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Giornata Europea della Privacy. E quindi?

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Oggi la Giornata Europea della Privacy è stata trattata – in coerenza con il suo tema – con grande riservatezza. Ma come avrebbe potuto essere celebrata? Con iniziative focalizzate a sensibilizzare tutti sul fatto che oggi, più che mai, le nostre informazioni personali, che abbiamo il diritto di proteggere dall’invadenza altrui, sono estremamente vulnerabili.

Mentre a Roma il nostro Garante della Privacy ospita un convegno intitolato “Il pianeta connesso. La nuova dimensione della privacy”, il Guardian ci spiega che il nuovo piano antiterroristico approntato dalla Commissione UE prevede la raccolta e la memorizzazione di 42 differenti tipi di dati personali relativi a chi viaggia in aereo su voli da o per l’Europa (dati anagrafici, informazioni relative al viaggio, ma anche “all forms of payment information”, “general remarks” nonché “any collected advanced passenger information system information”).

Ancora nessuno dei promotori istituzionali, però, nemmeno nella (o a partire dalla) giornata che hanno dedicato alla protezione dei dati personali, mette in guardia i cittadini europei sulle possibili violazioni a cui tutti vanno quotidianamente incontro, ne’ sulle soluzioni da adottare per avere maggiore tutela.

Qualche spunto – molto superficiale e per nulla esaustivo – che riguarda il mondo digitale:

  • Quante volte vi è stato raccomandato di non spedire un messaggio e-mail con molti destinatari in chiaro per non diffondere informazioni altrui senza consenso?
  • Vi hanno mai fatto notare che, in un gruppo WhatsApp, il vostro numero telefonico viene liberamente diffuso a terzi e potrebbe quindi finire anche sotto gli occhi di qualche utente da voi non tollerato?
  • Siete capaci, in Facebook, di impostare il vostro account mantenendo sotto controllo chi può vedere ciò che pubblicate?
  • In Internet, se effettuate un pagamento online, siete certi di utilizzare un servizio basato su server sicuro?
  • Sapete riconoscere un messaggio e-mail fraudolento mirato a carpire i vostri dati di accesso a conto corrente bancario, account della carta di credito o altri servizi finanziari?
  • Sapete che spesso i concorsi online hanno lo scopo di promuovere un prodotto o un servizio, e nel contempo di raccogliere i dati personali degli utenti che vi partecipano?
  • Siete consapevoli che buona parte dello spam che ricevete tramite e-mail, ma anche delle telefonate promozionali che ricevete, è frutto di un consenso che avete accordato a qualcuno mentre inserivate i vostri dati personali?
  • Qual è l’utilizzo che un supermercato può fare della vostra tessera fedeltà?
  • Perché su Internet vedo banner pubblicitari sull’ultimo prodotto di marca XYZ (e simili) proprio dal giorno dopo in cui ho cercato in Internet notizie sui prodotti di marca XYZ?
  • Come fa Google a far comparire nel suo doodle gli auguri di buon compleanno proprio nel giorno in cui lo festeggiate?

Se non sapete dare una risposta (o una spiegazione) ad almeno una di queste domande, che rappresentano semplici esempi quotidiani, significa che non siete stati efficacemente sensibilizzati sulla tutela della vostra privacy. E quindi, per chi organizza la Giornata Europea della Privacy, c’è ancora tanta strada da fare…

 
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Pubblicato da su 28 gennaio 2015 in security, telefonia

 

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Governo completo, adesso si vedrà qualcosa anche sulle strategie digitali. Vero?

Sciolte anche le riserve su vice-ministri e sottosegretari, il governo Monti proseguirà il suo cammino al completo. Interessante la sottolineatura dell’amico Ferd sull’assenza di un ministro, vice ministro o sottosegretario con delega “a Internet” e su un possibile e plausibile fraintendimento:

Non tragga in inganno l’incarico “Informazione e Comunicazione” assegnato a Paolo Peluffo, sottosegretario alla presidenza del consiglio: consulente del presidente del Consiglio per il 150º anniversario dell’unità d’Italia, nel suo curriculum vitae spiccano incarichi quali consigliere della Corte dei Conti, giornalista, capo dell’ufficio stampa di Palazzo Chigi con il Governo Ciampi (1993). Nel 1999 è stato nominato, sempre da Ciampi ma in veste di Presidente della Repubblica, “Consigliere per la Stampa e l’Informazione” del Presidente e si è dedicato al rilancio dell’identità nazionale, delle ritualità civili della Repubblica, della conservazione della memoria storica. L’incarico attuale potrebbe consistere in una prosecuzione di tale attività.

Chiarito che Paolo Peluffo non si occuperà di strategie digitali, se non dandone informazione sul fronte istituzionale, rimarrà la delusione di tutti coloro che auspicavano l’introduzione di un Ministro ad Internet. Ciò non deve significare che questo esecutivo eluderà la necessità di dare al Paese una strategia digitale: è semplicemente inverosimile pensare che questo governo non farà nulla per seguire l’agenda digitale europea, ignorando le indicazioni e i rimproveri di Neelie Kroes, commissario europeo per l’agenda digitale.

Se in Europa c’è un commissario europeo dedicato a questi argomenti, il governo non può che farli propri. Anche perché – come ricorda la stessa Kroes – non ci si può permettere di ignorare i benefici dello sviluppo della Rete e della banda larga: ”Aumentare la penetrazione del 10% puo’ corrispondere ad un aumento della crescita tra lo 0,9% e l’ 1,5%”.

L’Italia deve progredire su questo fronte per il proprio bene economico, altrimenti si darà ragione alle convinzioni di coloro che vedono la Rete come un passatempo e poco più. Non dimentichiamoci che, nel mondo, tra i Paesi che al 2010 avevano già (o stavano sviluppando) programmi e strategie sul digitale, l’Italia non figurava proprio (fonte).

 
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Pubblicato da su 29 novembre 2011 in Internet, istituzioni, Mondo, news, News da Internet, tecnologia, TLC

 

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