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L’importante è la salute

Legalizzare i casinò online e il poker cash e, nel contempo, cominciare a puntare il dito su Internet e social network (paragonandoli a droga e gioco d’azzardo) è un controsenso. Quanto alla dipendenza da Internet, ignoravo che nel nostro Paese esistessero già misurazioni specifiche di questo fenomeno tali da motivare un intervento straordinario per contrastarlo nel piano per il nuovo anno sanitario 2011/2013, con relativi oneri da sostenere con denaro pubblico. Evidentemente ci sono più italiani intossicati dal web di quanti ne immaginiamo. A proposito, qualcuno sa dire quanti sono?

 
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Pubblicato da su 8 agosto 2011 in computer, Internet, istituzioni, Life, media, Mondo, news, News da Internet

 

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Ma Google News legge i titoli?

Google News è diviso in sezioni, in cui le notizie confluiscono per argomento. Non c’è alcuna redazione a selezionarle e la classificazione viene svolta da algoritmi che le classificano in base ai contenuti. Un errore, può sempre capitare, anche se il servizio non è più in beta da due anni, perché la rilevanza di certi termini potrebbe depistare la classificazione e far finire le news in una sezione errata.

Probabilmente, la tecnologia alla base degli algoritmi di Google prevede che a certi vocaboli sia anche assegnato un ranking variabile in funzione del loro utilizzo abbinato con altri, o della ripetitività all’interno dello stesso articolo. Resta il fatto che buona parte di noi comprende subito, già dal titolo e a colpo d’occhio, che il contenuto delle tre notizie sopra riportate (click per ingrandire la figura) le dovrebbe far appartenere ad altre sezioni di Google News.

Pur comprendendo le possibilità di errore, ritengo sia tecnologicamente possibile evitare che notizie di cronaca – che dovrebbero finire in Italia o Prima pagina  –  finiscano in Scienza e tecnologia solo perché contengono termini come Dna, Università, scientifico, genetica, Facebook e altre parole fuorvianti. Tra l’altro, nell’analoga sezione di Yahoo!Notizie trovo meno intrusi.

 
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Pubblicato da su 1 agosto 2011 in curiosità, Internet, media, Mondo, news, News da Internet, tecnologia

 

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Dallas, il ritorno

In mancanza delle repliche della vecchia serie (non c’è neanche su FoxRetro), è in arrivo una nuova serie del telefilm Dallas. Peccato che non abbiano scelto di far risuscitare anche Pamela (il jolly se l’erano già giocati con Bobby, che morì nella settima stagione della serie per risorgere in quella successiva).

 
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Pubblicato da su 11 luglio 2011 in media, Mondo, news, News da Internet, Tv & WebTV

 

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AGCOM incassa l’appoggio della SIAE del 1882 e va avanti

Il livello della fossilizzazione della SIAE, la sua mancanza di apertura alle opportunità offerte dalla Rete e l’incongruenza delle argomentazioni con cui latra contro “le società di telecomunicazioni, i provider, i produttori di tecnologie digitali, le cosidette Over the Top” e “pseudo imprenditori senza scrupoli che operano nel mondo digitale” sono egregiamente sintetizzate in questo appello pubblicato oggi in difesa della delibera AGCOM per il diritto d’autore che, sottolineo, affida ad un’Authority delle Comunicazioni ampi poteri, tra cui quello di chiudere un sito web – in parte o integralmente – in base a segnalazione o presunzione di violazione del diritto d’autore, eliminando la necessità di un provvedimento dell’autorità giudiziaria.

