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Messaggi alla nazione via diretta Facebook. A quando su Instagram e TikTok? E tutti gli altri, niente?


Perplessità sparse sulla conferenza stampa diretta Facebook del presidente del Consiglio Giuseppe Conte andata in onda ieri sera alle 23.25 circa.

Feedback sulla comunicazione: perché il presidente del consiglio deve diffondere un “messaggio alla Nazione” attraverso la propria pagina Facebook, anziché utilizzare i canali istituzionali? Palazzo Chigi ha proprie pagine sui social network (anche su YouTube), per quale necessità Rai e altri canali di Stato (anche web) devono trasmettere una comunicazione istituzionale rilanciando una diretta partita dalla pagina privata “GiuseppeConte64” in un social network? Perché questo è ciò che è avvenuto, e non il contrario. Si vuole affidare a Facebook il ruolo di veicolo della comunicazione di Stato? Un social network che ha come attività il tracking dei propri utenti? Sia chiaro, non c’è nulla di eccepibile nell’utilizzo dei social network come veicolo del messaggio, che anzi si rivelano efficaci nell’intercettare un pubblico solitamente lontano dalle istituzioni, ma originare il messaggio da quella pagina privata è una caduta di stile istituzionale. La differenza per il pubblico è impercettibile, per cui perché non salvaguardare il principio del canale istituzionale come fonte primaria?

Feedback sui contenuti: diffusa incertezza su quanto illustrato. Quali sono le attività ritenute essenziali e, di conseguenza, quali non lo sono e sono soggette a chiusura? Il dubbio dovrebbe essere sciolto rendendo noti i settori che possono rimanere aperti in base ai codici ATECO (la classificazione delle attività economiche), ma finché il decreto non viene pubblicato l’informazione è monca. Era necessaria un’edizione straordinaria del TG1 per rilanciare una diretta Facebook dal contenuto approssimativo, da definire nelle ore successive e con entrerà in vigore probabilmente due giorni dopo? Un comunicato alle agenzie di stampa sarebbe stato sufficiente.

E qui si torna a questioni di opportunità. Onde evitare ogni alea, la prassi ha sempre seguito la logica: un provvedimento di legge va annunciato una volta che è stato definito (e, al massimo, si trova in corso di pubblicazione). In questo caso – e non è la prima volta – si è preferito annunciare in anticipo il sommario delle aree di intervento di una norma ancora in corso di redazione, dando adito ad ipotesi e previsioni, che però richiedono conferma. Nel frattempo gli organi di informazione pubblicano anticipazioni e speculazioni. Una volta pubblicata la norma, pubblicano articoli, che possono confermare o confutare le anticipazioni. Queste però rimangono pubblicate online. Risultato: confusione generale nella cittadinanza.

La sensazione, visto anche il canale comunicativo scelto, è che l’obiettivo di questi messaggi sia più che altro emozionale e mediatico.
 
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Pubblicato da su 22 marzo 2020 in comunicazione, news

 

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Welcome on Twitter, @equitalia_it

EquitaliaTwitter

Equitalia ha annunciato ieri di aver aperto un proprio account su Twitter (unico canale ufficiale della società presente sui social media), che si aggiunge al nuovo sito web istituzionale. Il debutto è stato salutato con un coro di tweet, anche di benvenuto, a cui hanno fatto seguito altri non proprio benevoli che, verosimilmente, non hanno considerato con grande attenzione i contenuti della social media policy del gruppo, che correttamente dice:

Tutti gli utenti potranno esprimere la propria opinione nel rispetto degli altri; ognuno è responsabile di ciò che pubblica.

Tutti coloro che vorranno smentire eventuali contenuti sono pregati di accompagnare le proprie esternazioni con collegamenti a fonti di informazioni o attendibili. Siamo aperti a tutte le opinioni specialmente quando sono accompagnate da fatti verificabili.

Inoltre, per la tutela della privacy degli utenti, suggeriamo di non pubblicare dati personali (email, numero di telefono, codice fiscale etc.)

Seguire un account Twitter o inserirlo in liste di interesse non significa condividerne la linee di pensiero; lo stesso vale per i retweet, per i tweet preferiti e per i messaggi presenti sull’account pubblicati dagli utenti.

Tutte le offese rivolte a Equitalia, o a persone afferenti al Gruppo, verranno raccolte e comunicate direttamente agli uffici competenti che valuteranno se e come intervenire.

Per quanto riguarda la moderazione, la policy specifica inoltre che “la gestione dell’account avviene dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18. Al di fuori di questi orari e nei giorni festivi il presidio non è garantito”. Anche l’orario indicato è assolutamente normale e specificarlo non è superfluo come potrebbe apparire, perché va a completare l’opportuna informativa diretta agli utenti.

Uomo avvisato mezzo salvato, dunque, soprattutto per quanto riguarda l’approccio da tenere nelle comunicazioni. E in realtà non c’è altro, perché Twitter verrà utilizzato come canale informativo. Le presenze web che richiedono attenzione, circospezione e consapevolezza sono altre.

P.S.: nulla vi vieta di eliminare da Twitter la foto del vostro yacht battente bandiera delle Cayman, comunque 😀

 
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Pubblicato da su 5 febbraio 2015 in news, social network

 

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