Parcheggi a Milano, Coronavirus e iPhone sono stati gli argomenti più gettonati ieri su questo blog, almeno stando ai contatti rilevati su due post:
- Milano, c’è parcheggio? Online i posti disponibili (ma non tutti lo sanno) – pubblicato il 15 aprile 2015, solamente ieri ha raggiunto 4.739 visualizzazioni;
- Effetti collaterali del Coronavirus, Apple venderà meno iPhone – pubblicato il 18 febbraio 2020 (cioè ieri), ha sfiorato quota 3mila visualizzazioni.
Ovviamente non mi stupisco che alcune parole chiave siano più attraenti di altre, soprattutto se legate ad argomenti di attualità (il Coronavirus e l’Apple iPhone, smartphone iconico di cui è atteso un nuovo modello “economico”). Ma se su un post di cinque anni fa il livello di attenzione si mantiene alto, significa che l’argomento è ancora attuale e di interesse pubblico. E indubbiamente, in una città come Milano, la situazione dei parcheggi interessa a moltissime persone. E devo dire che il post in questione, al netto del picco di ieri e del giorno precedente, mantiene sempre una quota di contatti interessanti:
Se posso accorgermene io, sicuramente può rendersene conto anche chi si occupa di rilevare visite e visualizzazioni del sito web del capoluogo lombardo, a cui approderanno molti visitatori. Il problema è che l’utilissimo portale muoversi.milano.it varato nel periodo di Expo 2015, che forniva proprio le ricercatissime informazioni sulle disponibilità in tempo reale dei parcheggi di interscambio Milano, non c’è più.
Ignoro i motivi per cui quelle informazioni non siano più pubblicate, ma – dal consenso che riscuote l’argomento – deduco che il loro ritorno sarebbe un servizio molto apprezzato. A conforto di questa convinzione ci sono i risultati che un motore di ricerca come Google restituisce se si prova a cercare “parcheggi disponibili a milano”, da cui emerge il post che vi ho indicato:
Non sarebbe male se il servizio informativo sulla disponibilità dei parcheggi di interscambio venisse ripristinato dal Comune di Milano (o dall’ATM). Io ho chiesto informazioni. Appena ne so di più vi faccio sapere…
Non è un Paese per Internet
Ai molti che, da qualche tempo a questa parte, osservano con sospetto e diffidenza Twitter, Facebook e altri servizi Internet che necessiterebbero di una regolamentazione specifica per arginare minacce, insulti, calunnie, diffamazioni e turpiloquio in genere espressi via web, vorrei ricordare che esistono già leggi in materia valide per chiunque, che non discriminano tra scritte sui muri, lettere anonime e commenti sui blog, e che il reo di questi misfatti è più facilmente identificabile se li pone in essere su Internet (mentre scritte sui muri e lettere anonime rendono molto più complesso risalire all’autore).
Dietro al cosiddetto mondo virtuale di Internet ci sono persone in carne ed ossa, che compiono azioni reali di cui sono responsabili indipendentemente dallo strumento che utilizzano. La Rete può essere vista come uno strumento di comunicazione, o come un luogo. Entrambe queste concezioni sono estranee al concetto di responsabilità.
Osservando la stampa internazionale, possiamo constatare che questa tematica è dibattuta praticamente solo in Italia. Il problema non è che solo gli italiani se ne preoccupano, il problema è il fatto stesso che qualcuno pensi ad una regolamentazione specifica, senza comprendere che le leggi vanno applicate e fatte rispettare.
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Pubblicato da db su 13 maggio 2013 in news
Tag: blog, calunnia, censura, commenti, diffamazione, facebook, social network, turpiloquio, twitter