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Fischi per fiaschi, Waterloo per Austerlitz

(Questa è una delle aziende più belle che esiste al mondo)

Nei giorni scorsi mi ero perso la performance di Luca Luciani, ma l’ho vista ieri sera nella replica di Deejay chiama Italia (bellissima trasmissione televisiva, forse proprio perché fatta in radio). Il capo dei domestic mobile services di Telecom Italia si è ispirato ad un’epica impresa per parlare di riscossa e vittoria. Come ormai tutti sanno, Luciani ha raccontato che Napoleone, contro ogni previsione, a Waterloo compì il suo capolavoro da condottiero. Peccato che a Waterloo fu sconfitto, mentre la sua più bella vittoria fu quella della battaglia di Austerlitz.

Tutto questo cosa ci insegna? Probabilmente poco, probabilmente ci dice solo solo che ai manager di oggi, forse, manca una base culturale che un tempo era irrinunciabile.

Tra l’altro, ancor prima di averne sentito parlare a scuola (e di capire come erano andate le cose), io sapevo già della battaglia di Austerlitz fin da piccolo, per averne letto un riferimento in una storia letta su Topolino, che ricordo ancora oggi. E questo cosa mi dice? Anche in questo caso poco o nulla, ma se Luca Luciani avesse letto (e ricordato) quella storia pubblicata da Topolino tanti anni fa, oggi lui non sarebbe certo ricordato da tutti per una figuraccia da collezione!

 
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Pubblicato da su 5 aprile 2008 in media, Mondo

 

Expo 2015: un altro portale è possibile

L’Expo 2015 è stato appena assegnato a Milano e già spuntano alcune piccole magagne. Intendiamoci, al momento non si tratta di nulla di critico e irrimediabile: si tratta di aspetti comunicativi e mediatici, che riguardano il modo in cui l’evento viene presentato su Internet.

Il sito ufficiale, innanzitutto, pecca di cacofonia sintattica fin dal dominio: www.milanoexpo-2015.com. Il primo ad accorgersene è stato Marco Camisani Calzolari, osservando quanto sia improponibile e poco pronunciabile quel dominio con il trattino (già mi vedo scene del tipo “a che indirizzo lo trovo?” “vuvuvvù punto milano expò tutto attaccato trattino duemilaquindici scritto in cifre punto com” “eeeeeeeehhh??? trattino quello col meno o quello basso? ma dovevano proprio scriverlo così??”).

Ci sarebbe parecchio da dire anche sui contenuti: quando MCC ha scritto il suo post (ma anche il giorno dopo), il portale ancora non dava alcuna comunicazione sul fatto che Milano si fosse aggiudicata l’Expo. Un po’ di tempestività non avrebbe certo guastato, vista la portata dell’iniziativa.

Ma anche la forma non è esattamente il massimo: lunedì sera, nei commenti al post di MCC, ho scritto che – nell’insieme – il portale mi ricorda il fu portalone turistico Italia.it e vedo che la mia impressione è largamente condivisa, tanto che Lo Spremiagrumi boccia senza appello il nuovo portale dell’Expo 2015:

gia col sito italia.it avevamo fatto ridere il resto del mondo, questa volta riderà il resto dell’universo, apriamo una petizione per farlo chiudere, per farlo rifare … voglio un risarcimento morale … rovinate l’immagine del paese con queste operazioni di basso profilo!!!

Ed ecco che MCC riparte lancia in resta e da’ un seguito a questo grido di doloro, lanciando un’iniziativa (che secondo me stava già maturando) quantomai opportuna: Facciamo tutti insieme il sito dell’Expo 2015.

Un sito creato dalla blogosfera italiana sappiamo che sarà un ottimo prodotto, moderno, aperto e sempre aggiornato.
Organizziamoci con gli strumenti che conosciamo, creiamo un team forte, efficiente e strutturato, facciamoci pagare e poi dividiamo equamente/socialmente.

L’opera è importante e imponente, ma il tempo e le risorse per fare le cose bene, con criterio e qualità, non mancano di certo!

SPIGOLATURE

Apro qui una sezione con qualche appunto, ma credo che prima o poi nascerà qualcosa di più organico (un newsgroup, un blog), se segnalazioni e critiche costruttive aumenteranno.

L’ortografia è un’opinione? No, ma come sottolinea Aghost (qui e anche nei commenti di questo post), l’utilizzo degli accenti non è proprio da Accademia della Crusca...

Comunque nei testi l’accento è utilizzato in modo corretto (si scrive perché, non perchè).

