RSS

Archivi tag: news

Una cassaforte da taschino

steel_wallet_full.jpgsteel_wallet_full.jpgsteel_wallet_full.jpg

Un tecnologo che si rispetti non può non essere dotato di accessori all’altezza del suo status. Uno di questi è senz’altro il portafoglio metallico realizzato dal designer Theo Stewart-Stand: non è una scatoletta, ma un vero e proprio portafoglio in fibra d’acciaio inossidabile che, pur conservando le caratteristiche dei tradizionali portamoneta (flessibilità, maneggevolezza, dimensioni contenute)  è in grado di proteggere, oltre al denaro, anche documenti e moneta di tipo elettronico.

Questa cassaforte da taschino in pratica è una piccola Gabbia di Faraday e, come spiega Wired, consente di schermare carte elettroniche e dispositivi RFID, proteggendoli da campi elettrostatici e altre insidie (come il furto di informazioni personali e riservate attraverso gli appositi scanner utilizzati dai borseggiatori del terzo millennio).

Costa tra gli 80 e i 125 dollari (in funzione della versione) e si può acquistare online, oppure, se siete a Brooklyn, presso lo Stewart/Stand store. Altrimenti, potete cercare un rivenditore.

 
3 commenti

Pubblicato da su 18 luglio 2007 in Mondo, news

 

Tag:

Uno stop al phishing Bancoposta?

Dal sito della Guardia di Finanza:

Arresti per Phishing

La Guardia di Finanza di Milano ha arrestato 26 persone per associazione a delinquere per lo sfruttamento di dati personali degli utenti dei servizi bancari informatici. I componenti dell’organizzazione appartenevano a due associazioni collegate (composte da 18 italiani e 8 cittadini dell’Est europeo).

L’hacker, di soli 22 anni, inviava i messaggi di posta elettronica come se fossero provenienti dalle Poste italiane. I dati acquisiti dai destinatari delle e-mail truffa confluivano su un server operante all’estero. Entrato nei conti correnti degli utenti truffati, li svuotava trasferendo le somme su carte postepay attivate da membri dell’organizzazione. Le somme di denaro venivano “monetizzate” acquistando fiches in diversi casinò in Italia e all’estero.

Le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore di Milano Francesco Cajani e costituiscono “il primo tentativo di affrontare in modo organico sul piano investigativo e anche contestando reati associativi, il fenomeno delle organizzazioni criminali dedite sistematicamente all’attività di phishing” come evidenziato nell’ordinanza emessa dal Gip Guida Salvini.

Vedi comunicato stampa

 

(via il Disinformatico)

 

Questa notizia mi conforta perché, sinceramente, ero parecchio stufo di ricevere mail fasulle da Poste Italiane o Bancoposta che mi segnalavano presunti accessi fraudolenti, nuovi servizi antispam, Premi fedeltà solo per carpirmi le credenziali di accesso, peraltro inesistenti (non sono cliente delle Poste, se non per la corrispondenza che ricevo o spedisco).

 

Non so se la rottura di queste mail finira, ma non c’è pace, comunque. Ora infatti mi arrivano nuovi messaggi, che sparano nel mucchio con miglior mira, giocando sul fatto che molti di noi possiedono almeno una carta di credito (cliccate per ingrandire):

phishingcartasi.jpg

 

E’ il caso di ricordare che CartaSi non c’entra nulla con mail di questo genere? No, vero?

 

 

 

 
3 commenti

Pubblicato da su 17 luglio 2007 in news

 

Tag: , ,

Web is now e l’IM: “qui lo dico e là lo nego”

Oggi su Repubblica c’è un’intervista di Giuseppe Turani a Paolo Bertoluzzo, direttore generale di Vodafone Italia. Il file html dell’articolo è stato battezzato in un modo quantomeno singolare, ma non è di questo che voglio parlare qui (intanto però ho lanciato l’amo, se qualcuno deve delle spiegazioni le darà a chi di dovere 😉 ).

turarep.jpg

Il cuore dell’intervista è l’argomento “Internet dal cellulare”, che traina la presentazione della nuova offerta di connettività Internet Mobile lanciata da Vodafone con lo slogan Web is now. Domani su PI Telefonia ne parlerò più diffusamente, qui mi limito a due osservazioni.

La prima, una sottolineatura, riguarda il fatto che la tariffa (5 euro al mese, più 25 centesimi per ogni connessione) è applicata solo per la navigazione effettuata dal cellulare, ossia consultando il web dal display dell’apparecchio, e non vale per chi preferisce navigare dal PC utilizzando il cellulare come modem.

Anche la seconda osservazione, in realtà, è una sottolineatura. Nell’intervista si legge:

Turani: (…) Immagino che navigare su Internet con il cellulare possa essere un’esperienza dolorosa per le finanze di ciascuno di noi. Insomma, magari divertente, ma molto costosa.
Bertoluzzo: Non è così. In realtà, abbiamo studiato delle tariffe speciali. Si pagano 5 euro al mese e poi ci sono 25 centesimi per ogni accesso. Non è una cifra proibitiva. E’ una cifra che può consentire anche allo studente di chattare con i suoi amici o a lei di andarsi a leggere le notizie di Repubblica e del Corriere.

