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Contaminazioni

Stamattina su FF leggevo la segnalazione di Max su un articolo di Repubblica.it riguardo alle cosiddette mozzarelle blu marcate Granarolo, prodotte però da un subcontractor utilizzato per far fronte all’accresciuta domanda estiva. L’ultimo paragrafo dell’articolo mi ha lasciato un po’ perplesso:

La Procura torinese, inoltre, si sta sempre occupando del caso delle tre mozzarelle blu trovate in Piemonte e per le quali agli inizi d´agosto è stato indagato Giampiero Calzolari, presidente della ditta di Cadriano. «Per fortuna Franco si sta riprendendo. I medici gli hanno ricostruito la faccia e la prossima settimana riusciremo a parlarci. Certo, per capire se e quanto tornerà a vedere dobbiamo ancora aspettare, ma non dimentichiamo che rischiava di morire».

Mi sono chiesto: ma queste mozzarelle blu sono così devastanti? Continuando a leggere l’articolo ho capito:

A parlare è Patrizia, la cognata di Franco Facchini, il cinquantottenne ferrarese massacrato di botte martedì sera all´uscita dal pub “Hawana”. […] Accusato dell´aggressione è Nunzio Falcucci, 34 anni, napoletano, nei confronti del quale il gip Letizio Magliaro ha convalidato l´arresto e disposto la custodia in carcere per tentato omicidio volontario.

Tutto chiaro, no? Nel pubblicare un articolo su mozzarelle prodotte utilizzando acqua contaminata, la redazione web di Repubblica è riuscita a contaminare la notizia con l’estratto di un articolo completamente diverso. Di seguito riporto il paragrafo incriminato, ad imperitura memoria (che un’eventuale correzione potrebbe cancellare)…

 
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Pubblicato da su 23 agosto 2010 in (dis)informazione, Internet, Life, media, Mondo, news

 

Telecom Italia, potenziamento limitato

Una centrale Telecom Italia (fonte immagine: Forum AntiDigitalDivide.org)

L’annuncio da parte di Telecom Italia del progetto di potenziamento di 300 centrali telefoniche – entro fine anno – per estendere l’accesso Internet a banda larga ad utenti finora esclusi è di quelli da leggere con attenzione, per capire che la reale entità dei benefici di questo intervento è decisamente più limitata di quanto possa apparire in superficie. La notizia è riportata da varie testate ed agenzie, leggiamo ad esempio questo lancio Ansa:

Telecom:potenzia rete internet

Piu’ spazio per nuovi clienti, via libera da organo vigilanza

Telecom Italia potenziera’ entro fine anno 300 centrali telefoniche per internet a larga banda su rete fissa Adsl. Sara’ creato cosi’ ‘spazio’ per nuovi clienti diretti o per linee offerte all’ingrosso agli operatori concorrenti.Si tratta della maggior parte delle 500 centrali sature che erano state chiuse all’attivazione di nuove linee per evitare rallentamenti nella connessione.La soluzione ha il via libera dell’organo di vigilanza sulla parita’ di accesso alla rete.

Il titolo fa pensare ad un ampliamento considerevole, ma già nella prima frase della notizia si legge che saranno interessate 300 centrali. In realtà non si tratta di centrali fino ad oggi escluse dalla copertura ADSL: sono una (buona) parte di quelle 500 centrali su cui nel 2010 non erano state attivate nuove linee ADSL in quanto tali centrali erano sature, ovvero sottodimensionate rispetto alle esigenze delle rispettive aree. 

Il problema è che, quando Telecom dichiara che in una determinata zona c’è l’ADSL, lo dice sulla base della fruibilità di servizi ADSL nella centrale che fa capo a quella zona e non fa riferimento al numero di utenti che potrebbero potenzialmente fruire di connettività ADSL. Per fare un esempio, a quella centrale potrebbero fare capo 200 utenti di telefonia fissa, ma ci potrebbero essere risorse per dare ADSL solo a 50 di loro: nonostante questo limite, Telecom Italia, nel dichiarare i dati relativi all’ADSL, dirà che quella zona è coperta anche se in realtà copre il 25% della sua popolazione.