 
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Pubblicato da su 2 aprile 2008 in Internet, media, Mondo, news

 

Della “chance” perduta

Doppia citazione, più un’aggiunta del sottoscritto

Vittorio Bertola riprende da Repubblica.it un titolo ortograficamente non corretto, sottolineando l’errore:

repubblica-veltroni-ortografia.png

Dopo un’oretta, la testata corregge il titolo. Lo rileva Stefano Quintarelli, che commenta “Nel dubbio ortografico, è più facile cambiare frase”:

Un refuso può capitare, ma la virata sull’italiano fa pensare anche a me – come a Stefano – che non si sapesse bene dove mettere quella H. Ma anche non sapendo bene come scrivere la parola chance (problema risolvibile anche in Rete, grazie a Google e ad un’infinità di altre soluzioni), dal momento che l’articolo cita Newsweek, perché non dargli un’occhiata?

chance.jpg

 
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Pubblicato da su 30 marzo 2008 in Internet, media, Mondo, news

 

Fumo negli occhi

Dal post La fiera dei luoghi comuni di Roberto Dadda:

Da ieri la versione di Google del Regno Unito ha lo sfondo nero.

Dicono di volere richiamare l’attenzione sul problema del risparmio energetico. Peccato che nei video LCD, la stragrande maggioranza, la retroilluminazione resta comunque accesa e il mantenimeto di un pixel al nero consuma molta più energia di quanto non consumi un pixel bianco!

In altre parole per sensibilizzare gli inglesi sul problema del consumo energetico li si porta a consumare più energia. Bizzarro!

Sottoscrivo e aggiungo che non ho ancora capito se questa trovata dal black background è frutto di ignoranza, oppure è semplicemente un modo per conquistare il consenso delle persone poco competenti in materia. Già, perché per raggiungere questo obiettivo è molto più facile paragonare lo sfondo nero ad una luce spenta, che offrire una spiegazione completa di come stanno realmente le cose (che in questo caso non è poi così complicato).

Nel medesimo post, Dadda sottolinea poi quanto sia stato gonfiato a dismisura l’allarmismo sulla mozzarella di bufala campana e, tra le righe, c’è un suggerimento per fare un buon affare:

In un bellissimo negozio del centro di Milano ieri mi sono comperato due mozzarellone di bufala campana ad un terzo del prezzo al quale mi erano state vendute l’altro ieri perché la gente non la compera più per via del fatto che in qualche allevamento sono stati trovati 3 picogrammi/grammo di diossina più del permesso senza tenere conto che si tratta comunque di una quantità infinitesima e che di diossina probabilmente ne assumo molta di più passeggiando per Milano e mangiando salmone e maiale. Quello che davvero è pericoloso nella mozzarella, se si esagera, è il grasso e per esagerare basta mangiarne MOLTO meno di quanto non renda pericoloso consumarla anche con la diossina a 6 pg/g (il valore massimo riscontrato a fronte di un massimo consentito nei latticini di 3).

Se i prezzi sono scesi così anche nei negozi della mia zona, domani vado a comprarmi anch’io un paio di mozzarellone (il pesce lo mangiavo anche prima).

 
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Pubblicato da su 30 marzo 2008 in (dis)informazione, Internet, media, Mondo

 

Maldestro e comico, ma comunque da evitare

Ho già parlato in varie occasioni di phishing, ossia di quei messaggi di posta elettronica spediti massivamente per carpire dati sensibili (coordinate bancarie, numeri di carta di credito, credenziali di autenticazione, eccetera). E’ vero che ogni tanto capita di imbattersi in alcuni phisher davvero scaltri, ma mi è capitato di citare – anche su queste pagine – vari casi di phishing maldestro, in cui il truffatore confeziona talmente male le sue mail truffaldine che cascarci è un’impresa da utonti. Quella che ho ricevuto oggi, però, va oltre e mi fa sbellicare dalle risate:
malmacom.jpg

A parte il fatto che si tratta della classica traduzione automatica (che sarebbe inutile, se il mittente fosse effettivamente Poste Italiane), anche Thunderbird – il mio client di posta elettronica – nutre fondati sospetti che il messaggio in questione “possa essere un tentativo di frode”. Ma per tutti quei messaggi che possono generare dubbi nell’utente, ricordo una cosa fondamentale: un istituto bancario, una compagnia di assicurazion, Poste Italiane o altre organizzazioni non chiederebbero mai all’utente una conferma dei dati personali attraverso un link in una mail.

Quindi, se ricevete mail del genere, cestinatele. Prima, però, vi invito ad inoltrare una segnalazione alla Polizia Postale e delle Comunicazioni e ad Anti-Phishing Italia. Il phishing è un reato e chi se ne rende colpevole rischia l’arresto.

