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Zuck e Musk, sfida testosteronica (e algoritmica)

Quando Meta ha annunciato di essere sul punto di lanciare un clone di Twitter di nome Threads, il boss del social “originale” Elon Musk ha aperto online un confronto “tra maschi alfa” invitando Mark Zuckerberg a un combattimento “in gabbia”. Il loro botta-e-risposta che viaggia parallelo alla sfida business sè culminato con il tweet in cui Musk propone di misurarsi per vedere tra i due “chi lo ha più lungo”.

Questo apparente battibecco tra bimbiminkia non proseguirà con un “gnè-gnè-gne”: in realtà sembra realizzato ad arte per catturare attenzione e portare visibilità. Chi ci guadagna? Anche se avviato da Musk, in questo momento sicuramente ne beneficia Threads, che in meno di una settimana ha superato i 100 milioni di iscritti. Un traguardo condizionato da una serie di elementi che non permette ancora di capire che futuro avrà questo “nuovo social network”.

  1. Ok Threads è nuovo, ma ricalca le stesse dinamiche di Twitter. I post possono arrivare a 500 caratteri (contro i 280 di Twitter per gli utenti che non usufruiscono al servizio premium Twitter Blue). Che senso ha proporre una piattaforma molto simile ad un’altra che esiste già da 17 anni?
  2. Non vive di vita propria, è agganciato ad Instagram e quindi un account di Threads può esistere solamente se esiste già in Instagram (è lo stesso rapporto che c’è stato tra TikTok Now e TikTok), con il vantaggio di avere un’acquisizione di follower agevolata dal social “padre”, che offre un bacino di utenza di oltre 2 miliardi di utenti. Quanti di questi sentiranno il bisogno di un Twitter by Meta?
  3. I contenuti vengono mostrati non in ordine cronologico: in base a un algoritmo, Threads mostra i post degli utenti seguiti, ma anche quelli di utenti che lui ritiene interessanti. Quindi una delle chiavi del suo possibile successo sarà proprio la capacità dell’algoritmo di intercettare la curiosità degli utenti.
 
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Pubblicato da su 10 luglio 2023 in news

 

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Skullbreaker Challenge? No, grazie!

Una nuova “sfida” per ragazzi si propaga attraverso i social network, ma è di quelle da evitare: si chiama Skullbreaker Challenge (nata in sudamerica come rompecráneos
e anche tradotta in italiano come spaccatesta o rompicranio), è stata veicolata da alcuni video su Tik Tok ed è meglio non sottovalutarla o ignorarla, ma saperne di più perché – per dirlo con le parole di una vecchia pubblicità progresso – “se la conosci, la eviti”.

La sfida prevede che due ragazzi, complici tra loro, individuino un terzo ragazzo, che sarà la loro vittima. Lo invitano a giocare e si mettono al suo fianco, con la vittima che rimane in mezzo a loro. Iniziano a saltare, a turno. Quando per chi è in mezzo è il momento di saltare, i due a fianco lo colpiscono alle gambe facendogli uno sgambetto, il poveretto perde l’equilibrio e cade all’indietro.

Bel gioco da menti bacate!!! Il rischio è di farsi male alla schiena, ma innanzitutto di rompersi la testa. Fate attenzione e passate parola ad amici e conoscenti, genitori o figli che siano. E, soprattutto, rifiutate con decisione l’invito a partecipare a questa stupidaggine!

PS: troverete questa notizia nei siti antibufala, che sostanzialmente la certificano come vera. Le uniche bufale riguardano notizie che parlano di alcuni ragazzi che sarebbero morti in seguito a questo “giochetto”, ma sono state smentite. Verissima, invece, è la possibilità di farsi del male, riportando danni anche molto seri.

 
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Pubblicato da su 20 febbraio 2020 in scienza, social network

 

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