Quando una piattaforma tecnologica sembra funzionare, Mark Zuckerberg inizia a puntare i piedi e a volerla acquistare per inglobarla nella famiglia Facebook. Era accaduto con Instagram, si è ripetuto con WhatsApp e con Oculus. Ora – stando a quanto riferisce il New York Times – sarebbe il turno di Clubhouse, il social network “solo audio”, che sta acquistando popolarità mondiale grazie all’ingresso – registrato nei giorni scorsi – di vari nomi illustri (tra cui Elon Musk, ma anche personaggi come Drake, Tiffany Haddish e Jared Leto), che hanno contribuito a solleticare l’interesse di molti investitori. Clubhouse sarebbe però nel mirino anche di Twitter: entrambi i gruppi, infatti, avrebbero in cantiere soluzioni concorrenti (quella a cui sta lavorando Twitter si chiamerebbe Spaces).
Che l’evoluzione dei social network vada in questa direzione? Possibilissimo. Nel frattempo, però, l’impegno al rispetto degli utenti e delle loro informazioni personali deve essere mantenuto e il fatto che il “pioniere” Clubhouse, nelle proprie condizioni d’uso, non abbia previsto nessuna conformità alle regole previste dal GDPR lascia aperti ancora molti dubbi, insieme a quelli dei possibili utilizzi dei contenuti delle conversazioni. Ma è ormai certo che presto ne sentiremo parlare nuovamente.
Anziché fermarsi al lato social, i big potrebbero però guardare oltre e in altre direzioni, ad esempio verso una declinazione più social di soluzioni come Robinhood, la piattaforma di trading senza intermediazione, destinata ai piccoli investitori interessati alle criptovalute o a pacchetti di titoli quotati a Wall Street, gratuita per chi sceglie di sorbirsi inserzioni pubblicitarie, a pagamento per chi preferisce abbonarsi. Ma in entrambe le versioni rischiosa, per chi si avventura da solo in operazioni finanziarie senza alcun supporto. Questa è una boutade provocatoria ovviamente, ma non è detto che il futuro di questo settore non contempli questa possibilità.