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Déjà vu sul peer-to-peer (e tre)

12 Apr

La musica passa anche da una tastiera, sia quella di un organo Hammond, sia quella di un computer, che permette di suonarla grazie a schede audio e software, o di scaricarla da Internet: nei giorni scorsi, in due occasioni (un’intervista a Panorama e in un intervento a “Ventura football club” su Radiouno), Roberto Maroni – ministro, ma anche tastierista della band Distretto 51 – ha parlato del download di contenuti musicali, affermando provocatoriamente che non disdegna scaricare musica dalla Rete in quanto – parole sue – “non la considero un’azione illegale”.

Il polverone sollevato da questo presunto tentativo di sdoganare il peer-to-peer, infatti, è sostanzialmente una replica del clamore da lui stesso sollevato nel 2006, quando rilasciò dichiarazioni più o meno identiche, e rida’ giustizia al lieve e quasi impercettibile brusìo che il ministro ottenne nel 2008, quando ribadì le medesime convinzioni. Trovandoci oggi nel 2010, se il trend è confermato, prevedo che le prossime rivelazioni provocatorie in campo di p2p si avranno nel 2012.

Per quanto riguarda le notizie vere e proprie sull’argomento, vi rimando all’articolo pubblicato su The New Blog Times.

 
2 commenti

Pubblicato da su 12 aprile 2010 in Internet, Ipse Dixit, Life, media, Mondo, tecnologia

 

2 risposte a “Déjà vu sul peer-to-peer (e tre)

  1. Andrea

    12 aprile 2010 at 17:27

    Ma il p2p è già legittimo, a livello di tecnologia.
    Se poi viene usato per scaricare materiale protetto da cpyright bisogna punire l’atto del download illecito caso per caso.

     
  2. db

    12 aprile 2010 at 22:17

    D’accordissimo sul principio Andrea, quanto dici è riconosciuto a livello di legge. La “provocazione” di Maroni, però, va in un’altra direzione: lui dice chiaramente che scarica musica.
    Riprenderò parole sue dai link che ho citato. Nel 2006 ha dichiarato:
    «Scarico illegalmente musica da Internet, mi autodenuncio, così il caso finisce finalmente in Parlamento». In Parlamento temo che il caso ci sia finito come una bolla di sapone, dato che nel 2008 è tornato sul tema:
    «Bisogna affrontare il fenomeno di chi scarica musica gratis da Internet, ma il modo non è di elevare sanzioni penali o minacciare la galera, il modo è quello di trovare il sistema in cui qualcuno paga, la pubblicità, perché qualcun altro possa scaricare gratuitamente e perché allo stesso tempo si dia la giusta remunerazione all’autore: non si metta di traverso un fenomeno che è la realtà dei fatti e non un reato».
    E’ la stessa proposta che abbiamo sentito due giorni fa, ma ne sentiremo ancora parlare. Ogni tanto.

     
 
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