Chattare? Significa che con questa connessione è possibile scambiarsi messaggi con applicazioni di Instant Messaging? In realtà sembra proprio di no, dal momento che la stessa Vodafone – nella presentazione della promozione sul sito web – dice con molto chiarezza:

L’offerta non è utilizzabile usando il cellulare come modem, utilizzando Internet come protocollo di comunicazione (ad esempio VOIP, instant messenger, peer to peer) o per l’utilizzo di applicazioni non certificate da Vodafone.

UPDATE: il file html all’articolo è stato rinominato in modo meno originale ma più opportuno e polite. Ringrazio comunque Mantellini per avermi ispirato a conservare l’immagine che riporta l’url originale (onde evitare accuse di allucinazioni).

 
15 commenti

Pubblicato da su 16 luglio 2007 in media, Mondo, news

 

Tag: , ,

Tempo al tempo

Stavamo giusto considerando, in famiglia, sul fatto che siamo al 12 luglio, la temperatura è decisamente vivibile e le previsioni di inizio anno davano per certa un’estate torrida. Ma ecco che il colonnello Giuliacci ci rovina la festa di questa conversazione da ascensore (o da parrucchiere, o da fila alla cassa del supermercato):

(ANSA) – ROMA, 12 LUG – ‘I primi sei mesi del 2007 sono i piu’ caldi degli ultimi 400 anni’. La notizia arriva da Mario Giuliacci, esperto del Centro Epson Meteo. ‘E’ sempre piu’ credibile l’ipotesi del Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration) all’inizio dell’anno che prefigurava il 2007 come l’annata piu’ calda da sempre, o almeno da quando esistono i rilevamenti termometrici. C’e stato un aumento – spiega Giuliacci – di 0,79 gradi centigradi rispetto alla media del periodo 1951-1980′.

 
1 Commento

Pubblicato da su 12 luglio 2007 in media, Mondo, news

 

Tag:

Agcom per la tutela degli utenti Elitel

Notizia letta oggi su MF-Dow Jones News:

TLC: Calabrò, Elitel informi clienti su servizio telefonico

ROMA (MF-DJ)–Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presieduto da Corrado Calabrò, ha esaminato i profili di tutela dell’utenza derivanti dalla risoluzione contrattuale avviata da Telecom Italia nei confronti di Elitel che ha determinato, per molti clienti di quest’ultima società, la disattivazione del servizio di telecomunicazioni.

L’Autorità, informa una nota, ha ribadito la necessità che gli operatori provvedano a porre in essere tutte le opportune misure e a fornire tutte le informazioni per evitare che si verifichi la cessazione del servizio telefonico. L’Agcom ha ordinato formalmente a Elitel di fornire immediatamente ai propri clienti dettagliate informazioni sulle modalità con le quali possono continuare ad usufruire del servizio telefonico di base o passare ad altro operatore nel caso in cui non vengano ripristinate le condizioni originarie.

Telecom I. dovrà collaborare con Elitel per gli utenti ad accesso diretto e, a sua volta, informare gli utenti in CPS (Carrier PreSelection) della stessa Elitel, tramite un messaggio fonico, della possibilita’ di effettuare chiamate in uscita premettendo, alla digitazione del numero, il codice di selezione (CS) dell’operatore con il quale sia stato sottoscritto un contratto, oppure quello di Telecom Italia. com/pev

L’Agcom impone dunque a Elitel di spiegare ai propri clienti in che modo possono continuare a telefonare e che, in alternativa, possono migrare ad un altro operatore (come possa fare a spiegarlo agli utenti che sono rimasti telefonicamente isolati non viene chiarito, quindi Elitel si deve arrangiare).

Si legge anche che l’Authority TLC chiede a Telecom Italia di andare in soccorso agli utenti Elitel, ma c’è un’utile comunicazione di servizio (che praticamente ottempera a quanto detto nel precedente paragrafo): gli utenti Elitel con preselezione automatica possono telefonare, instradando le proprie chiamate sulla rete di Telecom Italia.

Per completare l’opera bastava aggiungere una semplice indicazione: è sufficiente anteporre il prefisso 1033 al numero telefonico da comporre (se dovete chiamare lo 02 555 555 555, dovete comporre il numero 1033 02 555 555 555).

 
3 commenti

Pubblicato da su 11 luglio 2007 in news

 

Tag: , ,

Elitel commissariata. Ora che succede (e che succederà)?

Punto Informatico è l’unica testata giornalistica ad aver dato risalto, in più occasioni (giovedì e lunedì), alla vicenda Elitel. E tanto per non smentirsi, ecco un nuovo articolo – di Alessandro Longo – con importanti aggiornamenti.

