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Luxottica, a settembre ci fu anche un data breach

22 Ott

21 settembre: i media parlano di un attacco hacker alla Luxottica, con conseguente blocco della produzione nelle sedi Agordo e Sedico (BL). L’azienda – riferisce una nota sindacale Femca-Cisl – dichiara di aver subito un “tentativo mosso dall’esterno di entrare negli apparati informatici Luxottica”. Un attacco ransomware che però, riporta la stessa nota, sarebbe riuscito solo in parte perché le misure di protezione avrebbero retto, non si sarebbe verificato alcun data breach e il blocco della produzione sarebbe stato la conseguenza di una disconnessione precauzionale dei server.

20 ottobre: un tweet di Odisseus, un ricercatore indipendente, svela che Nefilim – un gruppo criminale – ha diffuso sul dark web ben 2 GB di dati dell’azienda veneta, pubblicando una dichiarazione che si conclude così:

Sembra che i consulenti per la sicurezza non sappiano fare il loro lavoro, o che sia stato chiesto loro da Luxottica di mentire per loro. Luxottica sapeva che il breach era avvenuto e ha ricevuto le prove

Oggetto del breach, informazioni sulle risorse umane e sul settore finanziario. La rivelazione spazza via tutte le minimizzazioni diffuse a settembre e fa apparire uno scenario per nulla rassicurante. A farne le spese non è solo Luxottica, che è parte lesa per il danno patrimoniale derivante dall’attacco e dal blocco della produzione, ma anche per questioni di immagine e, forse, di business. Ma le prime vittime di questa violazione sono tutte le persone i cui dati personali – e probabilmente anche sensibili – sono stati pubblicati.

 
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Pubblicato da su 22 ottobre 2020 in security

 

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