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WiMAX, è la volta buona?

Il ministero della Difesa sembra avere, finalmente, messo a fuoco il problema e ha annunciato l’avvio di un tavolo di lavoro per studiare un cammino di transizione con il ministero delle Comunicazioni. L’obiettivo? Un percorso che porti, auspicabilmente nel modo meno tortuoso possibile, verso l’attivazione reale e diffusa della connettività WiMax, ossia la tecnologia in grado di diffondere la banda larga wireless.

Qualche dettaglio su Punto Informatico di domani .

La popolazione vittima del digital divide e il mercato attendono. Speriamo bene.

Le sperimentazioni sono ancora in atto, ma sulla carta, secondo quanto previsto dallo standard attuale approvato nel 2004, con una singola antenna dovrebbe essere possibile offrire una banda che può arrivare a 74 Mbps ad un’area di circa 50 km. Va da se’ che questa tecnologia potrebbe essere impiegata in aree rurali, o in zone industriali, per avere copertura dove l’orografia o l’urbanizzazione complicano la vita delle connessioni wired

 
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Pubblicato da su 5 dicembre 2006 in media, news

 

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Buon compleanno, WEB!

Traguardo ragguardevole, sottolineato dal sempre puntuale Paolo Attivissimo, il web ha compiuto 16 anni il 13 novembre.


“13 novembre 1990, ore 15:17:00 GMT. Sedici anni fa. Questa è la data di ultima modifica della più vecchia pagina Web di Internet ancora esistente, che vedete qui accanto in tutto il suo spartano splendore e potete visitare qui. L’indirizzo non è più quello originale, ma il contenuto è invariato.

Il post che ho citato contiene informazioni, curiosità e un po’ di storia moderna. Un amarcord che Attivissimo ha dedicato a qualcosa che ha realmente rivoluzionato la vita di tutti noi. E che fa parte delle origini di quella Rete su cui da qualche tempo compare il Tgcom, che ha avuto la brillante idea di ispirarsi ad Attivissimo copiando il contenuto del suo post in una notizia della sua sezione Tg Tech, senza nemmeno citarlo quale autore originale.

Non è bello.

 
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Pubblicato da su 16 novembre 2006 in media, Mondo, news

 

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Un vero mago e maestro di vita

Così si faceva chiamare Mario Pacheco do Nascimiento prima di comparire, invitato da Vanna Marchi e Stefania Nobile, nelle trasmissioni televisive in cui si vendevano numeri da giocare al lotto. E ciò che è avvenuto in questi giorni conferma che lui è effettivamente:

  • mago, perché il 30 maggio 2003 è stato condannato, in contumacia, a 4 anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata a truffa ed estorsione. Grazie al rito abbreviato aveva beneficiato dello sconto di un terzo della pena. Grazie all’indulto ha usufruito di 3 anni di condono. Rimarrebbe un annetto da scontare in galera, qualora rimettesse piede in Italia o venisse estradato. Ma come scrive il Corriere, “in concreto nessuno più si prenderà la briga di tentare di riportare in un carcere italiano il 40enne «mago» che in Brasile, a Salvador de Bahia, «Striscia la notizia» nel luglio scorso ha ritrovato parrucchiere affannato.
  • maestro di vita, perché a questo punto può dare insegnamenti a tutti coloro che vivono di espedienti: nonostante una condanna pendesse sul suo capo, è riuscito a non trascorrere neanche un giorno di galera. Tanto c’è l’indulto.
 
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Pubblicato da su 4 novembre 2006 in news

 

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Il TAR boccia Alice 20 Megabit

Con una sentenza depositata ieri (ma decisa il 26 ottobre), il TAR del Lazio ha bocciato l’offerta Alice 20 Mega, l’offerta con cui Telecom Italia intende portare nelle case degli italiani intrattenimento e servizi a valore aggiunto. Il veicolo principale per Alice Home TV, nonché uno dei presupposti per poter diffondere trasmissioni televisive in alta definizione via broadband.

Ne da’ notizia Giurdanella.it, sito curato dallo Studio Legale Giurdanella che ha assistito la società Telvia srl nel ricorso che questa ha presentato all’Agcom, impugnando il provvedimento con cui l’Authority aveva approvato l’offerta di Telecom.