Il richiamo storico alla ratio che, nel 1882, mosse illustri personaggi del mondo della cultura dell’epoca a promuoverne la nascita (per dare una risposta alle esigenze di tutela allora necessarie) ci mostra una dimensione parallela in cui sembra vivere oggi la SIAE: nessuno, tra coloro che hanno criticato il provvedimento AGCOM, contesta il principio di tutela del diritto d’autore e l’importanza che un’opera dell’ingegno sia remunerata. Le soluzioni di diffusione e distribuzione oggi messe a disposizione dalla tecnologia sono completamente diverse e implicano solo l’esigenza di una maggiore flessibilità, offerta ad esempio dalle licenze Creative Commons e da possibilità di registrazione alternative, meglio applicabili  in un’epoca di user-generated content.

Mi permetto inoltre di esprimere un dubbio sul fatto che tutti i firmatari dell’appello SIAE (un cospicuo numero di artisti) abbiano l’effettiva consapevolezza di ciò che hanno sottoscritto: fra essi riconosco alcuni membri dei consigli direttivi della FEM (Federazione Autori Musicali), della ANEM (Associazione Nazionale Editori Musicali) e della FA (Federazione Autori), che il 14 gennaio 2011 hanno a loro volta firmato un documento in cui non si mostravano propriamente allineati alla gestione attuata in SIAE. Eccone un significativo estratto:

…La verità e’ che una grande parte degli autori e degli editori professionisti, italiani e non, piccoli o grandi che siano, non possono più permettere che i loro diritti siano calpestati quotidianamente da chi ha fatto della SIAE un proprio territorio di caccia fatto di clientele, da chi ha fatto dell’associazionismo una professione, da chi ha occupato per anni le sedie dei vari comitati di partecipazione in SIAE senza fare nulla per migliorare la società, ma inseguendo solo il gettone di presenza, i rimborsi spese e i propri tornaconti personali, da chi ha molto poco a che fare con la cultura di questo paese e che ha utilizzato la SIAE per inseguire posizioni di potere personale e non per tutelare le proprie opere e i propri diritti….ne’ tantomeno per sostenere la Società degli Autori e Editori. 

Nel frattempo, ecco giungere la conferma della feral notizia da Fulvio Sarzana:

L’AGCOM approva oggi 6 luglio  lo schema di regolamento sul diritto d’autore con i voti di tutti i Commissari tranne quelli del Commissario Nicola D’Angelo e l’astensione del Commissario Michele Lauria.

Il Commissario Gianluigi Magri, contrariamente a quanto era circolato nei giorni scorsi, riprende il ruolo di relatore e firmerà il provvedimento.

All’interno del Provvedimento tutti i meccanismi di rimozione selettiva già annunciati e l’inibizione in casi di siti esteri all’accesso dei cittadini italiani che verranno segnalati ai provider italiani.

Nel caso dei siti esteri non si tratterebbe di un’ordine impartito ai sensi del codice delle comunicazioni elettroniche per i provider ma di un “warning”.

Dopo alcuni warning l’Autorità si rivolgerà  alla Magistratura.

Il testo viene ora messo in consultazione per un periodo di 60 giorni.

Il periodo di contraddittorio è esteso a 15 giorni.

L’Autorità inoltre invierà una segnalazione al Governo al fine di far predisporre una norma  relativa all’ estensione di potere al fine di esercitare direttamente poteri inibitori.

 
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Pubblicato da su 6 luglio 2011 in business, Internet, Life, media, Mondo, news, News da Internet, tecnologia

 

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Aiutiamo gli arruffapopolo a fermare gli ammazzarete

E’ prevista per domani, mercoledì 6 luglio, l’entrata in vigore della delibera dell’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) con cui si prevede la cancellazione – sommaria e d’autorità (ma senza alcun controllo giudiziario) – dei contenuti pubblicati su Internet ritenuti non rispettosi del copyright, un provvedimento che potrà essere applicato “a tutti i siti, i portali, i blog, gli strumenti di condivisione di file in rete, le banche dati, i siti privati che siano sospettati di contenere anche un solo file in grado di violare il diritto d’autore”.

