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Fazio fa uno spot? Boom!

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La scelta di Fabio Fazio – in quanto giornalista pubblicista – di fare da testimonial di TIM in apparente contrasto con la Carta dei doveri del Giornalista non dovrebbe fare notizia, ne’ suscitare particolare clamore: la polemica è plausibile e non si tratta del primo episodio, vista la partecipazione precedente dell’interessato ad altri spot (per un detersivo e per il gioco del lotto) in seguito ai quali non risulta siano stati provvedimenti disciplinari, ma si tratta di una classica vicenda all’italiana in tutti i sensi, a cui si allinea anche il fatto che Fazio abbia informato l’Ordine dei Giornalisti chiedendo “di essere cancellato dall’albo in caso di incompatibilità”, prestando la propria immagine alla campagna TIM prima di ricevere una risposta dall’Ordine e dal Consiglio di Disciplina.

La questione è seria, ma in realtà si ridimensiona molto se si alza lo sguardo e si considera che la polemica è stata sollevata nel contesto di una quantomeno discutibile qualità dell’informazione offerta dalla stampa negli ultimi tempi, dove nel panorama del giornalismo – cartaceo, online, radiofonico e televisivo – non è raro trovare servizi e notizie su commissione, o informazioni distorte perché scritte in modo approssimativo e frettoloso, quando non volutamente subdolo e fazioso, configurand talvolta veri e propri abusi dello strumento di informazione.

Al netto della questione relativa all’opportunità di abolire l’Ordine dei Giornalisti, evidentemente il problema da analizzare è più ampio, perché se è vero che esiste una regola è altrettanto vero che debba essere rispettata e che, in caso di violazione, sia necessario prendere provvedimenti. Leggendo le carte deontologiche (un insieme di normative valido anche dal punto di vista etico a cui chi si occupa di informazione dovrebbe fare riferimento, indipendentemente dall’iscrizione all’OdG), a qualcuno potrebbero venire alla mente altri casi che meriterebbero uguale o maggior attenzione.

Ma se tutti i giornalisti seguissero scrupolosamente quelle carte, vivremmo in un mondo dell’informazione perfetto, in cui sarebbe legittimo lamentarsi di un giornalista che fa pubblicità, o di un non giornalista che fa interviste in TV. Tra l’altro è curioso constatare che, se Fazio abbandonerà l’OdG e continuerà a farne, si porrà professionalmente sullo stesso piano di Barbara D’Urso, criticata proprio perché intervistando svolge attività giornalistica senza essere iscritta all’Ordine.

 
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Pubblicato da su 18 gennaio 2016 in news

 

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Social liking

Io non so se – nell’era dei social network – il consenso si misura con i Like (o “mi piace”), ma mi limito ad osservare che la querelle a cui molti di noi hanno assistito ieri tra Massimo Russo (che da qualche settimana è il nuovo direttore di Wired Italia) e Riccardo Luna (che ha occupato quella stessa poltrona fino a due anni fa) ne ha mossi parecchi: the day after, alle ore 8, la lettera aperta scritta da Russo a Luna ha superato i 1.500 like, la risposta di Luna a Russo ne conta circa 340.

Considerando la visibilità e notorietà dei due personaggi, mi sembra un risultato sorprendente.

 
2 commenti

Pubblicato da su 26 luglio 2013 in Life, media, Mondo, social network

 

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