Ieri sera, poco dopo le 22.00, WhatsApp ha iniziato a mostrare segni di cedimento che, poco dopo, si sono rivelati sintomi di un blackout che si è protratto per alcune ore. Ore di panico per alcuni e ore di pace per altri, dice questo articolo di Rai News, rilevando le reazioni degli utenti che hanno evidenziato il disservizio su Twitter, Facebook e altre applicazioni.
Indipendentemente dal fatto che esistano alternative che svolgono egregiamente la stessa funzione, il rilievo globale che questa notizia ha raggiunto ci dà la misura di quanto il mondo sia sempre più attento alle sciocchezze e sempre meno incline a dare il giusto peso a cose ed eventi.
Se WhatsApp smette di funzionare – temporaneamente o definitivamente – il mondo va avanti, la vita continua e le persone possono comunicare ugualmente. Gli unici legittimati a preoccuparsene sono Mark Zuckerberg e chi lavora con lui. Coloro che, da utenti, hanno legato la propria sorte ad un servizio di messaggistica, dovrebbero porsi qualche domanda e farsi aiutare a trovare le risposte giuste.
Comunque teniamo sempre presente che buona parte di noi ha un’ottima scorta di SMS inutilizzati.