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La Banca d’Italia e l’avviso sulla moneta scritturale

14 Giu

La Banca d’Italia si è vista costretta a pubblicare un avviso al pubblico per spiegare – a tutti, ma soprattutto a chi ha scritto e letto sul web notizie in materia – che l’unica forma di moneta legale è la moneta emessa dalla Banca Centrale Europea (BCE), pertanto la moneta scritturale che qualcuno ha pensato di poter creare in forma autonoma per utilizzarla come strumento di pagamento dei propri debiti ha più o meno lo stesso valore delle banconote di Monopoly, con buona pace di chi persegue l’obiettivo della sovranità monetaria individuale. Che è talmente individuale da non essere vincolante per il resto del mondo, più che libero di non riconoscere – e quindi non accettare – moneta generata da qualcuno che si trova al di fuori del sistema bancario.

Citare l’esempio di Barcellona – che sta avviando la sperimentazione di una moneta virtuale battuta direttamente dal Comune – appare improprio e non conferma la legittima possibilità di creare moneta, in quanto il test della città catalana fa parte di un progetto per stimolare l’economia “sociale e solidale”, coperto da uno stanziamento di 24 milioni di euro. L’idea è molto simile a quella che ha portato alla “coniazione” di altre monete come il Bristol Pound – moneta complementare riconosciuta dall’amministrazione comunale di Bristol ed emessa dalla banca locale – che non è creata dal nulla, in quanto la sua emissione è garantita da un corrispondente importo in sterline ufficiali depositato in un conto bancario. Lo scopo è il medesimo del progetto avviato a Barcellona: far girare l’economia locale, con particolare attenzione alle attività artigianali e commerciali, con l’utilizzo di una moneta che non sfugge al controllo e alla vigilanza di un istituto bancario, necessario all’estero come in Italia:

Beninteso: qui non si intende discutere in merito agli effetti nocivi del funzionamento del sistema bancario sul tessuto economico e sociale, si sta solo chiarendo che non è possibile aspettarci che qualcuno, a pagamento dei nostri debiti, accetti una banconota fatta da noi, o emessa da qualcuno che non è un istituto bancario.

 
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Pubblicato da su 14 giugno 2017 in news

 

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