Oggi è la “giornata dell’interconnessione”, ma è anche il “No Email Day”. Sarà per questo che Benedetto XVI ha scelto di inviare il suo primo tweet oggi alle 12? 😉
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Tre milioni in tre giorni
Presentati il 23 ottobre e messi sul mercato a partire dal 2 novembre, il nuovo iPad di quarta generazione e l’iPad Mini hanno già toccato quota tre milioni di unità vendute. Dal comunicato diffuso da Apple non si capisce però lo share, non si sa quanto sia grande la fetta riservata all’iPad, ne’ quella del Mini. Comunque vada, è già un successo. Almeno per ora.
Sandy a New York: bufale e verità nelle foto sul web
Se avete visto sul web immagini impressionanti sull’uragano Sandy mentre si abbatte su New York e sui suoi effetti, sappiate che potrebbero essere dei fake, cioè delle bufale, realizzate ad arte con fotomontaggi, o più semplicemente con immagini che riguardano luoghi ed eventi differenti accaduti in passato. Alexis C. Madrigal ne fa un piccolo (ma utile) resoconto in un articolo su The Atlantic.
È un ennesimo promemoria per ricordare a tutti di non prendere per oro colato tutte le verità che girano in rete. Le bufale sensazionalistiche sono davvero inutili, soprattutto se la realtà supera la fantasia di chi le ha concepite…
Tutto sotto controllo?
Si avvisano i signori utenti che, a partire da domani da gennaio, tutti i dati personali relativi ai loro contratti per servizi di telefonia o di connettività Internet saranno comunicati periodicamente all’anagrafe tributaria per concorrere al redditometro.
In altre parole, l’Agenzia delle Entrate riceverà dagli operatori tutti i dati dei consumi di tutti i servizi di telecomunicazioni di tutti gli utenti: non solo telefonia fissa, ma anche mobile, connettività wired (cablata) o wireless (senza fili).
Dal telefono di casa allo smartphone di ultima generazione, dall’ADSL alla chiavetta per collegarsi a Internet, con tutto ciò che si trova nel mezzo: tutte le spese originate da questi dispositivi e dai servizi che veicolano saranno monitorate e misurate, per essere poi confrontate con il reddito dell’intestatario e con i dati del soggetto che provvede al pagamento (che può essere diverso dal titolare del contratto).
A proposito di pagamento, quando questo verrà effettuato tramite lo smartphone, tutto convergerà in un unico strumento, facilitando la vita all’utente, ma anche a chi riceve e utilizza tutti quelle informazioni.
Auspicando che il sistema di raccolta ed elaborazione dei dati sia gestito in modo sicuro…
UPDATE: fino alla scorsa settimana, l’entrata in vigore di questo provvedimento era fissata per domani, 23 ottobre 2012. Il termine è stato rinviato al 22 gennaio 2013
Eventuale
Utile e opportuna, la precisazione del direttore del Dipartimento Finanze del ministero dell’Economia e delle Finanze Fabrizia Lapecorella dopo l’audizione alla Commissione Finanze della Camera dei Deputati, relativa alle possibilità di un intervento sull’IMU.
Possibilità che spettano unicamente al governo (si disilluda chi sperava nel Pulcino Pio), e che fondano concretezza e attuabilità in un’unica parola, quell’aggettivo lieve che l’ufficio stampa del ministero ha tenuto a inserire già nel titolo del comunicato.
In altre parole: Ma de che?
La cura
Salvatore Iaconesi ha un tumore al cervello. Da tecnologo orientato all’open source, ha pensato (bene) che condividere via Internet la propria cartella clinica fosse la strada più naturale da percorrere per trovare una cura.
Come? Lo spiega nel suo sito web:
Ho un tumore al cervello.
Ieri sono andato a ritirare la mia cartella clinica digitale: devo farla vedere a molti dottori.
Purtroppo era in formato chiuso e proprietario e, quindi, non potevo aprirla né con il mio computer, né potevo mandarla in quel formato a tutti coloro che avrebbero potuto salvarmi la vita.L’ho craccata.
L’ho aperta e ho trasformato i suoi contenuti in formati aperti, in modo da poterlicondividere con tutti.
Nel giro di poche ore è riuscito a condividere questi dati con tre medici, due dei quali lo hanno già contattato.
L’idea ha un approccio open data e l’obiettivo è più ampio di quanto si possa intuire:
Progressivamente, renderò disponibili tutte le risposte che riceverò, sempre in formati aperti, così che chiunque abbia il mio stesso male possa beneficiare delle soluzioni che ho trovato.
Questa è una CURA. E’ la mia CURA OPEN SOURCE.
Questo è un invito a prendere parte alla CURA.CURA, in diverse culture, vuol dire diverse cose.
Ci sono cure per il corpo, per lo spirito, per la comunicazione.
Prendete le informazioni sul mio male, se ne avete voglia, e datemi una CURA: fateci un video, un’opera d’arte, una mappa, un testo, una poesia, un gioco, oppure provate a capire come risolvere il mio problema di salute.Artisti, designer, hacker, scienziati, dottori, fotografi, videomaker, musicisti, scrittori.Tutti possono darmi una CURA.