Questa la spiegazione del fatto fornita dallo stesso studio legale:

Come e’ noto alcuni operatori di TLC, tra i quali Telvia s.r.l., assistita dallo studio Giurdanella, avevano impugnato il provvedimento autorizzatorio dell’offerta Alice 20 Mega in quanto lesivo del principio di replicabilità dell’offerta. In particolare l’offerta wholesale “Managed IP”, corrispondente ad Alice 20 Mega, precludendo l’accesso disaggregato alla rete di Telecom Italia e, quindi, non consentendo un’effettiva differenziazione del servizio, trasformava gli operatori alternativi in meri rivenditori dell’incumbent.
A questo punto l’AGCOM dovrà intervenire nuovamente per assicurare che anche l’offerta Alice 20 Mega rispetti il principio di replicabilità.

 
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Pubblicato da su 3 novembre 2006 in news

 

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Come va la TV mobile?

Mauro Vergari, di Adiconsum, dichiara oggi di aver concluso la sua “prova su strada” – durata 56 giorni – del TVfonino di 3 (Tre).

Le sue “impressioni di guida” sono tutte in questo post del suo blog, che vi lascio leggere. Una riflessione:

Se decidiamo di andare in giro per la città,  a piedi o in macchina o sui mezzi pubblici allora, occorre rassegnarsi a seguire i programmi ad INTERMITTENZA. Non è sicuramente piacevole perdersi un calcio di punizione o la sparatoria di un film o anche la notizia di un TG. Occorrerebbe fermarsi dove si riceve bene e seguire il programma, ma che tv mobile è allora?? Infatti le insufficienze sono tutte per la ricezione del segnale. Al chiuso è quasi impossibile vedere qualcosa, ma “3” informa con chiarezza in merito. Ma anche per la visione all’aperto “3” dovrebbe informare il consumatore che non si garantisce la visione continuativa.

Visto che mi è capitato, in qualche occasione, di vedere trasmissioni televisive da autobus granturismo (in movimento, dotati di un’antenna a boomerang che permetteva di ricevere in mobilità un segnale televisivo analogico terrestre) e di non avere riscontrato problemi di fluidità e continuità delle immagini, direi che l’osservazione e il disappunto sull’intermittenza sono piuttosto pertinenti.

E sono condivise da altri utenti, che hanno potuto saggiare la bontà del servizio, che è davvero sorprendente nel suo complesso, ma che è molto migliorabile per quanto riguarda la ricezione in casi che un utente non definirebbe particolari (in casa, passeggiando all’aria aperta, in treno).

Le varie osservazioni, di cui il resoconto di Mauro Vergari è un compendio esemplificativo, evidenziano che il vantaggio dato dal TVfonino non è la possibilità di vedere la TV costantemente mentre ci si muove, ma è di avere con se’ un piccolo televisore per poter vedere programmi televisivi dove si vuole (ossia fuori di casa), ma senza spostarsi troppo dalla zona in cui si ha una buona copertura di segnale.

Cosa che può anche andare bene all’utente, purché lo sappia.

 
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Pubblicato da su 31 ottobre 2006 in news

 

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La TV di oggi è spazzatura?

Forse non tutta, ma senz’altro ce n’è tanta.

Un applauso alla scelta di Claudio Lippi di lasciare Buona Domenica (era ora), trasmissione che peraltro non seguo mai, per scelta o differenti opportunità di svago domenicale (famiglia, lago, montagna…), ma di cui mi tocca spesso sorbire i momenti peggiori, riproposti da Striscia La Notizia o da Blob, dove ci sono ospiti e improbabili personaggi della TV che si sfidano a chi si insulta nel modo peggiore, e la domanda sorge spontanea: ma chi da’ retta alle panzane che si dicono questi signori? E chi sono costoro per guadagnarsi la ribalta televisiva? Ovviamente non generalizzo e parlo solo di alcuni di quei personaggi che prendono parte alle sfide verbali che vanno in scena sul ring della trasmissione, ma a quale titolo certi opinionisti partecipano a questi programmi?

E poi, opinionisti de che? E’ una qualifica, un titolo, una professione?