 
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Pubblicato da su 29 marzo 2008 in Internet, media, truffe&bufale

 

Il cellulare? Uno scaldino

Poi dicono di noi italiani… cito testualmente da Punto Informatico:

Assolto: usava il cell per scaldarsi

Il camionista era stato fermato dalla polizia tedesca con l’accusa di aver guidato mentre parlava al telefonino

Roma – Suscita interesse e una qualche ironia il fatto che un camionista tedesco sia riuscito ad evitare una pesante sanzione per guida col cellulare, sostenendo che il telefonino lo usa per scaldarsi.

In particolare, al magistrato ha dichiarato che quando è stato “pizzicato” col telefonino sull’orecchio tutto quello che stava facendo era tentare di scaldare la parte, sofferente per un dolore cartilagineo proprio all’organo uditivo.

Quando è stato fermato dalla polizia gli agenti non devono avergli creduto perché ha dovuto ripetere la sua storiella dinanzi al tribunale di Hamm, dove invece ha trovato… ascolto. “Avevo un dolore all’orecchio – ha dichiarato – e peggiorava perché la cabina non si era ancora scaldata, sul mio camion ci mette un po’. Così ho afferrato il cellulare che era rimasto in carica e l’ho attaccato al mio orecchio, proprio nel momento in cui la polizia mi ha fermato”.

A sostenere la sua tesi anche la bolletta con il dettaglio delle chiamate, dalla quale si dovrebbe dedurre che il telefonino non era in uso quando è stato fermato dalla stradale.

Forse era meglio un paraorecchie

 
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Pubblicato da su 18 marzo 2008 in media, Mondo

 

Wikiteca

Qualche giorno fa alcuni giornalisti dell’Observer, parlando del blog di Beppe Grillo, sono riusciti a prendere fischi per fiaschi. Ma non compatiamo le testate estere, guardiamo anche le nostre: PdA segnala quella che definisce una nuova imperdibile chicca di Corriere.it, contenuta in un articolo che parla del raduno dei wikipediani italiani: 

Un vertice nazionale per i redattori della biblioteca di Internet che in numero di contatti supera anche YouTube

Son tanto prolifici, i wikipediani, che il debutto è lontano, ed è cosa remota, superflua, vacua. Finanche per i novizi. Tipo «Pietro Dn» e «Ramac», 13 e 14 anni. «L’esordio? Boh. Deve sapere che spediamo un’infinità di informazioni tecniche che traduciamo dall’inglese ». Ah. E le vostre mamme lo sanno?

E io che pensavo che fosse un’enciclopedia ibera. Ma secondo voi, tra i due vocaboli che riporto qui sotto (definizioni tratte dal dizionario De Mauro), quale definisce meglio Wikipedia, fermo restando l’aggettivo virtuale?

bi|blio||ca
s.f.
1 AU sala o edificio in cui sono raccolti e ordinati i libri destinati a consultazione, lettura, studio e sim.: studiare, far ricerche in b.; b. civica, nazionale, capitolare, universitaria | estens., raccolta ordinata di libri: b. pubblica, privata, di famiglia | fig., spec. scherz., b. ambulante, vivente, persona eruditissima e che sa tutto
2 BU collana di libri simili per argomento e formato o destinati a un pubblico particolare: b. dei classici, dei libri per ragazzi
3 BU libreria, mobile a scaffali per la collocazione dei libri

en|ci|clo|pe||a
s.f.
1 AD opera che raccoglie ed espone organicamente tutto il sapere o specifici ambiti di esso: e. sistematica, organizzata secondo un ordine logico; e. alfabetica, organizzata secondo l’ordine alfabetico | solo sing., per anton., spec. con iniz. maiusc., l’Encyclopédie francese di Diderot e d’Alembert | BU enciclopedismo, cultura enciclopedica
2 CO fig., scherz., persona di vastissima cultura: essere un’e. ambulante
3 TS ling., insieme delle esperienze e conoscenze acquisite che integrano la competenza linguistica del parlante

 
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Pubblicato da su 11 marzo 2008 in Internet, media, news

 

I Nine Inch Nails in Creative Commons

Dopo l’iniziativa dei Radiohead, che hanno deciso di distribuire online il loro ultimo ultimo album a prezzo libero, ecco che i Nine Inch Nails mantengono la promessa (ne avevo fatto cenno qui) e – come annuncia trionfalmente Lawrence Lessig – rilasciano il loro nuovo lavoro con licenza Creative Commons. In verità, il lancio dell’album Ghosts I – IV è alquanto articolato: nel sito dedicato al loro ultimo lavoro, i NIN offrono svariate opzioni a fan e curiosi che lo vogliono ascoltare.