E l’invito è di creare una CURA usando i contenuti reperibili in DATI/DATA nel sito artisopensource.net/cure, e di inviarla all’indirizzo info@artisopensource.net.
E questo, a mio avviso, al di là del banale gioco di parole che potrebbe sembrare fine a se stesso, è uno stupendo esempio di apertura mentale. La cura è già iniziata.
Anche la meteorologia ha i suoi influencer
Anche la meteorologia ha i suoi influencer. Il capostipite è stato Edmondo Bernacca (chiamato da tutti “colonnello” anche da generale), volto noto – soprattutto con la trasmissione Rai Che tempo fa? – per essere stato il primo “meteorologo televisivo” italiano, ineguagliato per stile e semplicità di divulgazione.
Tra i suoi “successori”, in tempi più recenti, ha riscosso molta simpatia anche il colonnello Mario Giuliacci, motore – tra le varie attività legate alla meteorologia – del Centro Epson Meteo e padre di Andrea, anch’egli fisico e meteorologo. Entrambi sono volti noti ai telespettatori come collaboratori dell’informazione meteo delle reti Mediaset.
Nonostante in tv si siano avvicendati nel tempo molti altri personaggi, su varie emittenti, in altre trasmissioni dedicate alle previsioni meteo, credo di non sbagliare più di tanto ad individuare in Bernacca e Giuliacci i nomi più ricorrenti nella memoria comune in questo settore.
Ma l’informazione ha molti canali e, da tempo, a giornali, radio e TV si è aggiunto il web. Il colonnello Bernacca, purtroppo, ci ha lasciati 19 anni fa e non ha quindi potuto evolvere la sua attività divulgativa con Internet. La famiglia Giuliacci invece sì e, oltre al sito web meteo.it (legato al Centro Epson Meteo attivato dal colonnello e nel quale oggi lavora anche il figlio), tratta l’argomento attraverso i siti meteogiuliacci.it e andrea.giuliacci.it (sito non proprio aggiornatissimo, anzi sospetto sia anche un po’ trascurato).
In Internet notoriamente c’è posto per tutti, nell’informazione meteorologica idem (non c’è monopolio). I siti web di meteorologia sono tanti, ma negli ultimi tempi sta conquistando una certa notorietà ilmeteo.it, guidato da Antonio Sanò.
Se qualcuno ancora non sapesse di chi si tratta, basti pensare che è a lui che si devono i nomi con cui sono stati battezzati i recenti fenomeni atmosferici (cicloni e/o anticicloni) Lucifero, Caronte, Scipione, Minosse, Hannibal, Lucy.
Una novità per l’Italia, che segue una prassi che negli USA esiste da molto tempo: oltreoceano i nomi hanno un carattere di ufficialità e chi fa informazione si attiene a queste denominazioni, stabilite da alcuni enti riconosciuti.
In Europa, l’Istituto di meteorologia dell’Università di Berlino, accreditato dall’Organizzazione Mondiale Meteorologica, è l’unico ente ufficiale che assegna un nome ai fenomeni atmosferici di rilievo. Questa ufficialità – con la conseguente autorevolezza – sembra però in discussione da quando l’istituto ha varato l’iniziativa Adopt-a-vortex, con cui chiunque può proporre un nome da assegnare ad un fenomeno, corrispondendo una donazione (dai 199 ai 299 euro).
A quanto pare, non esiste una legge riconosciuta a livello internazionale che attribuisca all’Istituto di Berlino l’esclusiva sui nomi dei fenomeni atmosferici. Io quindi potrei dire che per me Lucifero si chiama invece Caldobagno, ma dovrei anche avere la possibilità di influenzare i media nell’utilizzo di questo nome affinché acquisisca risonanza.
Antonio Sanò, attraverso il proprio sito e i comunicati trasmessi a testate e agenzie di stampa, ha così avviato l’usanza di attribuire – a tali fenomeni – nomi di un certo appeal, che poi sono stati appunto ripresi dagli organi di informazione mainstream perché di facile memorizzazione e funzionanti sotto l’aspetto mediatico.
Per l’Istituto di Berlino i nomi sono diversi: l’anticiclone a noi noto come Caronte, ad esempio, per l’ente tedesco si chiamava Stefan, mentre quello che noi abbiamo conosciuto come Hannibal o Annibale, a Berlino era stato chiamato Ignaz. L’orecchiabilità dei nomi scelti e divulgati da Sanò, tuttavia, li ha resi famigliari a stampa e pubblico.
Il colonnello Giuliacci si attiene con scrupolo alle denominazioni “ufficiali” – quando vengono rese pubbliche – e il figlio Andrea non si è mai allontanato da questa regola. Finora.
Qualcosa, però, sta cambiando: quando la “concorrenza” ha cominciato a parlare di “Beatrice”, che porterà temporali e temperature più fresche, Andrea Giuliacci ha risposto indicando lo stesso fenomeno come la “Burrasca di fine agosto”, lasciandosi quindi andare – anche lui – all’attribuzione di una denominazione non ortodossa, seppur senza l’utilizzo di un nome proprio e più generica di quell’Anticiclone delle Azzorre che fino a poco tempo fa era l’unica identificazione a noi conosciuta.