Elitel, ecco cosa sta succedendo
1. La situazione
Elitel è in crisi aperta, ormai è ufficiale: ieri i consigli di amministrazione di tutte le società del gruppo hanno chiesto il commissariamento. È il passo estremo per evitare il fallimento, per la difficoltà a far fronte ai 106 milioni di euro di credito telefonico (servizi voce e Adsl all’ingrosso) vantati da Telecom Italia. Il sottosegretario Alfonso Gianni del ministero dello Sviluppo Economico in queste ore nominerà un commissario ministeriale che si occuperà di gestire la società. È una buona notizia per i dipendenti (150 dipendenti e 1850 parasubordinati): per ora nessuno perderà il lavoro. Elitel però ha appena chiesto (contro il volere dei sindacati) una proroga di cassa integrazione per 30 dipendenti. Il 9 luglio sono infatti tornati al lavoro 50 che erano in cassa integrazione.

C’è una buona notizia anche per i 400 mila utenti Elitel (molti dei quali aziende e professionisti, per un totale di 250 mila contratti di servizio): “la nuova gestione commissariata avrà innanzi tutto l’obiettivo di garantire gli utenti di Elitel sull’ordinaria prosecuzione del servizio”, spiega a Punto Informatico Bruno Casati, assessore alle crisi industriali e occupazionali presso la Provincia di Milano. È appunto con la Provincia e i sindacati (Fiom e Slc Cgil) che Elitel ha firmato, ieri, un documento quadro per cercare di superare la crisi.

Di conseguenza, ieri stesso il ministero dello Sviluppo Economico ha inviato a Telecom Italia una lettera firmata dal sottosegretario Alfonso Gianni per sollecitare la riattivazione delle linee Elitel. “Stiamo ora valutando la comunicazione del ministero”, fanno sapere da Telecom a Punto Informatico. Beninteso, il ministero riconosce che il credito vantato da Telecom vada tutelato; le linee sarebbero riattivate mentre l’amministrazione straordinaria cercherà anche una soluzione al debito. È proprio quest’ultimo la causa di tutti i problemi di Elitel. È un debito che si accumula dal 2002, subito dopo la costituzione di Elitel ed è raddoppiato negli ultimi due anni. Parte di quei 106 milioni – cioè 95 milioni di euro – è un debito che Telecom considera già scaduto, dopo due tentativi falliti di Elitel di ristrutturarlo.

“È così che siamo giunti alla decisione di staccare tutte le linee progressivamente a partire dal 3 luglio, dopo aver mandato l’ultima diffida a Elitel a fine maggio, dandole 30 giorni di tempo per ripagare il debito”, spiegano da Telecom. Ieri, 10 luglio, Telecom ha completato il distacco delle linee. Tutti gli utenti Elitel sono quindi in panne, eccetto alcuni casi delicati (farmacie, uffici comunali) che in accordo con Telecom sono rimasti attivi.

“Non ci limiteremo ad aspettare che Telecom voglia riattivare le linee”, aggiunge Giorgio Fatarella, amministratore delegato di Elitel. “Ci stiamo organizzando per riattivarle tramite altri fornitori, tra cui alcune società del gruppo”. Non ci sono tuttavia tempi certi. Così come non è sicuro che la gestione commissariale vada liscia: per prima cosa dovrà accertare che la situazione commerciale di Elitel sia sostenibile; cioè se, debito a parte, abbia le carte giuste per essere profittevole. “Dai dati che abbiamo visto- dice Casati – in realtà Elitel ci sembra un’azienda solida, che con l’amministrazione Fatarella è arrivata all’attivo”. È quanto mostra lo stesso Fatarella, in una bozza di bilancio, che però ancora non è stato pubblicato: l’ultimo a uscire è stato quello del primo semestre 2006. La mancata pubblicazione del bilancio 2006 è il motivo per cui il titolo Elitel è stato sospeso dalla Borsa di Londra (Aim) il 28 giugno 2007.

Molti punti della questione sono poco chiari; sistemare i nodi della vicenda sarà compito della gestione commissariale che, se andrà avanti, durerà per i prossimi due anni. “Dovrà valutare anche eventuali responsabilità di Telecom Italia in questa crisi – dice Casati, che ha parole dure – ritengo che distaccare gli utenti, causando loro un danno, sia stata una vigliaccata. Non è giusto che soffrano loro per i debiti del proprio operatore. Il commissario valuterà se Telecom ha fatto il possibile per trovare un accordo con Elitel”.
“Telecom ha distaccato le linee rispettando le norme”, ribattono però dall’Autorità Garante delle Comunicazioni (Agcom), che ora sta “cercando di far dialogare le parti nell’interesse degli utenti restati senza linea”. Il dialogo, se non ci fosse stato l’intervento del Ministero, sarebbe tuttavia in stallo: Elitel ha detto di non avere proposte aggiuntive per ripagare il debito e Telecom ha rifiutato tutte quelle precedenti.

