Come la Terra, anche la Luna è in continua evoluzione. Questo video condensa la sua storia in soli tre minuti:
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Istigazione a sbattersene
Roberto Saviano, dopo il clamore suscitato da un errore grammaticale di un suo tweet, ha deciso di emulare Pirandello e Landolfi. Speriamo che se la cava.
Oggi, 11/11/11
11 11 11
Data epocale, quella di oggi, a cui molti attribuiscono significatività particolari:
- http://www.defaultitalia.it la identifica come data ufficiale del fallimento del nostro Paese
- alcuni prevedono si verifichi una sorta di ascensione cosmica
- altri vedono questa in questa data sia il codice del risveglio che l’inizio della fine dei tempi (che avverrà però il 21/12/2012)
- a Modena è il giorno ideale individuato da alcuni musicisti per eseguire lo Studio n.11 di Liszt, la Sonata Op.111 e la Sonata a Kreutzer Op.47 (4+7=11) di Beethoven. Inizieranno a suonare alle 18.20 (1+8+2+0=11) alle 11.11 di sera
- Laura Pausini lancerà un nuovo disco
- George Michael canterà in concerto al Forum di Assago
- Piero Chiambretti debutterà con la trasmissione Chiambretti Muzik Show
- Il CICAP apre il convegno I conti non tornano, dove si parla dei numeri tra scienza e mistero, quei numeri che “si trovano da sempre al centro di credenze irrazionali, come l’idea che esistano dei numeri che portano fortuna o sfortuna o che sia possibile “calcolare” e prevedere l’uscita dei numeri al lotto”
L’ho fatto prima io
Nell’ambito di una campagna di tutela integrale del proprio design, Apple ha accusato un’azienda alimentare cinese di averle copiato il logo (in realtà sembra avere più analogie con quello di LG).
Allora perché non non attaccare chiunque utilizzi una mela come simbolo? Nel mondo ce ne sono milioni, inclusi i fruttivendoli…
Io, nella sua buccia… pardon: nei suoi panni, me ne starei zitto. Prevenire è meglio che curare, anche per non svegliare un can che dorme a caso…
Sempre in tema, la querelle con Samsung sul design dell’iPad sta invece assumendo i connotati di una telenovela, in cui gli autori scatenano la propria fantasia per partorire una puntata dietro l’altra con espedienti impensabili. Stefano segnala che i legali di Samsung, tra le prove che “dimostrerebbero” come il tablet di Apple non potrebbe rivendicare l’originalità del design, hanno inserito uno spezzone di 2001: Odissea nello spazio (che è del 1968) in cui compaiono appunto due tablet, molto simili all’iPad, al Galaxy e ad un buon numero di altri dispositivi analoghi.
A questo punto mi aspetto di tutto, anche che Giacobbo faccia causa all’inventore della palla.
Macchine del tempo… andato

Succose novità dal mondo dei motori. Dopo aver lanciato sul mercato la Freemont – sostanzialmente una Dodge Journey del 2008 ritoccata con alcune modifiche – il Gruppo Fiat si accinge a presentare un’ammiraglia con il marchio Lancia: riciclerà il nome Thema dall’omonimo e fortunato modello che debuttò nel 1984, mentre buona parte del resto proverrà dalla Chrysler 300C (un’auto del 2004, con una meccanica basata su una versione aggiornata del Pianale LX sviluppato da Mercedes Benz nel 1995).
A questo punto ci si potrebbe spingere ben oltre. Io proporrei un modello sportivo: recupererei gli stampi della carrozzeria della Dodge Charger del 1969 (il Generale Lee del telefilm Hazard) e li utilizzerei per produrre una nuova coupé Alfa Romeo da chiamare con un nome storico, magari come Giulia Sprint…
Una volta, queste cose, era la Fiat a farle, con i Paesi dell’est: le linee di produzione – già ammortizzate – di auto che qui erano giunte a fine carriera venivano cedute ad esempio a produttori di Russia (Lada-Vaz) e Turchia (Tofas, filiale locale dell’azienda torinese), che potevano così produrre auto a basso costo e motorizzare la popolazione. Ora, forse, quelli che hanno bisogno di tecnologia siamo noi 😦
Sbagliare è umano
Nella sede di Google è in corso da tempo la sperimentazione di un progetto che riguarda auto senza conducente, cioè che si guidano da sole. Sebastian Thrun, l’esperto in intelligenze artificiali che è a capo del progetto, ha sempre dichiarato che queste auto sono “un meccanismo perfetto” e sono già state riconosciute (e quindi possono circolarvi lecitamente) dallo stato del Nevada. Qualche giorno fa, nei pressi di Mountain View, queste Google Car sono rimaste coinvolte in un incidente.
Tuttavia non si può dare torto a Sebastian Thrun: alla guida della Prius di Google che ha causato il tamponamento – che ha riguardato in tutto cinque veicoli – in realtà non c’era una persona, ma un conducente in carne ed ossa.
Ma Google News legge i titoli?
Google News è diviso in sezioni, in cui le notizie confluiscono per argomento. Non c’è alcuna redazione a selezionarle e la classificazione viene svolta da algoritmi che le classificano in base ai contenuti. Un errore, può sempre capitare, anche se il servizio non è più in beta da due anni, perché la rilevanza di certi termini potrebbe depistare la classificazione e far finire le news in una sezione errata.
