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Internet e minori: l’età minima aiuta, ma non basta

La notizia drammatica della morte di una bambina per una sfida su TikTok, una delle tante challenge diffuse tramite social network, riporta l’attenzione pubblica sull’utilizzo di smartphone e tablet connessi a Internet da parte di minori e si assiste a richieste di introdurre per legge un’età minima per poterne usufruire, ma è bene premettere un dato di fatto: esiste già. E già da questo capiamo che non è una soluzione sufficiente.

L’età minima è stata stabilita per i servizi della “società dell’informazione” (connessione Internet, social network, servizi di messaggistica, eccetera): il Regolamento Europeo sulla Protezione dei Dati Personali (GDPR) indica 16 anni, lasciando però facoltà agli Stati UE di abbassare il vincolo di età (comunque mai al di sotto dei 13 anni). Avvalendosi di questa facoltà, l’Italia ha fissato l’età minima a 14 anni. In ogni caso, dai 13 anni l’iscrizione non è vietata, ma deve essere subordinata al consenso di genitori o tutori, chiamati ad esercitare una necessaria supervisione, oltre che a rispondere di eventuali condotte non adeguate. C’è anche un età minima per avere un’utenza cellulare, che è 8 anni, ma anche per questo serve il consenso di genitori e tutori che se ne assumono la responsabilità, dal momento che l’art.97 del Codice Penale stabilisce che “non è imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, non aveva compiuto i quattordici anni”.

Quindi, ricapitolando: a 8 anni è possibile disporre di un telefono cellulare, utilizzabile per le telefonate. Dai 13 anni, con consenso dei genitori, è possibile accedere a servizi Internet, a cui è possibile iscriversi liberamente dal compimento dei 14 anni. Queste sono le regole che vengono evidentemente ignorate, come vengono aggirati i termini di utilizzo definiti dalle aziende che gestiscono i servizi, quando un bambino di 12 anni (o meno) è dotato di smartphone di ultima generazione con connessione Internet e iscrizione ai social network, effettuata dichiarando un’età non veritiera. E’ sicuramente possibile introdurre ulteriori “paletti” a livello tecnologico per rafforzare i meccanismi di controllo dell’età, onde evitare che un social network pensato per adolescenti o adulti sia accessibile ai bambini ed è auspicabile che le aziende del settore si muovano in questa direzione, ma anche questa non sarà mai una soluzione definitiva, perché la tecnologia non può risolvere tutto: applicazioni di controllo come Family Link possono essere di ulteriore aiuto, ma gli unici a fare davvero la differenza siamo noi.

Ciò che va considerato e messo in primissimo piano è la necessità di essere il più possibile a fianco dei minori per non far mai mancare quella vicinanza e quel supporto che permettono, con il tempo, di maturare la consapevolezza delle proprie azioni e dei rischi a cui possono andare incontro isolandosi in una sfera virtuale, in cui sono soli anche nell’illusione di mantenere un contatto (superficiale) con tantissime persone. Affidare uno smartphone o un tablet a un figlio deve essere una scelta consapevole di tutto ciò che questa responsabilità comporta e non può essere limitata alla spinta del confronto sociale trasmesso dal “ce l’hanno anche gli altri”, men che meno dalla presunta necessità di dargli uno strumento di intrattenimento per “tenerlo tranquillo”. Sicuramente è più semplice dirlo che concretizzarlo, ma non bisogna mai demordere.

 
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Pubblicato da su 22 gennaio 2021 in news

 

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Obama vieta Facebook alle figlie (e allora? Fa bene)

La notizia del divieto di iscrizione a Facebook  deciso da Barack Obama per le proprie due figlie mi sembra un argomento abbondantemente sopravvalutato dai media.

In primo luogo perché la figlia minore – che ha dieci anni – non potrebbe nemmeno iscriversi, dato che Facebook, nel rispetto della legge federale, impone il requisito dell’età minima di tredici anni compiuti. Certo, questo limite può essere aggirato semplicemente dichiarando il falso (e da una ricerca al riguardo è emerso che più della metà dei minori di tredici anni che si sono iscritti lo hanno fatto con la collaborazione dei genitori), ma dalla famiglia del Presidente degli Stati Uniti è lecito attendersi un comportamento esemplare, ossia di esempio.

In secondo luogo, credo che dalla famiglia del Presidente degli Stati Uniti sia semplicemente ovvio attendersi una certa cautela in materia di condivisione di informazioni personali. Non penso al rapporto tra utilizzo di Facebook e rendimento scolastico (da un recente studio di Reynold Junco emerge infatti che utilizzano il social network per condividere informazioni e relazionarsi con altre persone ottengono risultati migliori di coloro che si limitano ad aggiornare il proprio status), ma alle verosimili implicazioni in materia di sicurezza: evitare la pubblicazione di commenti e foto che riguardano vita privata, spostamenti, incontri e altri avvenimenti (che potrebbero avere risvolti non immediatamente percepibili) è semplicemente saggio, dal momento che ci sono dei rischi anche laddove i genitori esercitano un controllo.

In realtà la notizia sembra avere un altro obiettivo. Perché renderla “notizia”, ossia perché Barack Obama ha voluto rendere pubblico il fatto di aver impedito alle proprie figlie di iscriversi a Facebook? Io credo abbia voluto trasmettere un messaggio, diretto ai genitori americani e non, una sorta di esortazione all’educazione alla responsabilità e alla consapevolezza. C’è anche la possibilità che abbia voluto trasmettere un’immagine di rigore da buon padre di famiglia, che può solo giovare In questa notizia non serve spingersi a leggere una doppia morale: è vero che Obama, sia durante che dopo la sua campagna elettorale, ha sempre fatto largo uso di Internet e dei social network come strumento di comunicazione per raggiungere anche la popolazione più attenta alle nuove tecnologie, ma questo non significa l’inesistenza di limiti ragionevoli entro i quali muoversi.

 
Commenti disabilitati su Obama vieta Facebook alle figlie (e allora? Fa bene)

Pubblicato da su 19 dicembre 2011 in Internet, news, privacy, social network

 

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