Per questo motivo, il potenziamento di queste 300 centrali (o anche di tutte e 500 quelle bloccate all’attivazione di nuove linee) porterà ADSL a più utenti, ma non porterà cambiamenti significativi sulla mappa ufficiale che Telecom dichiara per la copertura ADSL sul territorio nazionale.

La notizia si chiude con la frase “La soluzione ha il via libera dell’organo di vigilanza sulla parità di accesso alla rete”: ci mancherebbe anche che non avesse approvato, penserà qualcuno… L’11 agosto è stato infatto chiuso un dossier aperto in seguito alle segnalazioni inoltrate da parte di Vodafone, Infostrada, Fastweb e BT Italia che avevano denunciato la “chiusura” delle centrali senza preavviso e la carenza di informazioni relative alle condizioni di saturazione degli impianti.

 
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Pubblicato da su 23 agosto 2010 in Internet, Life, media, Mondo, news, telefonia

 

WarrantLeaks

Oggi per Julian Assange qualcuno ha staccato un biglietto di andata e ritorno per il nono cerchio dell’Inferno: dopo la diffusione della notizia che il numero uno di WikiLeaks era ricercato in Svezia per due differenti accuse (molestie e violenza sessuale), la stessa procura che aveva spiccato i due mandati di cattura li ha ritirati.

Difficile credere alla genuinità delle accuse mosse contro il fondatore del sito web che ha pubblicato i documenti segreti sulla guerra in Afghanistan riuniti nell’Afghan War Diary che il Pentagono voleva censurare. La notizia pubblicata dal tabloid svedese Expressen ha l’aria di essere parte di una campagna diffamatoria, che peraltro non sembra aver colto di sorpresa Julian Assange: nella pagina Twitter di WikiLeaks, infatti, è comparso un primo tweet con la frase “Ci avevano avvertito che avremmo dovuto aspettarci sporchi trucchi, ora ecco il primo” con il link  alla traduzione in inglese dell’articolo del giornale svedese. Assange, sempre via Twitter, ha poi dichiarato che “Le accuse sono senza fondamento e il loro rilascio in questo momento è profondamente inquietante”.

Curioso che la vicenda abbia avuto luogo proprio in Svezia: la scorsa settimana Assange, in una conferenza stampa tenuta a Stoccolma, ha ribadito l’intenzione di pubblicare altri 15 mila documenti militari confidenziali sulla guerra in Afghanistan. Alcuni giorni fa, Kristinn Hrafnsson di WikiLeaks ha confermato a France Presse l’intenzione dell’organizzazione di collaborare con la Difesa USA, con particolare riguardo ai nominativi contenuti nei documenti ancora da pubblicare, che potrebbero essere cancellati onde evitare rischi per la vita di quelle persone. Secondo la Hrafnsson, il Petnagono avrebbe “espresso la sua intenzione di aprire un dialogo al riguardo, hanno detto che sono pronti ad aprire una discussione”. Dagli USA è però giunta una smentita da parte del portavoce del ministero della Difesa Usa, Bryan Withman, che ha precisato “non siamo interessati a trattative volte a raggiungere un versione impersonale dei documenti classificati”.

I mandati di cattura verso Julian Assange sono arrivati poco dopo, ma sono stati revocati nel giro di poche ore. Bufala? Campanello d’allarme? Avvertimento? La vicenda sulla ubblicazione dei documenti confidenziali sulla guerra in Afghanistan non finisce certo qui.

 
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Pubblicato da su 21 agosto 2010 in Inchieste, Internet, Life, media, Mondo, mumble mumble (pensieri), news

 

E’ arrivata la TV di Facebook

Il suo nome è Live, è la web-tv che è stata lanciata venerdì da Facebook e ha – almeno inizialmente – lo scopo dichiarato di mostrare agli utenti cosa accade dietro le quinte (ma forse sarebbe più appropriato dire dietro ai server) del noto social network, in diretta da Palo Alto.

In uno studio da mini talk-show, in occasione di ogni evento (che può consistere nel lancio di una nuova funzionalità, un aggiornamento, ma anche un appuntamento particolare), gli utenti avranno la possibilità di dialogare con il corrispondente responsabile Facebook (il project manager che ha sviluppato una feature, un portavoce che spiega l’introduzione di una nuova policy) o con un ospite.

