Ho l’impressione che l’applicazione Midnight Message Delivery – offerta da Facebook per programmare l’invio automatico degli auguri di buon anno allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre – oltre ad essere una soluzione fredda e sbrigativa, porterà un sacco di spam.
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Tutto sotto controllo?
Si avvisano i signori utenti che, a partire da domani da gennaio, tutti i dati personali relativi ai loro contratti per servizi di telefonia o di connettività Internet saranno comunicati periodicamente all’anagrafe tributaria per concorrere al redditometro.
In altre parole, l’Agenzia delle Entrate riceverà dagli operatori tutti i dati dei consumi di tutti i servizi di telecomunicazioni di tutti gli utenti: non solo telefonia fissa, ma anche mobile, connettività wired (cablata) o wireless (senza fili).
Dal telefono di casa allo smartphone di ultima generazione, dall’ADSL alla chiavetta per collegarsi a Internet, con tutto ciò che si trova nel mezzo: tutte le spese originate da questi dispositivi e dai servizi che veicolano saranno monitorate e misurate, per essere poi confrontate con il reddito dell’intestatario e con i dati del soggetto che provvede al pagamento (che può essere diverso dal titolare del contratto).
A proposito di pagamento, quando questo verrà effettuato tramite lo smartphone, tutto convergerà in un unico strumento, facilitando la vita all’utente, ma anche a chi riceve e utilizza tutti quelle informazioni.
Auspicando che il sistema di raccolta ed elaborazione dei dati sia gestito in modo sicuro…
UPDATE: fino alla scorsa settimana, l’entrata in vigore di questo provvedimento era fissata per domani, 23 ottobre 2012. Il termine è stato rinviato al 22 gennaio 2013
Windows 8 fa la spia con Microsoft?
Lo SmartScreen di Windows 8 trasmette a Microsoft le informazioni su tutti i programmi installati? È quanto segnalato dall’esperto di security Nadim Kobeissi, che dichiara di aver scoperto la raccolta di tutte le attività svolte in Modern UI, l’interfaccia grafica del nuovo sistema operativo, analizzando la versione RTM disponibile da alcune settimane.
Quando ad esempio si procede ad un’installazione o al download di un software, SmartScreen trasmetterebbe a Microsoft alcune informazioni sul file scaricato ed eventualmente installato, insieme all’indirizzo IP dell’utente. In tal modo, Microsoft può sapere tutto sulle installazioni effettuate dagli utenti di Windows 8.
Microsoft, in una dichiarazione rilasciata a VentureBeat, nega ogni intento spione e spiega: si tratta di un’opzione attiva per default, disattivabile, presente in Internet Explorer 10 come misura di sicurezza contro il phishing (fenomeno in cui gli utenti possono essere portati con l’inganno a visitare siti fasulli con finalità fraudolente), aggiungendo che le informazioni vengono poi cancellate.
Non c’è, tuttavia, alcuna smentita sulla raccolta di quei dati, ne’ viene spiegato quando (dopo quanto tempo) avvenga la dichiarata cancellazione. A questo punto, per evitare effetti collaterali indesiderati, la disattivazione di Smartscreen appare una buona precauzione da adottare.
Una guida sulla pubblicità comportamentale online
IAB ha prodotto una guida molto utile per sapere tutto sulla gestione della propria privacy online e sulla pubblicità comportamentale. E’ interessante e da leggere con attenzione perché, come dico spesso, la consapevolezza aiuta a fare scelte migliori.
E’ online “Come funziona Internet”
Il Centro Nexa su Internet & Società del Politecnico di Torino (Dipartimento di Automatica e Informatica) presenta Come funziona Internet, la traduzione italiana di “How the Internet Works, la guida alla Rete pubblicata due mesi fa da European Digital Rights (EDRi), associazione non profit con sede a Bruxelles.
“Come funziona Internet” tratta dei seguenti argomenti:
INTERNET – Una rete di reti di computer
L’INDIRIZZO IP – Un indirizzo digitale
CRITTOGRAFIA – Riservatezza in una rete pubblica
IL DOMAIN NAME SYSTEM (DNS) – L’elenco telefonico di Internet
IL WORLD WIDE WEB – Connettendo la Società dell’Informazione
L’E-MAIL E LA SICUREZZA – La posta nel mondo digitale
DEEP PACKET INSPECTION – Sbirciando nel vostro traffico Internet
PEER-TO-PEER – Da me a te, con nessuno in mezzo
PUBBLICITÀ COMPORTAMENTALE – Personalizzando
MOTORI DI RICERCA – Un indice di Internet
CLOUD COMPUTING – Internet diventa il tuo computer
SOCIAL MEDIA – Dove ci incontriamo
INTERNET GOVERNANCE – Democrazia digitale
La traduzione italiana a cura del Centro Nexa è disponibile all’indirizzo:
http://nexa.polito.it/nexafiles/ComeFunzionaInternet.pdf
Il documento originale in lingua inglese è disponibile alla URL:
http://nexa.polito.it/nexafiles/HowTheInternetWorks.pdf
Gmail traduce
Gmail oggi ha introdotto tre novità, la più importante delle quali è il traduttore automatico (lanciato tre anni fa a titolo sperimentale in Gmail Labs). Il funzionamento è semplice: quando si riceve un messaggio in una lingua straniera, è possibile cliccare su “Traduci messaggio” (opzione disponibile sopra il messaggio stesso) per ottenerne la traduzione.