L’aspetto più interessante riguarda Ghost I, ossia le prime nove tracce (l’intero album è composto da 36 brani), per le quali viene concesso il download gratuito. Questa opzione, anche se non comprende l’intero album, dovrebbe essere in grado di accontentare i palati e le orecchie più esigenti. I NIN dichiarano infatti:

Your free download includes:

– High-quality MP3 files

– 100% DRM-free, playable on any device capable of playing MP3s.
– encoded with LAME at 320 kbps.

– A 40-page PDF book covering the whole release
– The digital extras pack, with wallpapers, icons, and other graphics for your computer, website, profile, etc.

Anche fra le altre opzioni di vendita, comunque, ci sono possibilità interessantissime: l’intero album Ghost I – IV, con tutti i 36 brani, è disponibile in download al prezzo di 5 dollari (3,2935 euro al cambio odierno). Stessa qualità, sempre DRM-free, possibilità di riproduzione con e senza iTunes. Chi vuole l’edizione “standard” in doppio CD spende 10 dollari (poco più di 6,5 euro), poi ci sono le edizioni DeLuxe (75 dollari) ed Ultra-DeLuxe (300 dollari) per i fan che non vogliono rinunciare alle reliquie.

La prima opzione è dunque un assaggio di buona qualità e se il motto chi assaggia ritorna corrisponde a verità, i NIN potrebbero presto guadagnare nuovi fan disposti ad acquistare anche gli altri brani dell’album. In effetti l’iniziativa è già un successo quantomeno a livello di hype, come riferisce una nota sulla pagina che descrive le opzioni di vendita:

NOTICE: We are experiencing an extremely high volume of traffic and orders right now. We are working nonstop to improve site performance. If you have any problems attempting to order or download, please try again later today. Thanks for your patience.

Niente da dire, la musica è cambiata.

 
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Pubblicato da su 3 marzo 2008 in Internet, media, Mondo, news

 

WiMax, adesso inizia il bello?

Questa settimana si è conclusa la gara per l’assegnazione delle licenze WiMax. Dal punto di vista dello svolgimento, è stata una gara piena di sorprese:

  • nonostante i timori iniziali, giustificati almeno in teoria, le licenze non sono state assegnate ai “soliti noti”;
  • ha riscosso un successo inaspettato, raccogliendo oltre 136 milioni di euro (+176% sulla base d’asta);
  • Telecom Italia si trova solo al quarto posto nella claissifica degli investitori.

Nel mio articolo ho già avuto modo di dire come AriaDSL, ritenuto un outsider, abbia avuto in realtà un ruolo da protagonista, forte del supporto finanziario del fondo Gilo Ventures dell’israeliano Davidi Gilo, imprenditore che nel 1999 vendette per 1,6 miliardi di dollari la sua DSP Communications (con sede a Cupertino) ad Intel, consentendole di accelerare lo sviluppo di chipset 3G per la telefonia mobile. Il finanziere sembrerebbe avere dunque il pallino delle TLC, anche se ha cambiato settore.

La leggenda narra che mister Gilo ami l’Umbria e vi trascorra da anni le proprie vacanze. Volendo dotare la propria abitazione di connettività broad band, si sarebbe rivolto ad AriaDSL. Evidentemente un abbonamento non gli deve essere sembrato sufficiente e così ha rilevato il 75% del capitale dell’azienda.  

Battute a parte, è lecito chiedersi se il mattatore del WiMax sia davvero Davidi Gilo con la “sua” AriaDSL, oppure se il suo provvidenziale intervento sia l’espressione dell’interesse di altri soci nel business del broad band wireless italiano.

Staremo a vedere. Così come assisteremo con attenzione al modo in cui gli aggiudicatari delle licenze concretizzeranno i loro programmi e manterranno la promessa di portare il broad band laddove oggi non c’è. E, soprattutto, a quali condizioni (tecniche ed economiche) si proporranno agli utenti.

 
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Pubblicato da su 29 febbraio 2008 in Internet, media, tecnologia, telefonia, TLC

 

Lettera aperta a Bruno Vespa

Dopo la puntata del 21 febbraio di Porta a Porta, la Rete ha profondamente riflettuto e oggi risponde con una lettera aperta a Bruno Vespa.