Ha fatto bene Lippi ad andarsene, mi chiedo come abbia fatto a resistere finora con quell’olezzo di spazzatura intorno a lui…

Le trasmissioni in cui Lippi mi è sembrato essere un gran personaggio televisivo vanno dallo Sprolippio, passando per tutti i quiz che ha condotto, più varie edizioni di Giochi Senza Frontiere, fino a Mai dire Gol. E poi la puntata di Buona Domenica in cui ha lasciato la trasmissione, chiamandosi fuori da una TV spazzatura, trash e thrash.

Mi auguro di vederlo in una trasmissione davvero degna di lui e del pubblico che lo ammira. Magari un programma musicale, date i suoi trascorsi di cantante. In bocca al lupo!

 
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Pubblicato da su 31 ottobre 2006 in media, Mondo, news

 

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Un appello dai provider, che riguarda gli utenti

Quanto può essere definito libero il mercato dell’accesso a Internet in Italia? Obiettivamente molto poco (che equivale a niente affatto), e quello del broadband ancor di meno. In questo ambito, la posizione di Telecom Italia non può essere che definita dominante, benché formalmente si tratti dell’operatore ex monopolista.

Per questo motivo, l’AIIP (Associazione Italiana Internet Provider), ha deciso di rivolgersi ancora una volta all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e all’Antitrust con un appello finalizzato a sensibilizzare le Authority sulle reali condizioni in cui si trova il mercato affinché si prendano provvedimenti seri (e veri). L’appello proviene dai provider, ma leggendone bene il contenuto (lo so, l’ho già linkato, ma repetita juvant) possiamo comprendere che le considerazioni formulate dagli ISP riflettono le esigenze di utenti e consumatori, e quindi di tutti i fruitori dell’accesso a Internet.

Gli interessi sono comuni e lo si può capire piuttosto chiaramente leggendo il post dedicato da Stefano Quintarelli al tema, di cui mi permetto di citare le parti che mi sembrano esplicative.

La materia prima, in Italia, e’ al 98% in mano a Telecom, che vende anche al dettaglio (fa il pane e vende la farina agli altri panettieri).

Le regole dicono che il mercato della larga banda si regolamenta all’ingrosso, non al dettaglio. Cio’ che viene deciso all’ingrosso determina ciò che accadra’ al dettaglio.

Prima i prezzi all’ingrosso della farina venivano stabiliti togliendo dai prezzi al pubblico di Telecom i “costi evitabili” dai concorrenti (spese di commercializzazione, assistenza tecnica, costi di fatturazione, ecc).

Con le nuove regole, AGCOM “calcola” direttamente il costo della farina.

Costi della farina alti implicano costi del pane alti.

Varietà di farina limitate implicano varietà di pane limitate.

Quindi RIGUARDA TUTTI.

 
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Pubblicato da su 27 ottobre 2006 in media, Mondo, news

 

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Roberto Saviano non è solo

Che Gomorra sia un pugno nello stomaco della Camorra è dimostrato dal fatto che l’autore del libro, Roberto Saviano, dalla sua pubblicazione ha ricevuto minacce, lettere minatorie e sta subendo, come dice un articolo pubblicato da Repubblica, l’isolamento ambientale. Il suo caso è all’esame del Comitato Ordine e Sicurezza di Caserta, si sta valutando l’assegnazione di una scorta e il suo eventuale inserimento in un programma di protezione.

Sono nati un sito web e un blog che raccolgono le adesioni di chi vuole manifestare la propria solidarietà verso Roberto Saviano, perché intorno a lui non si crei un vuoto e sappia di non essere solo.

Vuoi firmare anche tu? Non è una petizione, è una stretta di mano.

 
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Pubblicato da su 15 ottobre 2006 in Mondo, news

 

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Teletrasporto e comunicazioni quantistiche

Chi non ricorda, in Star Trek, quel mirabolante ed efficiente teletrasporto in grado di trasferire persone e oggetti? Bene, sappiate che presto (be’, comunque, in un prossimo futuro), il teletrasporto non potrà più essere considerato fantascienza, anche se verosimilmente non si tratterà di quello che i telefilm e i film ci hanno mostrato.

Un team di scienziati, i tedeschi dell’Istituto Max Planck e i danesi dell’Istituto Niels Bohr, hanno infatti pubblicato i risultati del loro ultimo esperimento, ripreso dalla rivista scientifica Nature e di cui da’ notizia anche Punto Informatico: “abbiamo dimostrato la possibilità di un teletrasporto (…) in cui una informazione quantistica integrata ad un impulso luminoso viene trasportata in un oggetto macroscopico (un insieme di 1012 atomi di cesio)”.

