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Archivi tag: meteo

Catastrofismo? No, grazie!

I titoli allarmistici di alcuni articoli diffusi via web, il cui volume viene poi abbassato o azzerato dal contenuto – che spesso non viene letto – ci fanno capire meglio di qualunque altra cosa quanto sia necessario approfondire una notizia e mai fermarsi ad una lettura superficiale o parziale.

Mai fermarsi al titolo dunque, ma andiamo oltre, anche sulle considerazioni in merito: molto spesso questo genere di articoli devono essere attraenti e calamitare il maggior volume possibile di lettori perché, intorno al contenuto o al suo interno, sono posizionati banner pubblicitari che, se visualizzati da un considerevole numero di utenti, portano denaro a chi li ha pubblicati.

Fattore che al lettore può far piacere quando l’informazione è di qualità e non deve pagarla direttamente con abbonamenti o altre soluzioni, ma quando l’informazione è scadente o superficiale, potrebbe farne serenamente a meno.

Non si tratta comunque del primo titolo dedicato a minacce che incombono sul nostro pianeta, gli esempi su questo argomento sono molto facili da trovare ed è abbastanza curioso che a parlarne siano spesso testate che si occupano di altre tematiche. Ma chi è davvero interessato a questo argomento è opportuno si informi presso fonti specializzate più informate.

Ma poi, di cosa stiamo parlando? In caso di asteroide in arrivo, sappiamo tutti come potrebbe andare a finire

 
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Pubblicato da su 1 marzo 2022 in news

 

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L’asteroide attira sempre

Scorrendo la sezione Scienza e Tecnologia di Google News mi sono imbattuto nella notizia che parla dell’asteroide 2018VP1 diretto verso la Terra. Nel box dedicato alla copertura di questo argomento svettano il Corriere dello Sport e MeteoWeb, due testate di (altro) settore, e il loro posizionamento suggerisce che si tratta delle notizie più cliccate. Se leggiamo i due titoli “Un asteroide colpirà la Terra” o “Asteroide si dirige verso la Terra” non possiamo fare a meno di definirli allarmanti, e poco importa se altre testate si affrettino a specificare che l’asteroide “non è abbastanza grande da fare danni”: il titolo attrae, la gente fa click su quelle news e chi le ha pubblicate guadagna sulle visualizzazioni ottenute dall’articolo e dalle inserzioni pubblicitarie che lo adornano.

Per carità, non si tratta di vere e proprie Fake news, ma sarebbe ora di svegliarsi anche su questo genere di “informazione”. Francamente, poi, se volessi informarmi sulla possibilità che un asteroide stia per colpire la terra, il Corriere dello Sport e MeteoWeb non sono esattamente le prime fonti a cui ricorrerei: sicuramente l’argomento può essere trattato da qualunque testata giornalistica e, come già visto in passato, attira sempre attenzione. Se esistesse, quindi, credo che andrei a consultare il Corriere degli Asteroidi.

 
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Pubblicato da su 20 ottobre 2020 in news

 

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L’epoca del meteo percepito

Non scrivo spesso di meteo, benché la meteorologia sia una scienza per me molto interessante. Credo sia giusto che ne parlino – con cognizione di causa – persone competenti, in grado dare un valore aggiunto alle considerazioni che tutti noi possiamo formulare sul tempo. Parlare dei fenomeni atmosferici con termini roboanti e inappropriati fa parte del sensazionalismo e abbatte drasticamente la qualità dell’informazione, come scrivevo qualche anno fa, a proposito di meteo e influencer e degli effetti collaterali di previsioni di dubbia attendibilità. Per questo motivo mi trovo estremamente d’accordo con quanto dichiarato da Paolo Sottocorona nell’intervista pubblicata da Sapiens, che ben spiega – tra l’altro – il concetto di temperatura percepita, altro spauracchio da ridimensionare:

Dicendo “Ci sono 40°, ma siccome l’umidità è elevata, sulla pelle si percepiscono 50°” si dice una sciocchezza, una sciocchezza colossale. La temperatura percepita è un’altra cosa: è un indice di disagio, ci dice, se più alta della temperatura reale, che avremo un disagio dovuto all’umidità. Perché se l’aria è umida il sudore non evapora e il corpo accumula calore, ed ecco il malore, il colpo di calore, il malessere. Però attenzione, come si arriva ai famosi “50° percepiti“? Le faccio un esempio: intorno Roma stiamo vedendo i 42°, che non sono frequentissimi, ma l’umidità corrispondente alle ore in cui ci sono 42° è inferiore al 20%. L’aria quindi è secchissima, è un caldo torrido, non afoso, non c’è umidità. In questa situazione di conseguenza non c’è questo peggioramento: si soffrono i 42°, fine. Ma molti cosa fanno? Vanno a vedere l’umidità relativa della notte, che è molto più alta – l’umidità non è fissa, varia durante il giorno, quando ci sono 42° è 15/20%, durante la notte ci sono solo 24/25 con l’80% di umidità relativa – poi prendono 42° e 80% di umidità, ed ecco i 50°. Che non esistono!