2. Il debito con Telecom

Insomma, il giallo di tutta questa vicenda è proprio il debito con Telecom (a cui vanno sommati altri 25 milioni di euro che Elitel deve ad altri fornitori, come detto a Punto Informatico). Com’è possibile che un’azienda che nel 2005 ha fatturato 150 milioni di euro possa arrivare a un debito di tale entità? A riguardo, Elitel non ha dubbi: “Telecom ha violato le norme e per questo motivo ho sporto oggi contro di lei denuncia penale (ieri per i lettori, Ndr.)”, dice a Punto Informatico Giorgio Fatarella, amministratore delegato di Elitel. Ne è alla guida da marzo, “i 95 milioni di euro di debiti scaduti vengono dalla passata gestione”.

Per capirci qualcosa bisogna sapere che in questo business Telecom dovrebbe dare all’operatore un credito telefonico (per i servizi all’ingrosso) proporzionato alle effettive capacità di quell’operatore di ripagarlo nel tempo. “Telecom invece per anni ha dato un credito superiore alle garanzie, a Elitel come ad altri operatori. Ci aveva inoltre promesso lo stralcio di parte di quel debito, ma si è rimangiata la parola distaccando le linee”, dice Fatarella. Qui si entra nel terreno delle polemiche e delle contrapposte opinioni: solo un giudice potrà stabilire la verità.

Quello che c’è di certo è una notizia che è stata ripresa pochissimo dalla stampa. È di fine giugno: quattro alti funzionari di Telecom Italia e di Tim sono indagati dalla Procura di Roma per concorso in bancarotta fraudolenta aggravata. In sostanza (si legge nella nota d’agenzia Radiocor), “secondo gli inquirenti i quattro continuavano a erogare crediti telefonici per conto di Telecom e Tim ad alcune società (la Tc Spa, già Teleque Communications Spa e la Carteque Italia) insolventi, contribuendo a causarne il fallimento e arrecando alle proprie aziende un ammanco di circa 76 milioni”. La tesi di fondo (che sta dietro all’indagine) è che un’azienda in difficoltà non dovrebbe ricevere un credito elevato da Telecom, altrimenti la sua posizione debitoria si aggrava e si contribuisce alla bancarotta.

È come se un’azienda con poche garanzie ottenesse da una banca un super-prestito ingiustificato; se lo tira dietro per anni, non riuscendo mai a ripagarlo, fino a essere costretta (per il peso del debito e dei relativi interessi) a dichiarare bancarotta. Senza prestito, si sarebbe invece limitata a chiudere (senza bancarotta). A che pro Telecom avrebbe avuto manica larga nel concedere crediti? Perché mantenere in vita, forzosamente quanto inutilmente (vista la bancarotta successiva) quegli operatori? È da scoprire, ma secondo Fatarella lo scopo era di ottenere ritorni più alti scommettendo sulla crescita futura del fatturato degli operatori.

La vicenda è stata ricordata ieri anche da Davide Caparini, deputato della Lega Nord, che per fare chiarezza ha presentato un’interrogazione parlamentare in Commissione trasporti e telecomunicazioni e ha chiesto che sia sentito il parere dell’Autorità Garante delle Comunicazioni. La tesi di Caparini e di Fatarella è che Telecom abbia distaccato Elitel, rispettando alla lettera le norme e senza concedere altro credito all’operatore, appunto perché scottata dall’indagine della Procura; per evitare, insomma, di ricreare le condizioni che vedono indagati i quattro dirigenti. Telecom invece nega che il caso Elitel sia collegabile a quell’indagine. La partita in corso è un campo di nebbia che ha appena cominciato a schiarirsi.

L’articolo di Alessandro delinea un quadro abbastanza dettagliato. Però mi sorge una riflessione: tra i dirigenti coinvolti dall’indagine per bancarotta fraudolenta (Alessandro Talotta, Riccardo Delleani, Walter Ibba e Lorenzo Ferrante) ci sono manager di Telecom Wholesale. Talotta in particolare, come ricorda Stefano Quintarelli, “è il responsabile dei servizi all’ingrosso nazionali (colui che è responsabile di gestire le forniture all’ingrosso a tutti i concorrenti, che devono essere non discriminatorie)”. L’inchiesta ha preso il via l’anno scorso, portando ad alcuni arresti (come riporta una news Radiocor) già nel febbraio 2007. Vive La Vie e Telvia, guidate da Giorgio Fatarella, hanno rilevato il controllo di Elitel a marzo 2007. mentre l’inchiesta era in pieno svolgimento (anzi aveva cominciato a dare i suoi “frutti”). Dunque, a rigore di logica, la divisione Wholesale di Telecom già in quel periodo avrebbe dovuto essere quantomeno guardinga nei confronti di una Elitel già indebitata che cambiava proprietà. Perché non lo è stata? Anche questo dovrà essere chiarito.