Stando a quanto dichiarato, si tratterebbe del primo caso di successo di teletrasporto tra due oggetti di natura diversa:

Il primo rappresenta un mezzo volatile (i fotoni), l’altro un mezzo stabile (gli atomi). I risultati sono di interesse non solo per la ricerca primaria ma anche e soprattutto per l’applicazione pratica nel dar vita a computer quantistici o a trasmettere informazioni cifrate (cifratura quantica).

Va da se’ che se è possibile trasportare in questo modo le informazioni (cosa che può avvenire anche in una rete, come Internet), la stessa strada potrebbe essere percorsa anche dalle comunicazioni.

In ogni caso, il primo traguardo da raggiungere sono gli elaboratori quantistici fotonici, dall’elevatissima velocità di calcolo. Ma è probabile che ci voglia ancora un po’ di tempo…

 
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Pubblicato da su 6 ottobre 2006 in Mondo, news

 

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Ah, se non ci fossero gli SMS…

Leggo ora questa notizia diffusa da APCom:

BIMBA BIELORUSSA, MASTELLA: E’ STATA RITROVATA

Roma, 27 set. (Apcom) – “Maria è stata ritrovata. Ho ricevuto un messaggino in cui mi veniva detto che la bimba bielorussa è stata ritrovata”. E’ quanto ha riferito ai cronisti nel Transatlantico di Montecitorio il ministro della Giustizia, Clemente Mastella alla Camera per rispondere al question time.

L’SMS può quindi essere considerato a pieno titolo uno strumento di comunicazione governativo.

 
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Pubblicato da su 27 settembre 2006 in news

 

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Burp! (indigestione da Telecom-News)

Non mi sembra corretto che solo io mi legga le news Apcom che, stasera, si alternano sui temi intercettazioni  e riassetto organizzativo. Che, del tutto casualmente, hanno in Telecom Italia un fattore comune.

Ce ne sono due, in particolare, che mi fanno riflettere. La prima è questa:

INTERCETTAZIONI/SCAJOLA: NESSUN INDAGATO PER ASCOLTI ILLEGALIIn Dl disciplinare quelle legali, sono degenerate
Roma, 25 set. (Apcom) – “Non esiste nessun indagato per intercettazioni telefoniche illegali”. Lo ha affermato il presidente del Copaco, Claudio Scajola, intervenendo nel corso della registrazione della trasmissione ‘Porta a porta’.

Sono state effettuate intercettazioni legali, è assodato. Le illegalità le commette qualcuno, è lapalissiano. Non è impossibile risalire a chi ha effettuato intercettazioni legali, è ovvio. Nessuno è indagato per le intercettazioni illegali, è fantascientifico.

La seconda:

TELECOM/ RIASSETTO NON E’ RISTRUTTURAZIONE MA RIORGANIZZAZIONE
Società e sue controllanti sono finanziariamente solide
Milano, 25 set. (Apcom) – Il piano di riassetto Telecom Italia deciso dal cda dello scorso 11 settemebre “non è una ristrutturazione, ma una riorganizzazione industriale e tutto quello che è stato deciso fino alla mia uscita resta valido”.

La differenza tra i termini ristrutturazione e riorganizzazione può essere sfuggita ai più. Ma sono convinto che per la maggior parte degli utenti e dei risparmiatori, i dubbi sul futuro dell’azienda e dei propri risparmi (in forma di azioni) siano rimasti.

 
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Pubblicato da su 25 settembre 2006 in Mondo, news

 

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Decreto. De…che?

Torno ora da un’agognata vacanza (Minorca – Lecco, fly&drive, in tre ore). Ma debbo constatare (non solo da quanto vedo ora, ma anche da quanto appreso durante la settimana, dato che non ero in un eremo) che da quando sono partito, la bufera Telecom non s’è placata. O meglio: l’avvicendamento tra l’ex ed il neo presidente, con tutto il riassetto organizzativo aziendale, su media e stampa sta lasciando il posto allo scandalo intercettazioni. Sempre di Telecom si tratta, anche se l’argomento di rinnovato interesse non è una novità.