Personalmente mi trovo perfettamente d’accordo con quanto scritto al riguardo da Massimo Mantellini, che nella sua saggia considerazione sottolinea come la nuova norma porti all’Authority un potere che la pone – per il tema della tutela del copyright – addirittura al di sopra della magistratura. Soprattutto, però, evidenzia la scarsa autorevolezza di quella stessa Authority, rappresentata da un presidente come Corrado Calabrò (secondo il quale i diritti degli autori sono diritti di proprietà) e da commissari come Antonio Martusciello e Stefano Mannoni. I due commissari hanno difeso la posizione di una norma sostanzialmente ammazzarete e parlato degli autori e promotori di quell’ottimo lavoro intitolato Libro Bianco su copyright e tutela dei diritti fondamentali sulla rete internet definendoli, con un manierismo manzoniano alquanto raffazzonato, degli arruffapopolo che indulgono in tirate di propaganda e disinformazione.

Io mi auguro realmente che vada come prevede Massimo (che a questo punto meriterebbe d’ufficio di essere annoverato tra gli “arruffapopolo”):

Ovviamente non funzionerà, come non funziona la disciplina dei tre colpi in Francia e come è stata infine bocciata una ipotesi simile in Spagna, ma questo è un altro discorso. Il discorso di oggi è assai più elementare: Corrado Calabrò e i suoi commissari della Authority senza autorevolezza non rappresentano gli interessi dei cittadini italiani. Non ne hanno titolo, lo hanno dimostrato più e più volte. Qualsiasi loro decisione per nostro conto, semplicemente, non vale niente.

Però, come osserva Marco Pierani, anche a me piacerebbe sapere perché non sono mai state pubblicate dall’AGCOM le risposte e le osservazioni ricevute dai vari stakeholders sulla consultazione pubblica sul provvedimento. Tutto lascia supporre che l’Authority non ritenesse importante rendere noti i motivi per cui è stato deciso di arrivare di corsa, come scrive Marco, “in piena estate mettendo all’ordine del giorno del Consiglio del 6 luglio l’approvazione di un articolato che, peraltro, il Presidente Calabrò nell’incontro di venerdì 24 giugno con la delegazione di Altroconsumo, Adiconsum, Assoprovider, Agorà Digitale, aveva riferito a Fulvio SarzanaLuca NicotraMarco Scialdone Giovanbattista Frontera e al sottoscritto sarebbe stato definitivo, senza alcuna ulteriore consultazione”.

La Notte della Rete partirà oggi dalle 17,30, anche in diretta videostreaming. Partecipate e firmate la petizione da presentare all’Agcom all’indirizzo www.sitononraggiungibile.it e mandate un messaggio ai membri dell’Agcom qui: http://www.avaaz.org/it/it_internet_bavaglio.

Per aggiornamenti, approfondimenti e ulteriori notizie, visitate http://www.agoradigitale.org/nocensura.

Aiutiamo gli arruffapopolo a fermate gli ammazzarete.

 
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Pubblicato da su 5 luglio 2011 in business, Internet, Life, media, Mondo, Net neutrality, news

 

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Tamarreide, l’esegesi

Se non ci fosse, bisognerebbe inventare altro

 
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Pubblicato da su 14 giugno 2011 in Life, media, Mondo, news, News da Internet

 

Datele una A

Lo so, è un refuso innocente e sottolinearlo fa molto maestrina dalla penna rossa, ma mi faceva ridere…

 
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Pubblicato da su 30 Maggio 2011 in media, news, News da Internet

 

Un’immagine vale più di mille parole…

…l’importante è che sia quella giusta!

Da La Padania di giovedì 19 maggio 2011, pagina 16:

Si parla dei vertici di Al Qaeda e delle conseguenze della scomparsa di Bin Laden: nella prima foto c’è Saif al-Adel, nella seconda c’è un superficiale fotomontaggio preso da Internet con una foto di Al Zawahiri in cui è stato inserito il volto di Umberto Eco. Se non l’hanno fatto apposta (anche se il 1° aprile è passato da un pezzo), significa che sono messi peggio che al bollettino parrocchiale di Montegalda

[via Wittgenstein]

 
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Pubblicato da su 20 Maggio 2011 in (dis)informazione, media, Mondo, news, News da Internet

 

Current bandita da Sky?