 
4 commenti

Pubblicato da su 10 luglio 2007 in Mondo, news

 

Tag: ,

Atti di Italia.it: la risposta è NO

Luca Carlucci di ScandaloItaliano segnala che la Commissione per l’accesso agli atti della pubblica amministrazione non ha concesso l’accessibilità agli atti relativi al portale Italia.it:

Riassunto: scandaloitaliano scrive al governo chiedendo, come atto di buona volontà e di trasparenza, l’accesso agli atti della P.A. relativi a progettazione e realizzazione di italia.it. Risponde un alto funzionario del DIT appellandosi a tutti gli impicci della legislazione vigente, anticipando un “no” ma rimandando la decisione alla pronunciazione di una certa Commissione per l’accesso agli atti della pubblica amministrazione.
Oggi scandaloitaliano ha ricevuto la risposta definitiva sulla scorta della pronunciazione della Commissione: la risposta è, appunto, “NO

 
5 commenti

Pubblicato da su 10 luglio 2007 in media, Mondo, news

 

Tag: ,

iPhone, in Italia dopo Natale?

Sarà vero che nella slitta di Babbo Natale non c’è posto per gli iPhone degli italiani?

Mi spiego: secondo il Financial Times, Vodafone non figura tra i favoriti ad aggiudicarsi la commercializzazione del music-phone di Apple in Europa. Si parla di un lancio 2007 che vedrà in pole position O2 (Telefonica) nel Regno Unito, T-Mobile (Deutsche Telekom) in Germania e Orange (France Telecom) in Francia. Si dice inoltre:

Apple is not expected to launch the device in other European markets until next year.

Se il FT avesse ragione, il mercato italiano potrebbe accogliere l’iPhone solo nel 2008. Ergo, molti potrebbero dover cambiare idea e ripiegare su altro, per i regali natalizi. Almeno finché non salterà fuori qualche nuovo colpo di scena.

Qualche italiano comunque ce l’ha.

 
2 commenti

Pubblicato da su 9 luglio 2007 in Mondo, news

 

Tag: ,

La storia di Berenice

Conoscete la storia di Berenice, figlia del re di Cirene (quella della chioma di Berenice)?

Se vi interessa ve la racconta Stefano Quintarelli, attualizzata. Interessante.

 
Commenti disabilitati su La storia di Berenice

Pubblicato da su 9 luglio 2007 in news

 

Tag: , , ,

Elitel è in crisi

Update: martedì 8 gennaio 2008 ho scritto un nuovo post sulla vicenda. E’ a questo indirizzo (fine update)
———-

E’ in crisi la rete di Elitel, e ne sono bene a conoscenza tutti i suoi utenti da martedì mattina. Che sono a loro volta in crisi, perché il blackout del network li isola dal mondo: basti pensare agli utenti – magari business – che hanno un contratto VoIP + ADSL…

La causa del blackout? Secondo Elitel (che ho interpellato in seguito ad alcune segnalazioni di utenti – conoscenti, amici e familiari) si tratta di un rilevante guasto tecnico, di cui non è ancora possibile stimare i tempi di ripristino.

Ma, in altri ambiti, c’è chi parla di riflessi derivanti da una crisi finanziaria che va avanti da tempo. In effetti sembra tutto un precipitare di eventi: il down della rete arriva pochi giorni dopo la sospensione del titolo Elitel Telecom alla borsa di Londra. La società è infatti in difficoltà nel realizzare il suo progetto di ristrutturazione del debito contratto con vari fornitori, tra cui spicca Telecom Italia. E Forbes segnala che la sospensione del titolo azionario è motivata dalla mancata presentazione del bilancio certificato per l’esercizio 2006:

LONDON (Thomson Financial) – Elitel Telecom SpA said it cannot publish its full-year results by the deadline as talks with its creditors have not yet been concluded, resulting in the company shares being suspended from trading on AIM.

The Italian telecommunications group cannot finalise its results for the year to Dec 31 and thus cannot publish them by the June 30 deadline, as talks with its creditors to achieve a major restructuring of its debt have not yet been concluded.

Elitel added it expects that an agreement will be reached with creditors ‘shortly’, and the company will consequently publish their annual accounts and restore the dealing facility in due course.

Giusto un’ora fa ho ricevuto la mail di un utente, Achille, che nella sua posizione di ex dipendente Elitel (ora reseller) da’ la sua versione dei fatti (lo cito con il suo permesso):

Su Elitel, come società, grava un pesante indebitamento nei confronti di Telecom Italia, che sta passando al contrattacco con le sue armi commerciali: politiche di win-back (chiama i clienti Elitel e offre loro condizioni vantaggiose per riaccaparrarseli) e azioni a livello wholesale. Non è difficile pensare che le difficoltà “tecniche” degli utenti Elitel siano dovute a questi problemi.

La situazione sembra molto pesante a tutti i livelli: un altro lettore mi segnala tre video (primo, secondo e terzo) pubblicati qualche settimana fa su YouTube, che mostrano momenti di una manifestazione dei dipendenti dell’azienda. E nel forum di Punto Informatico legato alla notizia del down della rete Elitel, le voci che circolano sono assai poco confortanti.