Oggetto: Lettera aperta su Blog, Internet e mass media

Egregio Dott. Vespa,

Internet raggiunge nel mondo oltre un miliardo di utenti e in Italia circa 24 milioni di persone. Ogni giorno nascono circa 120.000 blog, per un totale di oltre 100 milioni di blog in tutto il mondo. Nel solo 2007, 44 milioni di persone si sono avvicinate con un ruolo partecipativo al più grande fenomeno sociale, culturale e democratico della storia recente,

In molti paesi autoritari i blogger difendono la libertà d’espressione e la democrazia sfidando la repressione e, talora, andando in prigione per questo. Nei paesi democratici i blogger estendono la libera circolazione delle idee, la comunicazione comunitaria e in definitiva la partecipazione alla vita sociale.

Il blog è diventato uno strumento di comunicazione di massa; piu’ del 25% della popolazione del Canada e del 20% di quella del Regno Unito partecipano a “reti sociali” basate su Internet. In Italia si stimano oltre mezzo milione di blogger, in maggioranza non adolescenti ma giovani e adulti. Sono noti blogger anche alcuni esponenti politici italiani (ricordiamo tra i vari l’on. Gentiloni, l’on. Di Pietro, l’on. Letta, l’on Pecoraro Scanio, l’on Lanzillotta, l’on Storace, l’on. Santachè, …), inclusi candidati premier alle prossime elezioni, e ben un terzo dei parlamentari britannici (incluso il primo ministro).

Ci sembra che demonizzare i blog e il social networking, che sono fondamentalmente espressione di libertà, di democrazia e di socializzazione, sia negativo e antistorico. Ancora peggio è criminalizzare i blog – come cercano talora di fare i paesi autoritari per giustificare le loro censure – solo perchè alcuni – giovani o no – lo usano male. Ci sembra che la trasmissione da lei curata del 21 febbraio 2008, peraltro dedicata ad un altro tema, abbia purtroppo (crediamo involontariamente) generato un sospetto generalizzato verso i blog e il social networking, se non addirittura verso la comunicazione via Internet. Sarebbe, a nostro parere, un errore grave analogo a quello di alcuni intellettuali aristocratici che, tanto tempo fa, condannavano in blocco la televisione perchè … fa male ai bambini e toglie anche del tempo prezioso agli adulti per leggere libri e giornali…

Internet, il social networking e i blog non sono solamente un fenomeno sociale, culturale e politico di enorme importanza. Sono anche diventati i servizi trainanti di un settore economico centrale e strategico per lo sviluppo economico delle economie avanzate: le telecomunicazioni. Le telecomunicazioni sono infatti da un lato un settore a sè stante – che di per sè porta ricchezza e occupazione qualificata e genera fenomeni finanziari economici di prima grandezza – e dall’altro sono un fattore propulsivo decisivo per l’economia nel suo complesso, e in particolare per la diffusione dell’innovazione presso le aziende e le famiglie.

La Commissaria UE Viviane Reding ha piu’ volte ricordato che ben il 50% della crescita del PIL europeo e’ legata allo sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), di cui Internet costituisce la spina dorsale. Anche il recente rapporto Attalì per lo sviluppo economico della Francia è pervaso da iniziative di impulso alle tecnologie della informazione e telecomunicazione.

In Italia purtroppo l’economia cresce meno dei nostri omologhi europei anche perché le telecomunicazioni sono nelle posizioni di coda nelle graduatorie internazionali, come del resto lo è la televisione digitale (terrestre, via Internet e via satellite). La scarsa diffusione della banda larga è forse l’indice più significativo della nostra arretratezza nel settore decisivo delle tlc.

Secondo i recentissimi dati diffusi dall’organizzazione degli operatori TLC europei ECTA, il quadro italiano relativo alla banda larga è il seguente:

1. Diffusione della banda larga: L’Italia (16,5) si sta allontanando dalla media UE (19,8) ed è sempre più distante dai paesi comparabili come Francia, UK, Germania. Siamo lontanissimi, ovviamente, dai paesi nordici. Nell’Europa dei 15 siamo superati anche dall’Irlanda, e seguiti da vicino dal Portogallo. In sostanza, la banda larga in Italia è meno diffusa che in altri paesi, a prescindere da circostanze di omogeneità industriale e sociale.

2. Crescita della banda larga nel periodo settembre 2006-settembre 2007 : In Italia vi è stata una crescita del 3%, bassissima se paragonata con altri paesi comparabili, dove la crescita si attesta tra il 5% ed il 10%.

I dati italiani sono gravi non solo perché riflettono una situazione peggiore di altri paesi, ma anche perché indicano la difficoltà del Paese nel recuperare il gap. Anzi, la distanza con il resto d’Europea si va accentuando.

Una corretta comunicazione sui mezzi di informazione di massa riguardo le tecnologie ICT potrebbe contribuire in modo importante ad avvicinare sempre più persone alle telecomunicazioni, ad Internet e all’informatica con ricadute positive per l’intero sistema.

Vorremmo sottolineare che Internet è oggi il principale sistema di comunicazione mondiale assieme alla rete telefonica fissa e cellulare, e rispetto a queste ultime è molto più esteso nelle funzionalità. Come la rete telefonica, Internet viene impiegato per comunicazioni lecite come per quelle illecite. La differenza è che le comunicazioni e le funzionalità di Internet sono nella grande maggioranza dei casi pubbliche e rendono così visibili anche gli usi banali, deviati o addirittura illegali e criminali che purtroppo, proprio per la loro maggiore visibilità in rete, vengono additati come peculiari solo di Internet. Mai nessuno però, giustamente, ha pensato di criminalizzare in maniera generica la rete telefonica, pur essendo noto, antico, esteso e grave l’uso illecito e criminoso delle reti fisse e mobili, come è testimoniato dalle intercettazioni telefoniche rese pubbliche in diverse occasioni.

Discutere pubblicamente dei problemi sociali che Internet inevitabilmente riflette e, fortunatamente, spesso svela al pubblico, è importante ma va fatto mettendo nella giusta relazione gli effetti e le loro cause ed evitando considerazioni semplicistiche e condanne aprioristiche del mezzo.

Secondo noi è importante che non si criminalizzi la rete e che anzi se ne promuova l’uso e la diffusione estesa. La criminalizzazione di Internet tende a confondere gli effetti con le cause e non permette di affrontare adeguatamente i problemi negativi – sociali o criminali – che tutti desideriamo combattere. Una disinformazione su Internet non ne rallenterà la diffusione presso il pubblico competente ma ne frenerà l’adozione e la conoscenza proprio nel pubblico più bisognoso di informazione, spostando in là nel tempo l’occasione di far crescere questo Paese.

Viceversa, una corretta e approfondita informazione può contribuire decisivamente a massimizzare i benefici di Internet e a ridurre invece gli effetti negativi dei nuovi sistemi di comunicazione.

Fiduciosi che in futuro vorrà considerare anche i benefici di Internet e delle telecomunicazioni e non solo i problemi sociali, anche gravi, che essa rivela, le manifestiamo fin d’ora la nostra disponibiiltà a partecipare a un confronto su questi temi che a nostro parere sarebbe importante trattare in maniera approfondita e positiva in una delle prossime trasmissioni che a nostro parere sarebbe opportuno programmare e alla quale, se lei desidera, siamo pronti a dare il nostro contributo di esperienza e competenza.

Restiamo a sua disposizione per ogni eventuale chiarimento e approfondimento e nel frattempo Le porgiamo i nostri più cordiali saluti.

Marco Camisani Calzolari, Blogger, Imprenditore, Chairman Speakage
Gildo Campesato, Giornalista, Direttore del Corriere delle Comunicazioni
Mario Citelli, Blogger, Imprenditore, Direttore Beltel – Mensile di attualità per l’industria ICT
Lele Dainesi, Blogger, Giornalista, Executive Communication Cisco Systems Italy
Luca De Biase, Blogger, Giornalista, Caporedattore Nova24 – Settimanale di innovazione de Il Sole 24 ore
Juan Carlos De Martin, Blogger, Docente Politecnico di Torino – Responsabile italiano Creative Commons
Michele Ficara, Blogger, Imprenditore, Presidente Assodigitale – Associazione Italiana Industria Digitale
Paolo Forcellini, Imprenditore, Segretario Generale Consulta Digitale Assocomunicazione – Confindustria
Alfonso Fuggetta, Blogger, Docente Politecnico di Milano
Enrico Gasperini, Blogger, Imprenditore, Presidente Audiweb – Joint Industry Committee per la rilevazione delle audience online
Enrico Grazzini, Blogger, Analista, Collaboratore Corriere Economia – Settimanale Economico Corriere della Sera
Marco Montemagno, Imprenditore, Conduttore Reporter Diffuso – Sky TG24
Layla Pavone, Blogger, Dirigente, Presidente IAB Forum – Interactive Advertising Bureau
Marco Palombi, Blogger, Imprenditore, Fondatore 1st Generation Network – Associazione imprenditori di prima generazione
Stefano Quintarelli, Blogger, Imprenditore, Past president AIIP – Associazione Italiana Internet Provider
Francesco Sacco, Blogger, Docente e Managing Director EntER – Centro studi per l’imprenditorialità – Università Bocconi
Francesco Siliato, Blogger, Docente Economia dei Media – Politecnico di Milano
Gigi Tagliapietra, Blogger, Imprenditore, Presidente Clusit – Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica
Guido Tripaldi, Blogger, Imprenditore, Presidente Voipex – Consorzio per l’interoperabilità dei servizi Internet

P.S: Ovviamente la Rete intelligente e pensante non è composta solo da questo manipolo di illustri rappresentanti, ma i firmatari di questa lettera sono fra le persone che sanno esprimerne l’essenza costruttiva. E’ possibile sottoscriverla su firmiamo.it.