Pare che Sky preveda di bandire Current dalla propria piattaforma. Chi volesse contribuire a bloccare questa rimodulazione, può seguire queste indicazioni:

P.S.: io sono convinto che Current rimarrà comunque su Sky, a prescindere. Se le cose andassero diversamente, le alternative non mancano, dal digitale terrestre alle piattaforme su Internet

 
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Pubblicato da su 19 Maggio 2011 in Life, media, Mondo, news, News da Internet

 

Wiredless

Per annunciare il suo prossimo logout da WiredRiccardo Luna ha scelto Twitter e Facebook. In bocca al lupo a Riccardo per la sua futura avventura e a Carlo Antonelli, che lo sostituirà.

 
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Pubblicato da su 6 Maggio 2011 in media, Mondo, news, News da Internet

 

Consigli dalla NASA

La puntata di Report andata in onda ieri sera ha proposto un servizio – intitolato Il prodotto sei tu – che ha affrontato una serie di tematiche legate ad Internet, riscuotendo dissensi e apprezzamenti che la rete ha registrato e continua a registrare (ad esempio su FriendfeedTwitteraltrove).

Le tematiche erano molte, tutte interessanti e riconosco che non fossero semplici da affrontare: Report ha toccato praticamente tutti gli argomenti di maggiore attualità come Facebook, gli altri social network, Groupon, Google, il business dell’advertising, la profilazione degli utenti, Wikipedia, YouTube, lo spam, il phishing, il furto di dati personali e di identità, la pirateria e molto altro ancora. Un punto di merito (quando mai una trasmissione televisiva si è occupata di questi argomenti) che però temo sia stato annullato per il fatto di aver scelto di parlarne nell’arco di un’ora e un quarto, cosa che ha comportato una trattazione molto sintetica.

Esistono più modi per spiegare un argomento: Report ieri sera ha puntato molto sui servizi esistenti oggi in Internet e sui rischi che si possono correre utilizzandoli in modo incauto, consegnando ai telespettatori un quadro dipinto con toni allarmistici, perché in buona parte comprensibile a persone che già si intendono di Rete (e che già sono a conoscenza dei vari aspetti trattati).

Sarebbe stato invece interessante, a mio avviso, toccare meno tematiche e metterne in luce pro e contro: se si parla di social network e si pone l’accento sul fatto che spesso possono essere effettivamente una vetrina indesiderata o un veicolo di futilità, si può evidenziare serenamente il fatto che è possibile condividere e far sapere ad altri solo ciò che si vuole, che l’utente può scegliere come utilizzare certi servizi evitando di diventare un bersaglio pubblicitario, aggiungendo magari il ruolo positivo assunto da Facebook e Twitter come veicolo di informazione indipendente e strumento di comunicazione usato dalle popolazioni di Iran, Egitto e Tunisia durante i periodi delle recenti proteste; se si parla di spamphishing o di furto di dati personali a una persona che neppure sospetta di poterne essere vittima, vale la pena di darle indicazioni realmente utili su come difendersi e non di generare sconforto e timore nell’utilizzo di Internet e della posta elettronica. Queste, a onor del vero, sono un po’ limitative:

Che sia opportuno utilizzare una password differente per ogni servizio utilizzato è vero, ma non è una novità che dovevamo apprendere dalla Nasa. Per il resto, talvolta effettivamente è efficace inoltrare una denuncia al Garante della Privacy per aver ricevuto mail indesiderate. Peccato che al Garante italiano sia poco utile denunciare spam proveniente da indirizzi mail di server non italiani, e che una password di almeno quattro caratteri sia più facilmente identificabile di una password più lunga e articolata. Certo, doversi ricordare (e trascrivere) molte lunghe password può essere una seccatura, ma ritrovarsi con un addebito indesiderato sul conto corrente (o un altro problema analogo da risolvere) per essere stati incauti lo è ancora di più.