Quattro mesi fa il controllo dell’azienda è passato dal fondo Kiwi II di Elserino Piol a quello di Vive La Vie e Telvia, sotto la guida di Giorgio Fatarella, che sembrava dover portare l’azienda sulla strada della serenità finanziaria. Serenità che non è arrivata, stando agli ultimi sviluppi. Ma se un’azienda che è stata rilevata quattro mesi fa adesso vive una situazione insostenibile c’è qualcosa di poco chiaro, finanziariamente, nell’operazione.

C’è da augurarsi che la situazione si risolva, per gli utenti ma anche per l’azienda (e i suoi dipendenti): guasto tecnico o crisi finanziaria, la situazione attuale ora ha come conseguenza la perdita di fiducia da parte di molti clienti.

Riflessione: sembra che in Italia, da parte dei media, ci sia un disinteresse generalizzato sulle condizioni di Elitel (Forbes ne parla perché l’azienda è quotata al London Stock Exhange), praticamente ne parla solo Alessandro Longo (scusa Alex, me ne sono accorto poco fa). E Stefano Quintarelli commenta:

Non ho alcuna informazione diretta, certo e’ che se prima poteva esserci una tolleranza da parte di TI, dopo le indagini per bancarotta fraudolenta che coinvolgono 4 dirigenti Telecom, di cui 3 della divisione wholesale, mi aspettavo che la manica si sarebbe stretta e mi chiedevo chi potrebbe essere stata la prima vittima.

Considerando che, a parte qualche caso che si conta sulle dita di una mano, gli operatori di TLC di rete fissa in Italia stanno tutti alla canna del gas o li’ vicino, un poblemino di sostenibilita’ della concorrenza probabilmente c’e’…

La crisi di Elitel è una delle conseguenze della crisi delle TLC italiane, che necessitano di operare in un regime di vera concorrenza e con una vera regolamentazione. Altrimenti la situazione degenererà molto rapidamente e ci saranno altre Elitel.

UPDATE di Sabato 7 luglio: Alex, che negli ultimi due giorni si è dato da fare non poco, è riuscito ad avere dettagli e conferme sulla situazione da parte della stessa Elitel. Ma molte cose devono ancora essere chiarite.

 
57 commenti

Pubblicato da su 5 luglio 2007 in news

 

Tag: , ,

iPhone.com, il nome da un milione di dollari

Probabilmente la persona che è riuscita a guadagnare di più, grazie al lancio dell’iPhone di Apple, non è Steve Jobs (non ancora almeno), ma Mike Kovatch, ossia colui che aveva registrato a proprio nome, in tempi non sospetti (si parla del 1995) il nome a dominio iPhone.com, che l’azienda di Cupertino è riuscita ad aggiudicarsi – e utilizzare solo a partire dal giorno dopo il lancio ufficiale del suo apparecchio – dietro il pagamento di una cifra a sei zeri. AppleInsider parla infatti di “almeno un milione di dollari”.

Nome che registri, business che trovi…

 
3 commenti

Pubblicato da su 5 luglio 2007 in Mondo, news

 

Tag: ,

Diffidate dell’avvocato G. Filippo Cagossi…

…o almeno delle mail che hanno come mittente questo nome.

Mi spiego meglio: non saltate sulla sedia se nella vostra mailbox compare un messaggio, il cui mittente apparente è lo studio dell’avvocato G. Filippo Cagossi, avente per oggetto una frase come “Messa in mora del debitore ex art. 1219 c.c.” e che vi sollecita al pagamento di una certa somma. E’ una bufala, realizzata per indurre il download di un bel dialer.

Se ricevete un messaggio simile, è sufficiente cestinarlo per non correre alcun rischio. Questo è il testo che ho ricevuto io:

ATTO DI DIFFIDA E MESSA IN MORA

Egregio Signore/a (altresì info)

Come da Raccomandata a.r.

Oggetto: Messa in mora del debitore ex art. 1219 c.c.

La mia assistita mi informa che a tutt’oggi risulta un credito nei Vostri confronti dicomplessivi €. 900,00, come risulta dalla documentazione allegata.

Per quanto precede Vi rendo noto che, in difetto di ricezione, entro e non oltre dieci giorni dal ricevimento della presente, del complessivo importo di €. 196,00 oltre gli interessi dal dovuto al saldo di € 70,00, agirò legalmente nei Vostri confronti, con sensibile aggravio di spese.

Rimango in attesa di un Vostro riscontro in merito – nel termine di cui sopra – e distintamente Vi saluto.

Avv. G.Filippo Cagossi

Mi piacerebbe conoscere l’identità della sua assistita, tanto per sapere chi va in giro a vantare crediti fasulli nei confronti del sottoscritto, ma preferisco non approfondire (mi piacerebbe conoscere anche l’identità dell’insegnante di matematica di questo sedicente avvocato, vista l’incongruenza tra le cifre che cita). Non approfondirò, invece, cosa c’è dietro i link (che qui sopra non ho mantenuto) che dovrebbero portare alla documentazione allegata, e la cui homepage (www.sicure-mail.com) – che non porta ad alcun sito di rilevanza giudiziaria, ne’ al sito dello studio legale – mostra quanto segue:

正在建设中

Under Construction

Per la cronaca, i link presenti nel messaggio portano ad un immagine microscopica – che in calce porta la “firma” dell’avvocato Ubaldo Santarelli (è un associato di Cagossi?) – che dovrebbe essere il fantomatico “atto di diffida e messa in mora”. Chi clicca su “ingrandisci” non vedrà nessun allto, ma scatenerà il donwload del file (nel mio caso, 56563A.exe), cosa che sconsiglio caldamente. Anche perché il nome dell’avvocato Santarelli è un personaggio già noto, come ci ricorda Anti-Phishing Italia (come noterete leggendo il loro articolo, la mail è identica).