 
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Pubblicato da su 27 febbraio 2008 in Internet, media, Mondo

 

Confusione diffusa “Porta a Porta”

Lo ammetto: non guardo mai Porta a Porta di Bruno Vespa. Non l’ho guardato nemmeno ieri sera, e non so se rammaricarmene o rallegrarmene. Marco Camisani Calzolari però lo ha fatto e ne è rimasto nauseato. In sintesi, spiega MCC, nella trasmissione di ieri sera:

– Si è associato il disagio giovanile con Internet.
– Si è parlato di blog come qualcosa di folle che fanno solo i ragazzini.
– E’ stato affermato più volte e da più ospiti che i blog sono scritti da ragazzi affetti da problemi di personalità multipla.
– Che i blog e le perversioni sessuali sono strettamente collegati.
– E’ stato fatto intendere che le ragazze che hanno un blog sono al primo passo verso la prositutizione.
– Hanno equiparato myspace a un luogo di esibizionisti con gravi problemi (facendo vedere la pagina della presunta assassina Amanda Knox), ma poi qualcuno ha affermato che myspace è un sito “legale”… Come dire che gli altri non lo sono…
– Il padre del presunto assassino ha detto che lui aveva la password del blog e tutti, dal padre a Vespa, hanno continuato a intendere che solo grazie alla password si può entrare in un blog.
– Uno dal pubblico per screditare un’informazione citata da un ospite ha detto “Non so dove avrà trovato questa notizia, è falsa, l’avrà trovata su Internet…”
– Il presentatore che va in onda tutti i giorni su milioni di teleschermi si interrogava su quale perversione mentale poteva spingere tutti questi ragazzi ad esporsi e a volersi far vedere a tutti i costi.
– Che non capisce tutta questa voglia di protagonismo.

Mancava solo che dicessero che Internet è il Male, insomma. Stefano Quintarelli commenta:

“Prima ti ignorano. Poi ridono di te. Poi ti combattono. Poi tu vinci.” (Gandhi).
Sembra che siamo al passo 3 di 4.

Probabilmente è così. Ma trovo comunque piuttosto sconcertante, ma soprattutto non accettabile, che in un programma di informazione trasmesso dalla TV di Stato passino dei concetti trattati in un modo superficiale, errato e fuorviante.

Ancora una volta si è creata l’occasione per mostrare al pubblico lucciole per lanterne e spesso gli spettatori meno preparati in materia non sono in grado di difendersi dalla disinformazione. E’ grazie a questo genere di episodi che si fatica molto a far capire quanto bene possa essere fatto attraverso Internet, che nella nostra era ricopre realmente il ruolo di motore per l’informazione e per lo sviluppo sociale, politico ed economico.

Si parla tanto di malasanità, perché non di malatevisione?

 
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Pubblicato da su 22 febbraio 2008 in (dis)informazione, media, news

 

Refuso o delay?

Sul sito del Ministero delle Comunicazioni c’è l’aggiornamento della situazione sulla gara per l’assegnazione dei 35 diritti d’uso delle frequenze WiMax, giunta ieri alla sua terza giornata. Dal sito stesso, ripropongo il comunicato (con il piccolo ingrandimento di una riga evidenziando un dato):

wimaxlentoo.png

Mumble mumble… Il primo “martedì 18 febbraio” utile cadrà nel 2014. La settimana prossima, infatti, il 18 è un lunedì e martedì sarà quindi il 19. E’ un refuso o un modo originale per dirci che le cose andranno più lentamente di quanto ci si attende?

 
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Pubblicato da su 16 febbraio 2008 in Internet, media, news, tecnologia

 

Microsoft? No, grazie. Almeno per ora…

“Dopo un’attenta valutazione il board ritiene che la proposta di Microsoft sottovaluti in modo sostanziale Yahoo! in termini di brand globale, audience mondiale, recenti significativi investimenti in piattaforme commerciali e in termini di prospettive di crescita, cash flow e utili potenziali cosi come in termini di sostanziali investimenti non consolidati”.