Aghost mette in evidenza: il recente decreto che ha messo d’accordo maggioranza e opposizione denota una fretta sospetta. Caspita quant’è vero! E il sospetto di un generale insabbiamento serpeggia in molte persone…

Ma c’è una cosa che mi sfugge: cosa fa il nuovo decreto? In primis, condanna le intercettazioni illegali. Che però, in quanto tali (illegali), sono già contrarie alle norme di legge, perché effettuate senza il suffragio di un’ordinanza emessa dall’autorità giudiziaria. Il decreto, però, fa anche altro: disciplina la distruzione dei dossier relativi a queste intercettazioni. Okay, ma se c’è un illegalità (e c’è, se l’intercettazione è stata effettuata illegalmente), queste intercettazioni ne sono la prova. Per cui, forse non vale la pena distruggerle e anzi, come puntualizza Armando Spataro (procuratore aggiunto e coordinatore del pool antiterrorismo di Milano), oltre a costituire corpo del reato, possono essere fonte di “spunti di indagine e notizie di reato che non possono essere ignorate”.

Il decreto, insomma, non sembra riguardare la pubblicazione indebita dei contenuti delle intercettazioni legali. Da queste ultime, che stando a fonti giudiziarie sono decisamente più numerose di quelle illegali, sono stati estratti contenuti notoriamente resi pubblici dalla stampa in più occasioni, benché fossero parte integrante di indagini in corso.

Di conseguenza, nel complesso del reale problema “intercettazioni”, quelle illegali sono una questione marginale. Sui soggetti che hanno (illegalmente) reso pubblici gli atti di quelle legali, il recente decreto non interviene. Una dimenticanza dovuta alla fretta?

P.S.: qualcuno obietterà: se è vietato pubblicare i testi delle intercettazioni, è perché una legge al riguardo esiste già. Vero. Ma allora se ci sono intercettazioni definibili come illegali, anche in questo caso esiste già una legge al riguardo.

 
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Pubblicato da su 24 settembre 2006 in news

 

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Un nome, una vocazione

Guido Rossi, in veste di legale, di commissario o di presidente, ha guidato persone, enti e organizzazioni durante periodi difficili. In tempi recenti è stato commissario straordinario della FIGC. Tra i molti suoi incarichi, in precedenza è stato consulente di ABN AMRO, ha guidato Telecom Italia alla privatizzazione, ha guidato Ferfin-Montedison ai tempi della crisi Ferruzzi…

Ora è di nuovo alla guida di Telecom Italia. Un solo commento: in bocca al lupo!

 
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Pubblicato da su 16 settembre 2006 in news

 

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Riassetto organizzativo o saga?

Ogni giorno che passa è sempre più difficile tracciare una cronistoria della Telecom Revolution a cui stiamo assistendo in questi giorni. Eventi apparentemente chiari e coerenti tra loro vengono conditi da nuovi episodi, non solo successivi ma anche antecedenti.

  • Parlandone con un amico, mi è venuto in mente che sembra un po’ come Guerre Stellari (Star Wars): quelli della mia generazione sono cresciuti nella convinzione che la trilogia originale avesse aperto (nel 1977) e chiuso (nel 1983) la saga della famiglia Skywalker. Dopo oltre tre lustri, sorpresona: Lucas sforna una seconda trilogia (aperta nel 1999 e chiusa nel 2005), ambientata però in un periodo antecedente. Non un sequel quindi, ma un prequel.
  • Ma poi si scopre un’altra cosa: Lucas, negli anni ’70, aveva già in mente l’intera storia, che originariamente doveva consistere in tre trilogie: il “primo” Star Wars già nel 1977 aveva infatti come sottotitolo “Episodio IV”. Secondo quanto riferito dallo stesso Lucas, non vedremo però la terza trilogia, che resta nella sua immaginazione o in qualche bozza di storyboard.

