministero delle Comunicazioni e la stessa AutoritĂ  per le Comunicazioni , ancora oggi impegnata a “catalogare” le varie frodi ai danni degli utenti, senza irrogare alcuna sanzione.
Il Garante ha infatti stabilito che entro il 31 Maggio 2006 i fornitori di servizi di comunicazione elettronica dovranno:

* indicare con precisione l’origine dei dati giĂ  nel corso della chiamata o comunicazione promozionale da parte di operatori e gestori di servizi di call center, a prescindere da una richiesta del destinatario;
* sviluppare o integrare strumenti idonei ad identificare l’incaricato del trattamento dei dati che ha effettuato l’attivazione del servizio;
* registrare subito presso il servizio di call center interno od esterno all’operatore la volontĂ  manifestata dalla persona contattata che si opponga all’utilizzo dei dati per attivare il servizio proposto e/o per ulteriori promozioni, ed adottare contestualmente idonee procedure affinchĂŠ tale volontĂ  sia rispettata;
* predisporre idonee misure organizzative per agevolare l’esercizio dei diritti degli interessati e riscontrare le richieste relative all’origine dei dati personali, fornendo anche gli estremi identificativi del rivenditore che ha attivato i servizi o le utenze non richieste o del soggetto che svolge per conto dell’operatore un servizio di call center.

Dopo anni di incertezze qualcuno sembra sia deciso a garantire che gli utenti si obblighino a pagare dei servizi scelti consapevolmente e solo dopo un consenso espresso.
Intervento piĂš che lodevole come dimostra la circostanza che alcune compagnie telefoniche stanno giĂ  per avviare un ricorso al Tar Lazio contro la decisione del Garante.

 
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Pubblicato da su 20 aprile 2006 in news

 

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