 

 
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Pubblicato da su 11 aprile 2011 in media, news, News da Internet, social network

 

A volte è meglio Mastrota

Avvalersi di gradevoli testimonial femminili (leggasi bonazze) negli spot pubblicitari non sembra avere più il valore aggiunto di un tempo: dopo i ripensamenti di TIM su Belen Rodriguez, in rete impazza lo scherno verso la reclame del nuovo libro di Alfonso Luigi Marra, con Manuela Arcuri che si produce in una performance che ricorda molto da vicino la qualità delle telepromozioni tipiche delle emittenti locali.

Lo spot diventerà popolarissimo, ma non so quanto aiuterà a vendere il libro..

 
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Pubblicato da su 13 dicembre 2010 in media, news, News da Internet

 

Apple, Beatles is business

Ormai per Apple è sufficiente aprire bocca e rilasciare una dichiarazione a caso per suscitare clamore. Ieri ha annunciato un grande evento a sorpresa riguardo ad iTunes con queste parole: “Domani è un altro giorno. Che non dimenticheremo mai”.

La Rete si è scatenata in congetture, ma una pulce si deve essere infilata nell’orecchio di Erica Ogg, che – sempre ieri – per Cnet ha scritto (traduzione semi-letterale):

Speriamo che tutto questo clamore non porti a qualcosa di mediocre, tipo Yoko Ono che finalmente si placa dopo l’autorizzazione della distribuzione della musica dei Beatles su iTunes (sì, un annuncio sui Beatles sarebbe cool, ma richiamare per quel motivo l’attenzione del mondo con un simile clamore non avrebbe senzo), o qualcosa che già ci aspettiamo, come iOS 4.2 che consentirà lo streaming di musica e video da iPhone, iPads e iPod Touch fino alla nuova Apple TV.

Speranza vana: la notizia è proprio nel fatto che Steve Jobs, dopo anni di trattative con EMI e , è riuscito ad aggiudicarsi i diritti di distribuzione della musica dei Beatles con iTunes, ossia i 13 album più altri contenuti (tra cui il DVD del primo concerto americano al Coliseum di Washington del 1964).

Nella notizia, ecco un’altra notizia: il pacchetto completo è in vendita a 149 euro, un album viene venduto a 12,99 euro, una canzone a 1,29 euro. Prezzi che sono frutto di noti virtuosismi dell’ufficio cambi utilizzato da Apple, visto che il catalogo negli USA è in vendita a 149 dollari.

 
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Pubblicato da su 16 novembre 2010 in business, Internet, Life, media, Mondo, news, News da Internet

 

MyTV

Pare che il digitale terrestre stia arrivando sulla terra. Davvero, stavolta. Però a macchia di leopardo, imperfetto, sovente addirittura irritante. Lo so, devo aspettare ancora qualche giorno per poter avere una situazione meglio definita (ma certamente non definitiva). Nel frattempo, il macropixel regna sovrano: nei canali la cui ricezione non è perfetta, l’immagine è un vero supplizio, e anche l’audio spesso viene inquinato da cinguettii indesiderati. Ma dal momento che qui anche il segnale analogico ha sempre avuto difficoltà ad essere captato in maniera decente dalla mia antenna, non ho molte speranze che questa operazione si concluda bene.

L’avvio dell’iniziativa del magazine MySky Experience in HD varato da Liquida, per il quale il sottoscritto è stato chiamato a collaborare, mi ha motivato a testare i nuovi servizi di Sky. Il tecnico mi ha chiamato un sabato pomeriggio e nel giro di pochi giorni un decoder MySky HD si è intrufolato nel mobile sotto il mio televisore. Credo che qui sia l’unico strumento in grado di portare a casa mia un buon numero di canali  in alta definizione – quella vera – e la cui qualità non delude. Considerando poi che la banda larga da queste parti viaggia a passo di lumaca, non ho speranze di poter fruire di un buon servizio di TV via Internet ne’ a breve ne’ a medio termine, per cui temo che al momento sia l’unica soluzione per chi vuole una vasta scelta di canali.