Il paragone è probabilmente poco calzante, ma mi serviva solo ad argomentare che l’attuale situazione che coinvolge Telecom Italia è più articolata e complessa della realizzazione di una fiction (non della fiction stessa, badate bene) che è stata realizzata nell’arco di quasi 30 anni: fusioni societarie, scorpori di rami d’azienda, rifondazioni societarie, nel cui mezzo ci si ficcano nuovi protagonisti e un piano segreto agevolato da un consigliere del premier Romano Prodi. Premier che però non sa nulla (altrimenti perché all’indomani del CdA Telecom avrebbe sostenuto di essere sorpreso?), anche se molti non ci credono: Prodi e Tronchetti Provera si sono incontrati almeno due volte in un mese e mezzo. Milano Finanza osserva:

In particolare, a non convincere e’ il fatto che nell’incontro a Palazzo Chigi, Prodi aveva chiesto espressamente al presidente di Telecom che “il controllo” della societa’ rimanesse, dopo il riassetto, “in mano italiana”. Una garanzia, quest’ultima che e’ alla base anche del progetto presentato da Rovati. Come avrebbe potuto Prodi chiedere a Tronchetti Provera garanzie sul controllo italiano del gruppo di Tlc, senza offrirgli una contropartita,
cioe’ la possibilita’ di cedere Tim? Come avrebbe potuto Rovati, oltre che consigliere amico di lunga data del premier, a cui sono state finanche affidate le casse elettorali, agire di sua iniziativa da semplice “cittadino” senza metterne a conoscenza Prodi? E con quale autorita’ avrebbe potuto Rovati stilare un progetto che prevedeva l’ingresso nell’operazione della Cassa Depositi e Prestiti? Da sempre il Governo ha manifestato la volonta’ di tutelare la rete telefonica come “bene pubblico”. Questo e’ uno dei punti contenuti anche nel programma elettorale dell’Unione.

Al di la’ della credibilità di queste versioni ufficiali, io però mi pongo anche un’altra domanda, sulla scorta delle notizie che riferiscono che il piano segreto di Rovati è finito sulla scrivania di Marco Tronchetti Provera il 6 settembre: è davvero possibile che questo progetto top secret sia diventato il fulcro del Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia che ha avuto luogo solo cinque giorni dopo, l’11 settembre?

Non dimentichiamoci che dopo il 6, ma prima dell’11, c’è stato l’incontro interlocutorio tra i vertici Telecom e Rupert Murdoch al largo di Zante, sul veliero dell’editore australiano.

Con questi presupposti può sembrare più che verosimile quanto scritto da Oscar Giannino su Libero (testo integrale su TgFin):

Tronchetti ha dato in esca ai media per mesi e mesi l’indiscrezione del suo incontro con il magnate australiano Rupert Murdoch, per far scatenare l’immaginazione su ulteriori sviluppi ancor più del suo megagruppo di tlc. Senza che nessuno osasse scrivere che in realtà Tronchetti lavorava alacremente allo smantellamento di quello che resterà negli annali come un colossale errore industriale e finanziario. Riuscire a ottenere il silenzio pressoché assoluto è da maestri, quando si guida un gruppo che controlla la dorsale delle tlc strategica per il Paese e come tale considerata asset sensibile anche dalla Nato, quando si realizzano profitti per quasi 4 miliardi di euro l’anno, quando si controlla il 40% delle telefonia cellulare italiana E soprattutto quando si è inquinato per anni la vita pubblica italiana con migliaia di intercettazioni illecite, su cui la Procura di Milano ha indagato per anni ma ha finora fatto cadere il silenzio.

 
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Pubblicato da su 14 settembre 2006 in media, news

 

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Il déjà vu: AT&T fa come Telecom Italia

Ossia propone la sua Broadband TV e si trasforma in media company. Che è la stessa qualifica che si attribuisce Telecom. Anche AT&T si avvale dei servigi (contenuti) di News Corporation, diventandone di fatto un distributore via broadband.

La media company tira di più in Borsa, dicono gli esperti. Probabilmente è vero, ma per diventarlo servono i contenuti e produrli costa. E quando manca l’esperienza, meglio acquistarli chiavi in mano da chi li produce per mestiere. Ma anche per News Corporation ci sono vantaggi considerevoli, che consistono nel fare del broadband l’evoluzione della diffusione via satellite, strutturalmente limitata.

Per raggiungere la vera “massa” ha strategicamente bisogno del broadband (dall’ADSL alla ADSL2+), che diventa quindi l’evoluzione naturale del suo business.

 
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Pubblicato da su 13 settembre 2006 in news

 

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