Non si tratta che di una piattaforma video dotata di chat, ma naturalmente questo non è che un primo passo verso qualcosa di più ambizioso: un vero e proprio canale web-televisivo, con appuntamenti che ogni utente potrà condividere nel proprio profilo, invitando altri amici a far parte dell’audience e a condividerlo a loro volta.

Già ora, nei momenti di talk-show vero e proprio (nell’immagine, la replica di un’intervista all’attrice America Ferrera, protagonista – tra l’altro – della serie Ugly Betty), l’obiettivo dell’intrattenimento convive evidentemente con quello più social di mostrare «che cosa c’è di nuovo agli utenti». Con oltre 500 milioni di utenti iscritti, Facebook si presta certamente ad essere una piattaforma di visibilità e gli inserzionisti pubblicitari non chiedono di meglio.

 
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Pubblicato da su 15 agosto 2010 in Internet, Life, media, Mondo, news, social network

 

Murdoch a cavallo dell’iPad

Guardato con diffidenza da chi preferisce un Kindle per leggere libri e giornali, l’iPad si è guadagnato l’attenzione di Rupert Murdoch, patron di News Corp., che dopo aver constatato l’orientamento del mercato, ha deciso di lanciare un tablet magazine per i dispositivi mobili come quello di Apple.

Come scrive il Los Angeles Times, non sarà la versione mobile di un giornale già esistente: quello che attualmente viene indicato come “project Alesia” sarà una testata studiata appositamente per essere letta – a pagamento, ça va sans dire – dai display degli smartphone e dei device come l’iPad. “notizie brevi, vivaci e da leggere rapidamente”.

L’idea è la declinazione più innovativa che Murdoch è riuscito a dare della propria convinzione che le news di qualità debbano per forza essere distribuite a pagamento, ma ovviamente andrà a scontrarsi contro chi propugna la diffusione gratuita di contenuti su Internet.

Il mercato potrebbe anche dare ragione al magnate di News Corp., visto il successo delle versioni online di New York Times, Wired, Times e Australian. Ma in questo settore le alternative stanno già nascendo, basti pensare a Flipboard, un’applicazione per crearsi su misura il proprio social magazine basato sui contenuti di Facebook e Twitter (e presto di altre piattaforme): aperto al mondo delle news, potrebbe davvero far imboccare una nuova strada alla distribuzione dei contenuti.

 
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Pubblicato da su 14 agosto 2010 in cellulari & smartphone, Internet, Life, media, Mondo, news

 

Riparte la fuffa-collection

Anche quest’estate, come ogni anno, gli spot televisivi si popolano di collezioni improbabili e arricchiscono la fuffa-collection di cui ho già parlato tre anni fa. Il fenomeno si ripete e quindi non è una novità, ma quest’anno insistono molto con le Madonne da collezione, i Santini da collezione, i Rosari da collezione e altre raccolte pseudo-devozionali che mi sembrano un po’ oltre il limite del buon gusto, affiancate alle collezioni di Macchine movimento terra, Penne da leggenda, Trattori da collezione, eccetera.

Non stupiamoci se tra un po’ troveremo in edicola anche la pregevole Collezione Manure, cioè la collezione di cacche di Frontierville…

 
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Pubblicato da su 10 agosto 2010 in Life, media, Mondo

 

Afghan Leakdown

Sono varie e contrastanti le conseguenze della pubblicazione di Afghan War Diary, 2004 – 2010 da parte di WikiLeaks e – a cascata – di New York Times, Guardian e Der Spiegel.

Da un lato c’è chi apprende nuove informazioni su ciò che sta accadendo in Afghanistan da sei anni a questa parte: è noto che ci sia una guerra in corso e che purtroppo durante le operazioni belliche possano verificarsi “errori”, meno nota è la loro entità e le reali conseguenze, dirette o indirette.

Dall’altra parte, chi sta conducendo questa guerra accusa WikiLeaks di aver commesso un atto che indebolisce la democrazia e di aver messo in pericolo altre persone (cosa che la guerra ha comunque già fatto). Posizione supportata anche da alcuni media (qui l’articolo del Washington Post che bolla Wikileaks come un’organizzazione criminale e auspica la sua eliminazione).