Inutile dare credito alle sirene di certi servizi meteo poco attendibili, la cui unica vocazione è generare allarmismo. E’ meno dannoso seguire chi consiglia di bere molta acqua, preferire frutta e verdura, non uscire di casa nelle ore più calde o comunque frequentare luoghi con aria condizionata.

 

 
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Pubblicato da su 8 agosto 2017 in news

 

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Anche del meteo di Facebook possiamo fare a meno

cattura

Leggere che Facebook lancia una nuova funzione per visualizzare notizie sul meteo – che qualsiasi dispositivo, smartphone incluso, è in grado di fare attingendo alla medesima fonte weather.com – ci fa capire quanto l’azienda abbia l’obiettivo di realizzare un ambiente pronto ad integrare un numero sempre maggiore di funzionalità, per proporsi all’utente come unico punto di connessione e indurlo a non avere la necessità di uscire dal social network.

Possiamo farne a meno, anche perché la precisione delle informazioni che weather.com pubblica è tutt’altro che accurata ed esistono comunque altri servizi e siti web che possono assolvere meglio (ed egregiamente) lo stesso compito, senza costringere gli utenti a rimanere in un social network e sorbirsene il bombardamento pubblicitario.

 

 
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Pubblicato da su 10 febbraio 2017 in news

 

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Dimmi cosa cerchi e ti dirò chi sei

ClassificheSearch2014

Dicembre, tempo di bilanci e di classifiche. Questi sono i risultati – provvisori – dei termini più ricercati dagli utenti italiani nel 2014.

 

 

 

 
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Pubblicato da su 5 dicembre 2014 in curiosità, news

 

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Strumenti da utilizzare bene: #AllertaMeteoSAR, #ForzaSardegna, #AiutoSardegna

AllertaMeteoSardegna

 

Quando qualcuno vi dice che Twitter non serve a niente, mostrategli tutte le informazioni e lo spiegamento di risorse scatenate dalla diffusione di hashtag come #AllertaMeteoSAR, #ForzaSardegna, oppure #AiutoSardegna.

 
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Pubblicato da su 19 novembre 2013 in news

 

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Un meteo nell’occhio del ciclone

SCmeteo

Come dicevo la scorsa estate, nei servizi di previsioni meteo di nuova generazione c’è un’agguerrita concorrenza, ma credo che alla maggior parte di noi basterebbe poter contare sull’autorevolezza di chi fornisce previsioni attendibili. La mancanza di attendibilità supporta le ragioni del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che chiede di oscurare l’area veneta dalle previsioni dei servizi meteo privati (“colpevoli” di aver dirottato altrove i vacanzieri) e suggerisce di seguire solamente quelle dell’ARPAV, riservandosi la possibilità di chiedere i danni a chi ha fornito previsioni meteo errate e danneggiato il turismo in regione (auspicando che poi non sbagli anche l’ARPAV).

 
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Pubblicato da su 3 aprile 2013 in media, news, News da Internet

 

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Anche la meteorologia ha i suoi influencer

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Anche la meteorologia ha i suoi influencer. Il capostipite è stato Edmondo Bernacca (chiamato da tutti “colonnello” anche da generale), volto noto – soprattutto con la trasmissione Rai Che tempo fa? – per essere stato il primo “meteorologo televisivo” italiano, ineguagliato per stile e semplicità di divulgazione.

Tra i suoi “successori”, in tempi più recenti, ha riscosso molta simpatia anche il colonnello Mario Giuliacci, motore – tra le varie attività legate alla meteorologia – del Centro Epson Meteo e padre di Andrea, anch’egli fisico e meteorologo. Entrambi sono volti noti ai telespettatori come collaboratori dell’informazione meteo delle reti Mediaset.

Nonostante in tv si siano avvicendati nel tempo molti altri personaggi, su varie emittenti, in altre trasmissioni dedicate alle previsioni meteo, credo di non sbagliare più di tanto ad individuare in Bernacca e Giuliacci i nomi più ricorrenti nella memoria comune in questo settore.