UPDATE nr.1: in Italia esiste un avvocato Cagossi, che però si chiama Romeo. A lui va la mia solidarietà e l’augurio di una serena attività professionale.

UPDATE nr.2: Il 10 settembre ho ricevuto questa lettera, che pubblico con il consenso della mittente:

Sono l’avv. Paola Cagossi del Foro di Bologna destinataria da luglio
ad oggi di numerose richieste di chiarimento da parte di imprenditori
commerciali in merito alla mail di diffida e messa in mora del
fantomatico avvocato G. Filippo  Cagossi.
In data odierna ho depositato denuncia alla Polizia di Stato sulla
vicenda a tutela dei malcapitati utenti e per sottolineare la totale
estraneità alla vicenda mia e dei miei collaboratori.
Nell’occasione ho appreso della notorietà del virus e dei siti
internet che se ne sono occupati.

Questo post sembra l’appello degli avvocati di nome Cagossi. Anche all’avvocato Paola Cagossi, naturalmente, esprimo la mia solidarietà con i migliori auguri di una serena attività professionale.

 
16 commenti

Pubblicato da su 3 luglio 2007 in news

 

Tag: ,

Shannon.it, blog al contrario

Nel coro delle voci che in Rete si intonano sulla tecnologia c’è una new-entry: il progetto Shannon.it, che – per usare le parole della sua stessa presentazioneè un altro blog che tratta di tecnologia pubblicando sia articoli tecnici e mirati, sia articoli accessibili al grande pubblico. Non è la redazione a scrivere articoli e i lettori a commentarli, ma esattamente il contrario. L’obiettivo di Shannon è stimolare la nascita di discussioni costruttive, ponendo al centro del dibattito i lettori stessi, autori dei post iniziali.

Un progetto Web 2.0, quindi 🙂 Shannon.it ha una redazione che valuta gli articoli ricevuti dai lettori e li pubblica con una risposta che esprime un’opinione diversa, il tutto può essere commentato alimentando una discussione (auspicabilmente) costruttiva.

Fra gli articoli presenti, visto il periodo iPhonesco, mi sembra perfidamente ovvio segnalarvi L’iPhone e la rivoluzione che sconvolge solo Zio Steve.

 
Commenti disabilitati su Shannon.it, blog al contrario

Pubblicato da su 2 luglio 2007 in Blogroll, Mondo, news

 

Tag: ,

Il giallo del sito iPhone.com

Qualcuno l’aveva comprato, ma non è stata Apple. Non sto parlando del music-phone dell’azienda di Cupertino, ma del dominio iPhone.com: ne ho fatto cenno in un microupdate del post precedente, ma forse occorre spiegare meglio la cosa.

Ricapitolando: proprio ieri, 29 giugno 2007, data ufficiale del lancio USA dell’iPhone, qualcuno è andato a visitare il sito iPhone.com e ci ha trovato una vetrina di smartphone. Questa:

Nessuna traccia dell’attesissimo iPhone, ma una serie di alternative non Apple. Il fatto è saltato all’occhio di moltissimi utenti e molti media (l’articolo di Anick Jesdanun di Associated Press, che segnala l’esistenza di oltre 4mila domini che contengono il termine “iPhone”, ha fatto il giro del mondo approdando anche su MacNews). E, come ha evidenziato Giacomo Dotta su Webnews.html.it, iPhone.com è diventato un elemento in qualche modo concorrente all’iPhone stesso in quanto riporta in homepage tutta una serie di telefonini di fascia alta con tanto di link per procedere ad un eventuale acquisto”.

Ma oggi, coup de théâtre: ancor più sorprendentemente, se digitate ora nel vostro browser l’indirizzo http://www.iphone.com, noterete che si tratta di un redirect al sito ufficiale http://www.apple.com/iphone/

Cos’è dunque avvenuto? Forse il nome a dominio è sempre stato di Apple e ieri ha subito un defacement? No: Apple aveva registrato iPhone.org, mentre iPhone.com era stato registrato da un certo Mike Kovatch (per l’offerta VoIP del gestore Nuvio). L’uomo, interpellato lo scorso dicembre dalla redazione di iProng, lo ha confermato, aggiungendo di non essere mai stato contattato da Apple per la registrazione di quel nome a dominio. Forse fino a ieri: viste le recenti evoluzioni, è infatti verosimile pensare che Apple sia riuscita ad accaparrarsi la gestione del nome iPhone.com tra ieri e oggi, dopo averla negoziata con mister Kovatch.