Limitarsi alle parole non è sufficiente, ma le autorità USA hanno cominciato a passare ai fatti e colto un’occasione propizia, prendendo la mira su Jacob Appelbaum, un collaboratore di WikiLeaks che – appena tornato negli USA dall’Olanda – ha subìto dagli ufficiali della dogana una perquisizione, un fermo con un interrogatorio mirato e il sequestro dei telefoni cellulari, ottenendo la promessa di subire il medesimo trattamento in occasioni analoghe. In seguito, un incontro con due persone presentatesi come agenti FBI.

Contromisura adottata da Wikileaks, verosimilmente approntata prima di questa vicenda, il file cifrato Insurance: 1,4 GB di informazioni riservate, pronte a fuoriuscire allargandosi a macchia d’olio qualora accadesse qualcosa a Julian Assange o alla stessa WikiLeaks. Linkato nella pagina web dell’Afghan War Diary, il file (molto più corposo di quanto già finora diffuso e pubblicato) è in circolazione sulle reti di condivisione Torrent e quindi disponibile per il download. In caso di switch-off forzato della piattaforma, un oceano di nuovi dati (in molteplice copia) è quindi pronto per essere diffuso anche senza il supporto di WikiLeaks. Basta una password.

 
 

YouTube pagherà la Siae

SiaeNews:

SIAE e YouTube annunciano di aver siglato un accordo di licenza che copre l’uso in Italia, in modalità streaming, di musica e opere audiovisive del repertorio SIAE nei video presenti sulla piattaforma YouTube.
La licenza ha una durata di tre anni, fino al 31 dicembre 2012. Come risultato dell’accordo, autori, compositori ed editori musicali rappresentati da SIAE saranno ricompensati quando viene utilizzata la loro musica.

I dettagli economici, non ufficializzati dai diretti interessati, sono illustrati nella loro forma ufficiosa da Daniele Lepido: l’ipotesi è da uno a quattro millesimi di euro a clic.

Non so se il modello si possa definire collect-per-click , ma in pratica il senso è quello: un iscritto alla Siae riceverà un compenso per ogni click ottenuto dalla sua opera pubblicata su YouTube (che mi auguro non sia obbligata alla compilazione del borderò).

 
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Pubblicato da su 28 luglio 2010 in Internet, Life, media, Mondo, news

 

War Diary, 100 Megabyte di rivelazioni

L’operazione messa a segno da WikiLeaks nelle scorse ore (rivelatrice di un mondo di informazioni top secret sulla guerra in Afghanistan) ha molte sfaccettuature: non solo si tratta di uno scoop senza precedenti, ma – come scrive il Guardian – offre realmente “un quadro devastante della fallimentare guerra in Afghanistan”, mettendo in evidenza situazioni ed eventi mai trapelati, tra cui attacchi operati dai Talebani e stragi civili sconosciute e taciute.

Oltre 90mila file (ai 75mila iniziali se ne sono aggiunti altri 15mila), oltre 100 MB di informazioni che, facendo il giro del mondo, offrono al mondo un diario che copre un periodo va dal 2004 al 2009, con il suo triste bilancio di vittime.

Ora le notizie ufficiali, diffuse a livello istituzionale, avranno un sapore incerto per molte più persone di un tempo ed è forse questo il risultato più dirompente dell’insolita azione di intelligence attuata da WikiLeaks, alle cui spalle – dal 2006 – c’è l’australiano Julian Assange, che a Der Spiegel ha dichiarato di voler far capire al mondo la brutalità e lo squallore delle guerra: “Questo archivio cambierà l’opinione pubblica e il modo di vedere le cose delle persone che ricoprono ruoli politici e diplomatici influenti”.

P.S. (leggendo il testo riportato nella figura): Sunday, July 26? Mah…

 
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Pubblicato da su 27 luglio 2010 in Internet, Life, media, Mondo, mumble mumble (pensieri), news

 

Google News? Pas Merci!