Ma l’informazione ha molti canali e, da tempo, a giornali, radio e TV si è aggiunto il web. Il colonnello Bernacca, purtroppo, ci ha lasciati 19 anni fa e non ha quindi potuto evolvere la sua attività divulgativa con Internet. La famiglia Giuliacci invece sì e, oltre al sito web meteo.it (legato al Centro Epson Meteo attivato dal colonnello e nel quale oggi lavora anche il figlio), tratta l’argomento attraverso i siti meteogiuliacci.it e andrea.giuliacci.it (sito non proprio aggiornatissimo, anzi sospetto sia anche un po’ trascurato).

In Internet notoriamente c’è posto per tutti, nell’informazione meteorologica idem (non c’è monopolio). I siti web di meteorologia sono tanti, ma negli ultimi tempi sta conquistando una certa notorietà ilmeteo.it, guidato da Antonio Sanò.

Se qualcuno ancora non sapesse di chi si tratta, basti pensare che è a lui che si devono i nomi con cui sono stati battezzati i recenti fenomeni atmosferici (cicloni e/o anticicloni) Lucifero, Caronte, Scipione, Minosse, Hannibal, Lucy.

Una novità per l’Italia, che segue una prassi che negli USA esiste da molto tempo: oltreoceano i nomi hanno un carattere di ufficialità e chi fa informazione si attiene a queste denominazioni, stabilite da alcuni enti riconosciuti.

In Europa, l’Istituto di meteorologia dell’Università di Berlino, accreditato dall’Organizzazione Mondiale Meteorologica, è l’unico ente ufficiale che assegna un nome ai fenomeni atmosferici di rilievo. Questa ufficialità – con la conseguente autorevolezza – sembra però in discussione da quando l’istituto ha varato l’iniziativa Adopt-a-vortex, con cui chiunque può proporre un nome da assegnare ad un fenomeno, corrispondendo una donazione (dai 199 ai 299 euro).

A quanto pare, non esiste una legge riconosciuta a livello internazionale che attribuisca all’Istituto di Berlino l’esclusiva sui nomi dei fenomeni atmosferici. Io quindi potrei dire che per me Lucifero si chiama invece Caldobagno, ma dovrei anche avere la possibilità di influenzare i media nell’utilizzo di questo nome affinché acquisisca risonanza.

Antonio Sanò, attraverso il proprio sito e i comunicati trasmessi a testate e agenzie di stampa, ha così avviato l’usanza di attribuire – a tali fenomeni – nomi di un certo appeal, che poi sono stati appunto ripresi dagli organi di informazione mainstream perché di facile memorizzazione e funzionanti sotto l’aspetto mediatico.

Per l’Istituto di Berlino i nomi sono diversi: l’anticiclone a noi noto come Caronte, ad esempio, per l’ente tedesco si chiamava Stefan, mentre quello che noi abbiamo conosciuto come Hannibal o Annibale, a Berlino era stato chiamato Ignaz. L’orecchiabilità dei nomi scelti e divulgati da Sanò, tuttavia, li ha resi famigliari a stampa e pubblico.

Il colonnello Giuliacci si attiene con scrupolo alle denominazioni “ufficiali” – quando vengono rese pubbliche – e il figlio Andrea non si è mai allontanato da questa regola. Finora.

Qualcosa, però, sta cambiando: quando la “concorrenza” ha cominciato a parlare di “Beatrice”, che porterà temporali e temperature più fresche, Andrea Giuliacci ha risposto indicando lo stesso fenomeno come la “Burrasca di fine agosto”, lasciandosi quindi andare – anche lui – all’attribuzione di una denominazione non ortodossa, seppur senza l’utilizzo di un nome proprio e più generica di quell’Anticiclone delle Azzorre che fino a poco tempo fa era l’unica identificazione a noi conosciuta.

Anche se il tempo non è condizionabile, a noi utenti dovrebbe importare più che altro di ricevere informazioni e previsioni attendibili: a chi importa se il ciclone in arrivo si chiama “Pinco” o “Pallino”? Ditemi se devo uscire con l’ombrello, se sto per essere bombardato dalla grandine, o se un twister mi porterà via le piante dal giardino o la casetta sull’albero!

C’è da scommettere che la rincorsa proseguirà, perché – al di là della bontà delle previsioni – chi avrà la capacità di imporsi sui media con le proprie notizie (e i “propri” nomi) si sarà fatto migliore pubblicità e avrà una visibilità superiore, che potrebbe essere foriera di nuove collaborazioni (i servizi di previsioni meteo vengono venduti a varie testate giornalistiche) e, quindi, di business.

 
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Pubblicato da su 25 agosto 2012 in Internet, media, Mondo, news, Tv & WebTV

 

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