Anche il Corriere approfitta della viralità propagata dai social network e sale sull’ormai trito e ritrito carro dei test di identificazione e somiglianza, realizzati per raccogliere informazioni personali di chi li compila a scopo di profilazione degli utenti con finalità di marketing.
In questo caso specifico, almeno, la finalità è più evidente in quanto c’è un’opera editoriale da vendere.