Il comunicato sindacale pubblicato oggi dall’assemblea dei giornalisti Conde’ Nast su Wired.it non lascia scampo:
- La periodicità del cartaceo passerà da dieci numeri l’anno a due, da affidare completamente a service esterni.
- Sei dei 12 giornalisti della redazione (il 50%) sono considerati esuberi.
- Al momento la redazione confermata sul progetto Wired Italia è, quindi, formata da sei giornalisti (di cui uno part-time).
Esprimo solidarietà ai giornalisti che dovranno lasciare Wired, ma anche – per motivi diversi – a chi resterà (non è facile rimanere in una realtà che ridimensiona le proprie risorse).
Dubbio di altro tenore: chi si è abbonato sottoscrivendo una (o due) annualità riceverà 12 numeri in sei anni (o 24 in dodici anni)?
Note:
“La carta non muore” viene dalle parole di Felice Usai (deputy managing director di Condé Nast Italia, editore di Wired, che due mesi fa, in un’intervista al Corriere della Sera, disse “Il digitale ci salverà, ma la carta non muore”).
“Il futuro è digitale” viene da una più datata affermazione di Nicholas Negroponte, che con Louis Rossetto ha fondato Wired nel 1993. Avevo già avuto modo di ricordarla all’esordio dell’edizione italiana nel 2009.