Nel nuovo decoder c’è la sorprendentemente piacevole funzione di videorecording che permette di memorizzare una o due trasmissioni – registrazioni che possono anche essere programmate – sull’hard disk interno, “capace” di 140 ore di registrazione (stando a quanto mi ha riferito l’installatore). Questa simpatica funzionalità – oltre a far sparire in soffitta il caro, vecchio videoregistratore VHS – permette inoltre di mettere in pausa una trasmissione e recuperarne la visione senza perdere nemmeno un secondo (utile, quando arriva una telefonata proprio “sul più bello”), ma consente anche di recuperare una frazione di trasmissione con una sorta di “rewind” utilizzabile in tempo reale. E’ una specie di “macchina del tempo”, anche se di minuscola portata (niente a che vedere con la DeLorean di Marty McFly di Ritorno al Futuro): con i bambini che ululano e rimbalzano per tutta la casa, capita spesso di vedere una trasmissione e di perdere – seppur per un secondo – un dettaglio, un momento importante, una frase interessante (“cos’ha detto? Non sono riuscito a sentirlo”). Un clic sul telecomando e si recupera quel minutino perduto.

Pollice su anche per il fatto di poter tranquillamente collocare in pensione il mio claudicante decoder DTT e sostituirlo con la chiavetta-decoder USB di Sky, che ha consentito a me di utilizzare un unico telecomando per utilizzare i vari servizi televisivi (il digitale terrestre si posiziona nei canali dal 5000 in avanti), e a Sky di risparmiare i diritti di diffusione satellitare dei canali Rai. Certo, così Sky ha dovuto rinunciare a camminare dritta per la propria strada che porta tutto solo sul satellite, ma probabilmente questo le ha consentito di non perdere una fetta di mercato.

Per il momento il nuovo giocattolo sta dando soddisfazioni a grandi e piccini (per la vasta scelta di canali per giovani e giovanissimi che il DTT ancora non consente), ma ci sarà tempo per evidenziare altri aspetti.

 
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Pubblicato da su 14 novembre 2010 in Life, media, Mondo, tecnologia, Tv & WebTV

 

Il confine del rispetto

SILENZIO


Negli ultimi giorni mi sembra si sia accentuato un fenomeno che – purtroppo – già da tempo sta permeando e caratterizza i fatti di cronaca che suscitano più scalpore. Una sindrome da reality show che, da Cogne ad Avetrana, passando per Erba, Garlasco e altre località, sta affliggendo sempre più persone, in un circolo vizioso alimentato dai media.

In tutta questa fame mediatica di informazioni, spicca la scelta di Mario Calabresi, direttore de La Stampa, di non utilizzare l’audio degli interrogatori di Avetrana:

Ci siamo chiesti cosa farne e se metterli subito sul sito web, sicuri di fare un record di contatti. Ne abbiamo discusso e abbiamo deciso di buttarli, perché non aggiungevano nulla a quello che avete già letto fino a oggi, perché non servivano a chiarire nulla e perché potevano essere utili solo a solleticare le morbosità, a infilare la testa più in fondo nel pozzo.

Convidido completamente il commento che segue qualche riga più sotto:

Ci sarà un motivo se da decenni all’inizio di un processo la Corte si ritira per decidere se possono entrare i fotografi (in caso di decisione negativa negli Stati Uniti entrano in azione i disegnatori) o le telecamere in Aula. Succede perché la delicatezza di un caso o la necessità di frenare una deriva emozionale può richiedere attenzioni superiori.

 
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Pubblicato da su 25 ottobre 2010 in Life, media, Mondo, news, News da Internet, privacy