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Amazon Astro, il “follower” elettronico

Si chiama Astro ed è stato presentato ieri da Amazon come un simpatico robot domestico, che gira per casa come un cucciolo curioso, muovendosi grazie alle sue tre ruote e con la sua testa – uno schermo – con due occhioni che cercano di dargli espressività. In pratica è un Echo Show con il “dono” della mobilità, che in più può “obbedire” al comando di spostarsi verso una determinata posizione della casa e riconoscere una persona (che Astro può identificare con un sistema di riconoscimento facciale), per portarle un oggetto, oppure per interagire attivando videochiamate o ancora trasmettere avvisi e allarmi relativi a compiti di videosorveglianza.

Al netto del design – più simpatico che sofisticato – sono però emerse molte perplessità sul “prodotto”, evidenziate da Motherboard: l’importanza del riconoscimento facciale per il suo funzionamento è nel mirino di coloro che sono più attenti alla tutela della riservatezza dei dati personali (per gli amici, la privacy) e lo stesso vale per le informazioni che Astro raccoglie in merito al comportamento dell’utente. Soprattutto perché, a quanto pare, questo “cucciolo elettronico” soffre di alcuni “problemi di gioventù” tutt’altro che trascurabili.

Tra le funzionalità che avrebbero necessità di migliorie, se non di un upgrade di rilievo, ci sarebbe innanzitutto il sistema di riconoscimento delle persone (che analizza e memorizza i volti di ogni persona rilevata nell’ambiente in cui si trova), che sarebbe “decisamente difettoso” e renderebbe quindi non affidabili alcune caratteristiche, come le funzioni di videosorveglianza. Altri aspetti critici consisterebbero nella possibilità di identificare ostacoli o pericoli sul suo percorso, per la presunta incapacità di Astro di riconoscere correttamente una scala e, quindi, di muoversi con il banale rischio di cadere. Quindi, stando a quanto dicono su Motherboard, vede poco e rischia di fare danni.

Vedremo in seguito se Amazon sarà in grado di risolvere i dubbi (non di poco conto) sollevati. Per quanto riguarda le perplessità sulla riservatezza, non c’è nulla di nuovo o diverso da quanto scritto da me in un post di due anni fa, dal titolo: si chiamano assistenti vocali perché assistono.

Si chiamano assistenti perché assistono

 
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Pubblicato da su 29 settembre 2021 in news

 

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Google Home alla conquista del mondo

In Italia non arriverà subito, ma meglio essere pronti per quando sarà il momento: Google Home è già in procinto di raggiungere i mercati di alcuni paesi, al prezzo di 129 dollari. C’è un sistema di intelligenza artificiale alle spalle di questo smart speaker (ma soprattutto uno smart microphone), in grado di gestire i dispositivi connessi nell’ambito di una casa o di un ufficio, tramite comandi vocali, da impartire in modo naturale e – in futuro – personale, dato che è in fase di sviluppo una funzionalità che gli permette di capire chi sta parlando, riconoscendone la voce.

Avvertenza basata sul realismo: inserire Google Home a casa propria – ça va sans dire – significa aprire la propria abitazione ai server di Google, pronti ad ascoltare tutto ciò che si potrà sentire. Verosimilmente, all’ascolto seguirà una registrazione e un’elaborazione dei dati acquisiti attraverso questo nuovo canale. Il machine learning consentirà al sistema di raffinare le proprie prestazioni e migliorare la propria efficienza.

 
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Pubblicato da su 7 ottobre 2016 in news

 

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Google entrerà nelle nostre case. Senza bussare

DropCam-PRO_Front_72dpi[1]A inizio anno Google aveva messo le mani su Nest Labs per 3,2 miliardi di dollari. Ora è disposta a sborsare 555 milioni di dollari per Dropcam (nell’operazione, però, l’acquisitore risulta essere proprio Nest Labs).

Nest Labs si occupa di rilevatori e termostati controllati in rete, Dropcam è sul mercato dei sistemi di sorveglianza tramite telecamere e sensori di movimento. Le due operazioni sembrano complementari e dimostrano l’interesse di Google per la domotica e la sicurezza domestica. Guardando il tutto un po’ più dall’alto, appare sempre più evidente che l’obiettivo del gruppo sia un ulteriore allargamento del mercato, naturalmente in settori di particolare interesse per gli utenti, che presto potrebbero essere in grado di utilizzare soluzioni targate Google per sorvegliare e controllare la propria abitazione – con i dispositivi che vi sono installati – da smartphone e tablet.

Di termostati e telecamere abbiamo già parlato, è noto a cosa servano, ma è da capire che potenzialità offrono in termini di raccolta e trasmissione di informazioni. Ma anche i rilevatori di fumo di Nest Labs sono in grado di rilevare e comunicare dati utili ad elaborare statistiche, così come i Tabs di Dropcam. Pertanto non è inverosimile pensare che a Google – ormai leader nell’attività di profilazione degli utenti a scopo di marketing e pubblicità – possano interessare i dati raccolti a casa nostra da questo tipo di dispositivi.

 
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Pubblicato da su 24 giugno 2014 in news

 

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La butto lì…

Google rileva Nest e mira alla domotica. Pronti alle case intelligenti con comando vocale, magari mediato da Android?

 
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Pubblicato da su 14 gennaio 2014 in business, tecnologia

 

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Microsoft pensa alla domotica

R2Control

R2 Studios, una società americana che si occupa di home automation nata neppure due anni fa, è stata acquisita da Microsoft dopo alcune trattative (che hanno coinvolto anche Apple e Google). In un articolo della scorsa settimana, il Wall Street Journal spiega che il fondatore Blake Krikorian (conosciuto per aver dato vita a Sling Media e fresco dimissionario dal board di Amazon) farà parte di un team di sviluppo presso l’azienda di Redmond, che da Krikorian ha rilevato i brevetti di alcune tecnologie di controllo per dispositivi elettronici.

R2 Studios è nota per R2 Control for Crestron, un’applicazione che offre ai device Android funzionalità di controllo per sistemi di domotica. Una prospettiva verosimile sarebbe quindi quella di vedere, in futuro, un’applicazione dello stesso tipo su Windows Phone, se non addirittura una piattaforma Microsoft (un’evoluzione della XBox, di Kinect, o di entrambe) che possa integrare intrattenimento domestico e domotica.

 
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Pubblicato da su 7 gennaio 2013 in Life, Mondo, news, tecnologia

 

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