A corollario di tutto ciò, Adrian Kingsley-Hughes – su ZDNet – racconta che alcuni scammers utilizzano il nome iPhone a scopo truffaldino, inducendo gli utenti a visitare un falso sito iPhone (un altro):

This morning, Sunbelt researchers discovered a new custom Trojan that attempts to steal money by selling a fake iPhone. This Trojan looks custom-built and has very poor coverage by AV vendors (report here).

The malware produces a popup, triggered by going to yahoo.com or google.com. There are multiple types of popups, including one saying “supported by Google” and one “supported by Yahoo”.

(Immagine truffaldina)

Insomma, il nome iPhone fa business, e non soltanto per Apple. Ma tutto ciò è originato dall’attesa spropositata montata, dalla stessa Apple, attorno all’apparecchio. E anche qui chiudo citando Alfonso Fuggetta:

il delirio che si sta scatenando sull’iPhone è al di là del bene e del male. Ho il mio Reader RSS pieno di articoli sull’iPhone, da chi l’ha smontato alla descrizione delle code per comprarlo. Ma un po’ di buon senso proprio no?

 
6 commenti

Pubblicato da su 30 giugno 2007 in media, news

 

Tag: ,

iPhone, lo comprereste?

Oggi l’iPhone di Apple debutta ufficialmente sul mercato USA, ma non tentate di comprarlo sul sito iPhone.com, perché non c’entra nulla con il melafonino (anzi, è stato furbamente registrato utilizzato da qualcuno che vende ogni altro possibile smartphone).

  • update: il sito iPhone.com è ora legato ad Apple e il fatto che ieri fosse una vetrina di altri smartphone non era una mia allucinazione. La conferma viene da  MacNewsWorld (ma ne ha parlato anche Giacomo Dotta su Webnews). Ringrazio comunque Andrea che nei commenti mi ha segnalato la cosa.

Il Wall Street Journal pubblica proprio oggi un’intervista doppia a Steve Jobs (boss dell’azienda di Cupertino) e Randall Stephenson (numero uno di AT&T). Non è come leggere un’intervista di Giuseppe Turani a Riccardo Ruggiero (AD di Telecom), ma c’è un retrogusto di domande imboccate.

Pietro, su VoIPBlog, spiega i suoi 5 buoni motivi per non comprare un iPhone , su cui potrebbe essere opportuno riflettere:

  1. Non è possibile installare applicazioni, si possono solo usare servizi Web grazie alla presenza di un browser completo come Safari. Uno sviluppatore non può scrivere applicazioni in grado di accedere al sistema, ma può solo creare pagine Web che richiamino alcune funzionalità del telefono. Tra le motivazioni (reali) di questa limitazione potrebbe esserci proprio l’accordo di esclusiva con AT&T: sull’iPhone non saranno installabili software di Instant Messaging o VoIP, due applicazioni in grado di mettere a rischio i ricavi da SMS e voce dell’operatore.
  2. E’ bloccato. E’ presente un alloggiamento per SIM-cards ma il telefono funziona solo sulla rete di AT&T, con cui Apple ha stretto un accordo di esclusiva.
  3. E’ limitato a collegamenti EDGE e WiFi, non c’è supporto 3G. La stessa AT&T offre terminali in grado di collegarsi alla propria rete di terza generazione, è stata una scelta di Apple, probabilmente imposta dall’esigenza di contenere i consumi di energia e le dimensioni dell’iPhone.
  4. Costa molto. 499$ per la versione da 4GB, 599$ per quella da 8GB, a cui aggiungere 36$ di attivazione del contratto con AT&T e un costo mensile da 59,99$ a 99,99$ a seconda della quantità di minuti di conversazione inclusi. Scegliendo le opzioni più economiche, significa 1.974$ per 2 anni di utilizzo (il minimo previsto dal contratto con AT&T).
  5. Non è adatto all’utilizzo in azienda. Si parla di compatibilità con Microsoft Exchange, necessaria perché l’iPhone possa far ingresso nelle imprese di mezzo mondo, ma manca il supporto per molti altri sistemi e-mail altrettanto diffusi (BlackBerry?), non è possibile sviluppare applicazioni ad-hoc ed installare applicazioni per gestire la sicurezza delle informazioni. Il TCO (total cost of ownership) è circa il doppio rispetto a un BlackBerry o Palm Treo.

C’è da dire che alcune di queste motivazioni potrebbero essere superate, al momento del suo sbarco in Europa: da tempo si vocifera di una versione 3G per il Vecchio Continente e non è ancora possibile sapere quale operatore mobile la sposerà (Vodafone?), ne’ con quale politica commerciale lo proporrà al pubblico (SIM-lock?).

Ma i conti fatti da Pietro sono corretti, anch’io avevo calcolato che tenere un iPhone per due anni costerebbe (almeno) circa 2mila dollari. Che non è poco…

Lo comprerete?

 
4 commenti

Pubblicato da su 29 giugno 2007 in news

 

Tag: , ,