Probabilmente, la tecnologia alla base degli algoritmi di Google prevede che a certi vocaboli sia anche assegnato un ranking variabile in funzione del loro utilizzo abbinato con altri, o della ripetitività all’interno dello stesso articolo. Resta il fatto che buona parte di noi comprende subito, già dal titolo e a colpo d’occhio, che il contenuto delle tre notizie sopra riportate (click per ingrandire la figura) le dovrebbe far appartenere ad altre sezioni di Google News.
Pur comprendendo le possibilità di errore, ritengo sia tecnologicamente possibile evitare che notizie di cronaca – che dovrebbero finire in Italia o Prima pagina – finiscano in Scienza e tecnologia solo perché contengono termini come Dna, Università, scientifico, genetica, Facebook e altre parole fuorvianti. Tra l’altro, nell’analoga sezione di Yahoo!Notizie trovo meno intrusi.
Pochi secondi di Paint
Grazie ad una “segnalazione a catena” (via Manteblog – Draft), constato l’imbarazzante somiglianza tra il nuovo logo appena adottato dal Ministero dell’Interno (in seguito ad un regolare concorso vinto da Inarea strategic S.r.l.) e quello realizzato nel 2008 dal designer Inglese Roy Smith per la French Property Exhibition.
L’elaborazione di un logo è spesso frutto di uno studio attento all’immagine che si vuole trasmettere, uno studio che può richiedere tempo e risorse. In questo caso, però, pare sia stato scelto un approccio più snello.
Ispirarsi ai videogame
Nel leggere le notizie sui 25 anni di The Legend of Zelda ho scoperto che l’attore Robin Williams nel 1989 ebbe una figlia che chiamò Zelda proprio perché innamorato di quel videogame (almeno, stando a quanto riferito da Huffington Post). Qualche anno prima aveva avuto un figlio maschio, Zachary Pym, che ancora oggi ringrazia il padre per non aver mai amato abbastanza Pac-Man.
Oops, non ho messo il PaperPhone nel portafoglio
E’ leggero, flessibile e sottile come un foglio di carta, ma è dotato di caratteristiche che lo rendono uno stretto parente degli smartphone. Sviluppato da alcuni ricercatori della canadese Queen’s University, sarà presentato domani – martedì 10 maggio – a Vancouver e promette di rivoluzionare il mercato. Il suo nome è Paperphone.
Anche se il suo nome – almeno a chi non ha presente il significato anglosassone del prefisso paper – potrebbe evocare una fantasiosa invenzione di Archimede Pitagorico, questo dispositivo è realtà. Non si tratta di un concept, ne’ di un mock-up (termine con cui si indica generalmente un modello non funzionante che materializza un’idea o un progetto in fase di realizzazione): il Paperphone è funzionante e può racchiudere in se’ le feature che contraddistinguono i supercellulari di oggi. Con il plusdi un display sottile e flessibile che stravolge il concetto di interfaccia touchscreen in quanto consente di gestire determinate funzioni non semplicemente perché viene toccato, ma in quanto opportunamente piegato o sfogliato.
Quali funzioni? Tutte quelle ormai consolidate sugli smartphone: da quelle telefoniche (conversazioni, messaggi) a quelle multimediali (riprodurre contenuti musicali o video), dalla memorizzazione di dati all’accesso a Internet, fino alla riproduzione di e-book.
Tecnicamente si tratta di un display digitale da 9,5 pollici con tecnologia e-ink (quella utilizzata appunto negli e-reader come il Kindle, che ha il vantaggio di riprodurre l’effetto della carta stampata e non comporta affaticamento visivo), integrato da un circuito stampato elastico e flessibile con cinque sensori in grado di ricevere comandi (dati dall’utente appunto piegando o sfogliando il display) e trasformarli in istruzioni da seguire grazie ad un software in grado di tradurre posizione e direzione.
“Questo è il futuro. Ogni dispositivo mobile sarà simile a questo entro cinque anni” ha dichiarato con convinzione Roel Vertegaal, direttore del Queen’s University Human Media Lab e responsabile del team che ha sviluppato la nuova tecnica, definita bend gestures. Su Androidcommunity.com, in base ai menu visualizzati nel video riprodotto nel seguito, si suppone che alla base di questa tecnologia ci sia il sistema operativo Android.
Maggiori dettagli tecnici e altre informazioni saranno probabilmente rese note domani, in occasione della presentazione che avrà luogo durante la conferenza dell’Association for Computing Machinery’s Computer Human Interaction a Vancouver, in Canada. Sarà particolarmente interessante coglierne il seguito, per capire quale futuro potrebbe avere l’applicazione di questa tecnologia nel mondo dei dispositivi mobili.
Per il momento si tratta di un’intrigante novità, ma è prematuro parlare ora di che impatto potrebbe avere sul mercato degli smartphone: il primo passo da compiere è catturare l’interesse di almeno un produttore. Il resto si vedrà.
[pubblicato oggi dal sottoscritto su The New Blog Times]
Anche questo è vintage
Il sito che lo presenta è trash, ma questa operazione nostalgia potrebbero offuscarne la pacchianeria: ecco il nuovo PC64, un PC con la carrozzeria del mitico Commodore 64. Del computer di allora è rimasto solo il guscio, ma credo che a molti susciterà aneddoti e ricordi. Come se qualcuno prendesse una Punto Abarth per spogliarla della carrozzeria e metterci quella di una A112. Più o meno.