Così una nota diffusa da Yahoo motiva il rifiuto – da parte del secondo search engine del mondo – dell’offerta da 44,6 miliardi di dollari formulata da Microsoft

La domanda è: Yahoo sta puntando ad un offerta superiore (si rumoreggia su una cifra di 56 miliardi) o sputando sul piattone offerto dal gruppo di Redmond? Nella motivazione ufficiale, sostanzialmente, si legge che l’offerta di Microsoft è troppo bassa e questo porterebbe a pensare che Yahoo miri ad un rilancio. In rete circolano rumors su nuove trattative con AOL, Disney e (guarda un po’) Google, ma anche queste notizie, che per un verso potrebbero far credere che Yahoo voglia muoversi per la propria strada e con una propria strategia,  per un altro verso potrebbero in realtà nascondere una mossa per spingere Microsoft al rialzo.

Mi incuriosisce come proseguirà questa storia, ma comunque sia:

  • se Microsoft vuole contrastare la continua espansione di Google (il “se” iniziale è abbastanza superfluo) deve muoversi alla conquista di quote di mercato della Rete. Riuscire a mettere le mani su Yahoo significherebbe accaparrarsene utenti, azionisti e inserzionisti, oltre che guadagnare posizioni nei confronti di Google;
  • Yahoo ha bisogno di un partner. AOL può essere adatto? Preso da solo forse no, ma sfruttato come testa di ponte per avere un appoggio commerciale (e magari qualcosa di più) da parte di Google (che di AOL ha una piccola quota), chissà. Però potrebbe farsi tentare anche da qualcun altro… 
 
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Pubblicato da su 12 febbraio 2008 in Internet, media, Mondo, news

 

Elitel, update dell’8 febbraio 2008

ATTENZIONE: sull’argomento è stato scritto un post più recente.

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C’è un’altra crisi nell’aria. Alcuni lettori, utenti Elitel, mi scrivono che da un paio di giorni la posta elettronica legata a domini che fanno capo all’operatore (elitel.biz, flashnet.it) non risulta più consultabile. Parallelamente, sempre stando alle segnalazioni di altri utenti, risultano down anche i servizi VoIP.

Ancora una volta Elitel, operatore legato a ViveLaVie SpA, si trova in serie difficoltà (dopo i disservizi precedentemente segnalati). Difficoltà che a cascata ricadono repentinamente sugli utenti che non sanno come risolvere i propri problemi di connettività e comunicazione. Anche questa volta, i blog Il Libro dei Saluti, Tutti contro uno e Class Action Elitel forniscono alcune spiegazioni sugli eventi dell’azienda e i disservizi più recenti.

 
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Pubblicato da su 8 febbraio 2008 in media, telefonia

 

Mamma, papà, come possiamo chiamarli?

Stamattina mi chiedevo come potesse essere reale la notizia del Corriere intitolata

Gb: basta dire «mamma e papà», contro l’omofobia meglio parlare di «genitori»

dove si legge

Nelle scuole elementari britanniche sarà proibito usare l’espressione «mamma e papà» e diventerà obbligatorio utilizzare l’espressione neutra «genitori», in modo particolare nelle comunicazioni a casa. Come scrive mercoledì il popolare quotidiano Daily Mail…

ALT! Cosa c’è scritto sul Daily Mail?

Teachers should not assume that their pupils have a “mum and dad” under guidance aimed at tackling anti-gay bullying in schools.

It says primary pupils as young as four should be familiarised with the idea of same-sex couples to help combat homophobic attitudes.

Teachers should attempt to avoid assumptions that pupils will have a conventional family background, it urges.

It goes on to suggest the word “parents” may be more appropriate than “mum and dad”, particularly in letters and emails to the child’s home.

Non sembra la stessa cosa. E come è stato spiegato efficacemente su Wittgenstein, si tratta di un progetto articolato in cui “si suggerisce anche agli insegnanti di “non dare per scontato che i bambini abbiano per forza una mamma e un papà”; e per quanto ai benpensanti possa sembrare una sciocchezza di cui sghignazzare al bar, molti omosessuali potranno spiegarvi di quanto sia stato pesante e violento per la loro crescita l’abuso di parole che ad altri suonano “normali”. E ha ragione Massimo Gramellini a dire oggi che lo stesso dovrebbe valere per gli orfani: e infatti vale, ed è sempre valso. Ma comunque, i divieti sono quasi sempre uno sbaglio, in queste materie: ma qui nessuno ha proibito niente”.

 
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Pubblicato da su 31 gennaio 2008 in (dis)informazione, media, Mondo, news