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Cyber-attacco, ci sono rivendicazioni

cyberattaccoottobre2016

Per il cyber-attacco di venerdì ci sono due rivendicazioni: una arriva dal gruppo New World Hackers e compare in una intervista pubblicata sul sito Anonymous Intelligence Group. Qui alcuni passaggi (liberamente tradotti dal sottoscritto):

Ogni anno organizziamo un power test e questa volta il nostro bersaglio è la Russia. Testare la nostra potenza è il punto chiave, per vedere quanta banda viene saturata ad ogni attacco.

La nostra botnet è un supercomputer costituito da oltre 100.000 dispositivi IOT.

Cosa ha spinto questa dimostrazione di forza?

E’ per una buona causa… La Russia, dichiarandosi migliore degli USA nell’hackerare qualunque cosa, sembra sul punto di scatenare una guerra. Mostreremo loro com’è una guerra.

Pensate che la Russia risponderà dopo un attacco di questa potenza?

La Russia dovrebbe rispondere, ma si fottano. Il nostro messaggio al mondo è quello di imparare la lezione

L’altra rivendicazione – che potrebbe essere una semplice constatazione – è di Anonymous, che su Twitter cita un brano dei Bloodhound Gang:

The roof the roof the roof is on fire
We don’t need no water let the motherfucker burn
Burn motherfucker burn

Che più o meno significa: Il tetto, il tetto, il tetto va a fuoco, non abbiamo bisogno di acqua lasciate bruciare il figlio di p…… bruci, brucia figlio di p…. brucia

SI è letto da più parti, inoltre, che entrambi i gruppi motiverebbero l’attacco con l’intento di manifestare contro il governo dell’Ecuador, reo di aver posto dei vincoli all’accesso a Internet a Julian Assange, a sua volta ritenuto colpevole di ingerenze nella campagna elettorale USA dopo la pubblicazione delle mail riservate di Hillary Clinton.

Certo sarebbe interessante poter approfondire queste dichiarazioni, che – per come sono state rilasciate – non sono pienamente verificabili e quindi possono generare molte perplessità sulla loro attendibilità. Ma la possibilità che simili attacchi possano essere sferrati coinvolgendo dispositivi IoT è più che concreta.

 
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Pubblicato da su 24 ottobre 2016 in news

 

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Sostiene Snowden

L’ingresso di Edward Snowden nella famiglia WikiLeaks, anticipato nei giorni scorsi da Julian Assange, viene ora formalizzato dallo stesso Snowden con una dichiarazione pubblicata sul sito dell’organizzazione.

Dichiarazione da Edward Snowden a Mosca

Lunedi 1 luglio 21:40 UTC

Una settimana fa ho lasciato Hong Kong dopo che è apparso chiaro che la mia libertà e la mia sicurezza sono state sotto minaccia per aver rivelato la verità. Il mio attuale stato di libertà è dovuto agli sforzi di amici vecchi e nuovi, della mia famiglia, e di altri che non ho mai incontrato e probabilmente mai incontrerò. Ho messo la mia vita nelle loro mani e hanno trasformato quella fiducia in fede nei miei confronti, di cui sarò sempre grato.

Giovedì, il presidente Obama ha dichiarato di fronte al mondo che lui non avrebbe permesso “intrallazzi” diplomatico per il mio caso. Eppure ora viene riferito che, dopo aver promesso di non farlo, il presidente ha ordinato al suo vice presidente di fare pressione sui leader delle nazioni a cui ho chiesto protezione, per negare le mie suppliche di asilo.

Questo tipo di inganno da un leader mondiale non è giustizia, e nemmeno la punizione extralegale dell’esilio. Questi sono vecchi, brutti strumenti di aggressione politica. Il loro scopo è quello di spaventare, non me, ma chi potrebbe venire dopo di me.

Per decenni gli Stati Uniti d’America sono stati uno dei più forti difensori del diritto umano di chiedere asilo. Purtroppo, questo diritto, proposto e votato dagli Stati Uniti nell’articolo 14 della Dichiarazione universale dei diritti umani, ora viene respinto dal governo in carica nel mio Paese. L’amministrazione Obama ora ha adottato la strategia di usare la cittadinanza come arma. Nonostante non sia stato dichiarato colpevole di nulla, mi ha revocato unilateralmente il passaporto, lasciandomi apolide. Senza alcun provvedimento giudiziario, l’amministrazione ora cerca di impedirmi l’esercizio di un diritto fondamentale. Un diritto che appartiene a tutti. Il diritto di chiedere asilo.

Alla fine, l’amministrazione Obama non ha paura degli informatori come me, Bradley Manning o Thomas Drake. Siamo apolidi, reclusi o impotenti. No, l’amministrazione Obama ha paura di voi. Ha paura di una popolazione consapevole e arrabbiata che pretende il governo costituzionale che gli è stato promesso – e che tale dovrebbe essere.

Sono indomito nelle mie convinzioni e impressionato dagli sforzi compiuti da molti.

Edward Joseph Snowden

Lunedi 1 luglio 2013

A questa dichiarazione, WikiLeaks ha dato seguito con un comunicato di aggiornamento sulle richieste di asilo formulate da Snowden ad alcune nazioni, tra cui Austria, Bolivia, Brasile, Cina, Cuba, Finlandia, Francia, Germania, India, Irlanda, Italia, Nicaragua, Norvegia, Olanda, Polonia, Russia, Spagna, Svizzera e Venezuela, che si aggiungono a quelle già rivolte ad Ecuador e Islanda.

 
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Pubblicato da su 2 luglio 2013 in news

 

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