I membri del Syndicat de la Presse Quotidienne Nationale – che rappresenta le più importanti testate francesi – hanno annunciato il progetto di un proprio strumento di aggregazione di notizie, che dovrebbe essere pronto entro fine 2010 per fare concorrenza alla celebre soluzione di Google. Più che di uno strumento, concettualmente, si tratterà di una risorsa: lo scopo dichiarato è infatti quello di monetizzare i contenuti (leggi l‘articolo completo su The New Blog Times).

hh

 
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Pubblicato da su 23 luglio 2010 in Internet, Links, media, Mondo, news

 

Leaking News

Luca segnala:

Alcuni giornali italiani hanno già contattato Wikileaks per distribuire le intercettazioni nel caso che fosse introdotta la legge che ne vieta la pubblicazione. Una domanda: ma poi linkare i documenti pubblicati su Wikileaks sarebbe consentito o vietato? È una domanda che ha senso solo in un paese con poca libertà di informazione.

WikiLeaks raccoglie e pubblica materiale classificato e riservato da parte di fonti protette dall’anonimato, con l’obiettivo di fornire informazioni senza filtri, censure o pregiudizi. Il suo fondatore Julian Assange ha dichiarato: “Avremo completato la nostra missione quando ogni tecnico informatico, ogni bambino dell’asilo, ogni burocrate di un ministero saprà di poter pubblicare quello che vuole senza correre rischi”.

Missione impossibile? Dipende: in Islanda un mese fa è stata approvata all’unanimità una proposta di legge a favore della libertà di espressione e della tutela della privacy delle fonti utilizzate dai giornalisti e pare che il parlamento europeo sia orientato a favorire lo stesso principio anche nei Paesi dell’Unione Europea (di cui l’Islanda ancora non fa parte).

Se davvero la legislazione europea prendesse questa direzione, gli argini oggi predisposti dalla cosiddetta legge bavaglio potrebbero perdere le proprie fondamenta. Ma in realtà, già una volta entrata in vigore la legge islandese, si potrebbero rivelare inefficaci per un giornale o un sito informativo che riuscisse ad apriee la propria sede in Islanda (beninteso, non semplicemente con i server, ma con una redazione formalmente islandese) assoggettandosi alla legislazione di quel Paese e configurandosi come testata off-shore

 
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Pubblicato da su 19 luglio 2010 in Internet, Life, media, Mondo, news, privacy

 

iPhone 4, quando arriva arriva

A me l’iPhone piace, è uno smartphone con qualche marcia in più rispetto alla concorrenza e certamente la sua quarta generazione non deluderà delle aspettative degli appassionati. Però, se anche desiderassi avere un nuovo iPhone 4, a me basterebbe (e avanzerebbe) sapere che in Italia sarà venduto a partire da fine luglio! Che si trattasse del 31, del 28 o di un altro giorno poco mi importerebbe. Eppure il balletto di notizie continua a fare notizia, perché molti non vedono l’ora di poterne avere uno tra le mani. E Apple non aspetta altro…

 
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Pubblicato da su 13 luglio 2010 in Life, Links, media, Mondo, news

 

Bollino di qualità per le blognews? No, grazie

Ritorna d’attualità la qualità dell’informazione. In realtà il tema non ha mai perso attenzione, ma in questa puntata della lunga webnovela che vede protagonista l’informazione e la sua autorevolezza si ventila l’ipotesi di istituire un bollino blu che certifichi l’attendibilità di quanto pubblicato sul web… (leggi l’articolo completo su The New Blog Times)

 
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Pubblicato da su 9 luglio 2010 in Internet, Life, media, Mondo, news

 

Spot

Non c’avrei creduto se non l’avessi visto dopo la segnalazione dell’amico (e omonimo) Dario, ma eccolo qua: lo spot per il turismo con la voce fuori campo di Silvio Berlusconi… La tua Magica Italia.

PS: essendo siglato “Ministro del Turismo”, io avrei inserito la voce di MVB

 
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Pubblicato da su 7 luglio 2010 in media, Mondo, news

 

Cosa cerca l’utente in Internet?

“Finalmente una classifica tecnologica nella quale noi italiani sappiamo farci valere” commenta Massimo Mantellini nell’esporre i numeri della ricercaThe State of Social Porn” pubblicata su Woork up da Antonio Lupetti.

Finalmente qualcosa in cui l’Italia può primeggiare, osserverà qualcuno…

 
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Pubblicato da su 25 giugno 2010 in Inchieste, Internet, Life, media, Mondo, mumble mumble (pensieri)