Torno ora da un’agognata vacanza (Minorca – Lecco, fly&drive, in tre ore). Ma debbo constatare (non solo da quanto vedo ora, ma anche da quanto appreso durante la settimana, dato che non ero in un eremo) che da quando sono partito, la bufera Telecom non s’è placata. O meglio: l’avvicendamento tra l’ex ed il neo presidente, con tutto il riassetto organizzativo aziendale, su media e stampa sta lasciando il posto allo scandalo intercettazioni. Sempre di Telecom si tratta, anche se l’argomento di rinnovato interesse non è una novità.
Aghost mette in evidenza: il recente decreto che ha messo d’accordo maggioranza e opposizione denota una fretta sospetta. Caspita quant’è vero! E il sospetto di un generale insabbiamento serpeggia in molte persone…
Ma c’è una cosa che mi sfugge: cosa fa il nuovo decreto? In primis, condanna le intercettazioni illegali. Che però, in quanto tali (illegali), sono già contrarie alle norme di legge, perché effettuate senza il suffragio di un’ordinanza emessa dall’autorità giudiziaria. Il decreto, però, fa anche altro: disciplina la distruzione dei dossier relativi a queste intercettazioni. Okay, ma se c’è un illegalità (e c’è, se l’intercettazione è stata effettuata illegalmente), queste intercettazioni ne sono la prova. Per cui, forse non vale la pena distruggerle e anzi, come puntualizza Armando Spataro (procuratore aggiunto e coordinatore del pool antiterrorismo di Milano), oltre a costituire corpo del reato, possono essere fonte di “spunti di indagine e notizie di reato che non possono essere ignorate”.
Il decreto, insomma, non sembra riguardare la pubblicazione indebita dei contenuti delle intercettazioni legali. Da queste ultime, che stando a fonti giudiziarie sono decisamente più numerose di quelle illegali, sono stati estratti contenuti notoriamente resi pubblici dalla stampa in più occasioni, benché fossero parte integrante di indagini in corso.
Di conseguenza, nel complesso del reale problema “intercettazioni”, quelle illegali sono una questione marginale. Sui soggetti che hanno (illegalmente) reso pubblici gli atti di quelle legali, il recente decreto non interviene. Una dimenticanza dovuta alla fretta?
P.S.: qualcuno obietterà: se è vietato pubblicare i testi delle intercettazioni, è perché una legge al riguardo esiste già. Vero. Ma allora se ci sono intercettazioni definibili come illegali, anche in questo caso esiste già una legge al riguardo.