RSS

Parole dette a caso

02 Ago

Ieri il Sun ha pubblicato un articolo, dando spazio al pensiero di sir Elton Hercules John, intitolato Why we must close the net (Perché dobbiamo chiudere la rete), che sta suscitando un polverone alquanto sproporzionato.

L‘EltonJohn-pensiero è espresso in modo nitido e categorico: con Internet la gente ha smesso di uscire di casa e socializzare, Internet sta distruggendo la buona musica, scendiamo in strada a marciare e protestare invece di starcene seduti a scrivere blog. Sembrerebbe quasi una riflessione sociologica. La frase che ha però suscitato maggior clamore è questa:

Sono convinto che sarebbe un incredibile esperimento spegnere l’intera Internet per cinque anni e vedere quale sorta di arte sarebbe prodotta in quel periodo.

Integralismo? Chiusura mentale? La proposta di chiudere Internet per cinque anni sembra suscitare interesse, al punto che il Corriere dedica all’argomento un utilissimo sondaggio (sto citando il sarcasmo di Mantellini), ma cosa spinge il cavaliere Elton John, (nato come Reginald Kenneth Dwight) a muoversi contro la rete?

Paura che Internet uccida il mercato? Forse sì, forse no: il concerto dato al Madison Square Garden di New York in occasione del suo 60esimo compleanno è stato trasmesso in streaming su Internet e qualche mese fa il cantante ha annunciato che l’intero catalogo delle sue produzioni precedenti sarebbe stato disponibile in download. Dunque lui e (soprattutto) la sua casa discografica sono consapevoli delle opportunità e delle potenzialità di business offerte dalla Rete…

Paura che l’arte perda qualità, dato che la capillarità di Internet permette a cani e porci di offrire la propria musica al vasto pubblico? Può darsi, ma sir Elton John è davvero così idealista? Sempre sul Sun si legge:

Le vendite dell’ultimo album di Elton, The Captain & The Kid, sono state deludenti – ha venduto a mala pena 100.000 copie.

Forse è poco rilevante il fatto che, in passato, sir Elt abbia osteggiato il download illegale della propria musica dalla rete. Forse è più rilevante il problema dei numeri che l’ultimo album non è riuscito a muovere. E forse questa boutade, che in realtà non ha nulla di sociologico, è solamente un modo come un altro per creare una cassa di risonanza. In parte è servita: io ad esempio non sapevo nemmeno dell’esistenza dell’ultimo album di Elton John. Ma non sarò il prossimo ad acquistarlo. E nemmeno lo scaricherò da Internet.

Detto questo, a mio avviso non c’è nulla di negativo in una Rete che permette a chiunque di esprimere la propria creatività e raggiungere un pubblico potenzialmente mondiale. Sulla scena di Internet c’è posto per tutti. Ma qualcuno ancora non se n’è reso conto.

 
3 commenti

Pubblicato da su 2 agosto 2007 in Mondo, news

 

Tag: , ,

3 risposte a “Parole dette a caso

  1. Reginaldo

    2 agosto 2007 at 12:31

    Scusate l’arroganza, ma ho 60 anni e non riesco piu’ a sbancare il botteghino come un tempo. Qualcosa mi devo pur inventare se voglio visibilita’ nel mondo dello spettacolo.
    A proposito, che ne pensate se nella prossima intervista lanciassi un’altra eclatante e provocatoria proposta come “cancelliamo il debito del terzo mondo”, oppure “date alla pace una possibilità”, o ancora “mettete dell’erba nei vostri cannoni”?
    Tra l’altro, io ve ne posso dare tanta di quella buona…

     
  2. Amos

    3 agosto 2007 at 22:10

    Elton John non ha presente Mika, il cantante divenuto una star grazie a MySpace…

     
 
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: