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Google prova a lanciare il font universale (e a superare Unicode?)

Noto è il nome di un nuovo font presentato da Google e realizzato in collaborazione con Monotype nell’ambito di un progetto durato cinque anni: potrà essere utilizzato per la maggior parte delle lingue e degli alfabeti del mondo, risolvendo i problemi di incompatibilità dei caratteri speciali che possono generare testi con fastidiosi simboli sostitutivi rettangolari (esempio: ), soprannominati Tofu perché richiamano visivamente del pezzi di Tofu (non per tutti: per me sono sempre stati degli asettici quadrettini). Il font viene reso disponibile con licenza Open Font License ed è liberamente scaricabile e utilizzabile senza limitazioni:

Oltre a risolvere l’annoso e sentito disagio dato dal Tofu problem, Noto permetterà a Google di diffondere i suoi servizi anche a utenti di Paesi che utilizzano lingue e alfabeti poco diffusi. Alla nuova famiglia di font (un pacchetto da 472,6 MB), tuttora in evoluzione, appartengono finora 110.000 caratteri differenti e utilizzabili in oltre 800 lingue e 100 alfabeti, coprendo praticamente ogni simbolo riconosciuto a livello Unicode (e forse puntando a superarlo nel ruolo di standard). Verosimilmente Noto potrebbe comunque essere il protagonista grafico del nuovo Andromeda OS, il sistema operativo in cui dovrebbero confluire le voluzioni di Android e Chrome OS.

 
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Pubblicato da su 10 ottobre 2016 in news

 

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Nano-SIM, approvate come nuovo standard

Con un comunicato pubblicato in data 1 giugno, l’ETSI (European Telecommunication Standards Institute) rende nota l’approvazione di un nuovo formato di SIM per la telefonia mobile.  In virtù delle loro ridottissime dimensioni, inferiori del 40% rispetto al più piccolo formato oggi esistente, potranno essere utilizzate in nuovi dispositivi mobili oggi in progetto.

I formati esistenti – e utilizzati – finora erano tre: la SIM full-size è quella che ha dimensioni vicine a quelle di una carta di credito, e che veniva infilata nei cellulari di grandi dimensioni in uso una ventina di anni fa. Il formato oggi più utilizzato – un ritaglio molto ridotto della versione full-size – corrisponde alla Mini-SIM (che proprio per la sua diffusione viene oggi chiamata SIM), le cui dimensioni sono idonee agli alloggiamenti previsti anche da apparecchi di piccole dimensioni. Il terzo formato è la Micro-SIM, il cui utilizzo è iniziato con iPhone 4 e iPad, per poi proseguire con altri smartphone (alcuni Nokia e Sony Xperia di ultima generazione, l’HTC One X e il nuovo Samsung Galaxy SIII). I tre formati hanno una sola misura in comune, lo spessore pari a o,76 mm.

Quello approvato nei giorni scorsi dall’ETSI è dunque un formato di dimensioni ancora inferiori (12,3 x 8,8 mm), che grazie al suo ridotto spessore (0,67 mm) troverà impiego in nuovi apparecchi per la telefonia mobile, che potranno essere ancor più sottili e avere un design sempre più light. Qualcuno potrebbe persino arrivare a pensare di impiantarsi una di queste SIM sotto pelle: se c’è chi ha provato a farsi un piercing tecnologico con i supporti per potersi portare al polso l’iPod senza cinturino, l’ipotesi non è così inverosimile.

 
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Pubblicato da su 4 giugno 2012 in cellulari & smartphone, tecnologia

 

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