Anche se il tempo non è condizionabile, a noi utenti dovrebbe importare più che altro di ricevere informazioni e previsioni attendibili: a chi importa se il ciclone in arrivo si chiama “Pinco” o “Pallino”? Ditemi se devo uscire con l’ombrello, se sto per essere bombardato dalla grandine, o se un twister mi porterà via le piante dal giardino o la casetta sull’albero!
C’è da scommettere che la rincorsa proseguirà, perché – al di là della bontà delle previsioni – chi avrà la capacità di imporsi sui media con le proprie notizie (e i “propri” nomi) si sarà fatto migliore pubblicità e avrà una visibilità superiore, che potrebbe essere foriera di nuove collaborazioni (i servizi di previsioni meteo vengono venduti a varie testate giornalistiche) e, quindi, di business.
Microsoft, ecco il nuovo logo
Ecco il nuovo logo con cui Microsoft si presenterà sul mercato dalle prossime settimane.
Ok, non è un cambiamento epocale e non deve piacere per forza al sottoscritto, ma dopo 25 anni – a mio avviso – si poteva fare qualcosa di più di una modifica di font e dell’appiattimento della “finestra” colorata di Windows, che ora somiglia ad un quadretto di piastrelle da toilette dell’autogrill…
Con Google Earth Engine, i cambiamenti della Terra visti dai satelliti
Il primo satellite Landsat è stato lanciato in orbita dalla NASA il 23 luglio 1972. Google celebra questo anniversario a modo suo, pubblicando le immagini raccolte in questi anni dai satelliti del Programma Landsat in una galleria di video formato time-lapse che mostrano, in particolare dal 1999 al 2011, le evoluzioni di alcune aree della Terra. La realizzazione, visibile su Google Earth Engine, è stata possibile con la collaborazione dei tecnici USGS e della Carnegie Mellon University.
Fra gli obiettivi principali del Programma Landsat c’era la possibilità di avere un’ampia disponibilità di informazioni sulla Terra, per documentarne i mutamenti nel corso del tempo: l’evoluzione dello sfruttamento agricolo, dell’urbanizzazione, della deforestazione di alcune aree, i fenomeni naturali e dei cambiamenti climatici. In molti casi, si è rivelato utile perché ha offerto all’uomo molti esempi di come la Terra sia sempre in grado – con i suoi tempi e le sue risorse – di riprendersi dai propri traumi.
Già che ci siamo, perché non querelare Internet!?
Leggo dall’AGI:
Rai: insulti e allusioni, Paola Ferrari vuol querelare Twitter
(AGI) – Roma, 5 lug. – Epiteti anonimi e offensivi, alcuni dei quali irripetibili, con pesanti allusioni fisiche, insulti riferiti all’eta’ e a presunti rifacimenti estetici. E’ stata la “compagnia” indesiderata sulle pagine di Twitter per tutta la durata della conduzione della trasmissione ‘Stadio Europa’ sugli schermi Rai dedicata a Euro2012, e ora Paola Ferrari ha deciso di dire basta e di fare causa. La giornalista tv, conduttrice della Domenica Sportiva e volto di punta di Rai Sport, sta per citare il social network Twitter per diffamazione chiedendo un maxi risarcimento che, se ottenuto, andra’ totalmente a favore delle famiglie delle vittime del terremoto in Emilia.
La destinazione benefica dell’eventuale risarcimento non distolga l’attenzione dall’inconsistenza dell’accusa verso Twitter, colpevole unicamente di aver veicolato i messaggi di utenti (unici responsabili di ciò che scrivono) che le hanno rivolto gli insulti, che non è un editore, bensì uno strumento di comunicazione, una bacheca pubblica, un intermediario che è stato utilizzato come verrebbero utilizzati una qualunque compagnia telefonica o Poste Italiane in caso di telefonate o lettere dello stesso tenore.
La reazione all’opinabile iniziativa di querela? In breve tempo l’hashtag #QuerelaconPaola è diventato trend topic (seguito a breve distanza da #PaolaFerrari), superando – tra gli altri – “Schettino”, “Costa Concordia” e “Particella di Dio” e innescando una catena che si fermerà, come sempre, quando l’argomento avrà stancato e non divertirà più.
Io sono favorevole ad ogni forma di tutela dell’immagine, assolutamente contrario a qualunque forma di vigliaccheria e sono convinto che ogni forma di insulto sia da perseguire, ma la difesa deve essere sempre indirizzata ai veri responsabili. Io sono dell’opinione che questo tipo di azione legale non porterà risultati e ipotizzo che un eventuale danno all’immagine ci sia già stato in precedenza, che i tweet irriguardosi ne siano solo un inattendibile termometro, e che la notizia di voler querelare Twitter non faccia altro che aumentarne il brusìo.