Questo è un esempio di un messaggio in Inglese ricevuto su Gmail in versione italiana (click per ingrandire)
…cliccando su “Traduci messaggio”, eccone la traduzione (anche questa potete ingrandirla con un click):
Ovviamente anche questo traduttore automatico ha i pregi e i difetti di ogni altro prodotto simile: ottimo per rendere l’idea, ma in caso di frasi strutturate, modi di dire o altri aspetti linguistici particolari, può generare risultati imperfetti o esilaranti.
Londra, tutti i cellulari sotto controllo
Quando entrate nell’area metropolitana di Londra, se siete persone attente alla privacy, tenete sempre presente che Scotland Yard è in grado di localizzare, monitorare, intercettare e disabilitare tutti i telefoni cellulari attivi nella propria giurisdizione e che non c’è nessun cartello di preavviso:
Londra, cellulari sotto il controllo di Scotland Yard – The New Blog Times
In capo al Metropolitan Police Service di Londra, meglio noto con il nome della sede di Scotland Yard di Westminster, sta piombando una vera e propria accusa di violazione della privacy, da quando si è scoperto che è in grado di esercitare un controllo pressoché totale sui cellulari attivi nella propria giurisdizione.
Buttate il mouse
Se avessi parlato di TV avrei detto “Buttate il telecomando”, frase usata da Gerry Scotti per invitare i telespettatori a non cambiare canale durante le pause pubblicitarie. Ma ormai il futuro dell’advertising – e, a dire il vero, anche il presente – è in Rete:
Iab: l’adv digitale in Italia supera il miliardo di euro
Il mercato dell’advertising digitale cresce del 15,5% sul 2010 e rappresenta una quota del 14% degli investimenti pubblicitari del nostro Paese con un progresso di 10 punti in 5 anni. Cresce anche l’utenza pubblicitaria con oltre 3600 imprese attive
SISTRI, amen
Dopo oltre un anno di rinvii, lamentele e autoritarie prese di posizione del Governo, il Sistri – la cui entrata in vigore era prevista a partire dal prossimo settembre – è stato abolito con il decreto n. 138/2011, fatto annegare insieme ad altre Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo. Con esso vanno a fondo tutta la piattaforma SISTRI, con l’infrastruttura hardware e software sviluppata negli ultimi anni, il sistema di rilevazione GPS, le black-box con le SIM, le chiavette USB, i corsi di aggiornamento e la pazienza delle imprese iscritte.
Il decreto è in vigore, deve ancora essere convertito in legge (e ciò può avvenire anche con variazioni sul testo del provvedimento), ma attualmente la prospettiva è questa. E una domanda sorge spontanea: che fine fanno i contributi di iscrizione che le medesime imprese hanno dovuto – inutilmente – versare per gli anni 2010 e 2011?
Crescono le fotobufale su Facebook e Twitter
Sul raid condotto in Pakistan, la Casa Bianca sta ancora valutando il materiale (foto, video) da rendere ufficiale. Di conseguenza, al momento, i vari tweet, le pagine su Facebook e altre fonti reperibili via web che annunciano scoop al riguardo sono falsi (anche questa è un falso).
Non chiedetevi perché lo fanno: per raccattare lettori, ultimamente pare sia sufficiente pubblicare una notizia presunta senza verificarla.
Dimenticavo la cosa forse più importante da segnalare: non lasciatevi incuriosire dalle presunte condivisioni di video su Facebook, sono foriere di virus. La notizia della morte del nemico pubblico numero uno ha scatenato la fantasia di qualche smanettone che ha pensato bene di diffondere un malware che prende di mira Facebook e la sua chat. Gli utenti del social network colpiti dal malware non si renderanno conto di nulla, mentre la loro rubrica di contatti verrà passata al setaccio e utilizzata per distribuire mail che segnalano il video. Contemporaneamente, sulla bacheca Facebook compariranno status update che linkano allo stesso video.
Ergo, non cliccate sui link a quel video (che non esiste( che potrebbero comparirvi nella bacheca Facebook o via mail, anche se provenienti da mittenti conosciuti. Cancellate e passate oltre.
Un falso messaggio di allarme da Gmail
Se siete utenti di Gmail e avete ricevuto – o riceverete – un messaggio sostanzialmente simile a quello che vi riproduco qui sotto, cestinatelo: non proviene affatto da Google.
Gli elementi del falso ci sono tutti: dall’oggetto “Gmail! Active Alert ..” scritto con un punto esclamativo e due puntini assolutamente fuori luogo, alla domanda “Is your Gmail Account Active. Yes/No.” senza punto interrogativo. Ma soprattutto: che senso avrebbe, da parte del Team di Gmail, spedire un messaggio agli utenti Gmail per chiedere loro se l’account è attivo? Ne sono già perfettamente a conoscenza!
Probabilmente è solo un espediente per accertare l’effettiva esistenza del nostro indirizzo e-mail.
Una qualunque risposta al messaggio costituirebbe una conferma. Da lì al successivo bombardamento di posta indesiderata il passo è davvero breve…
Cellulari: la Tassa di Concessione Governativa c’è ancora
Corre voce, da alcuni giorni, che sia possibile chiedere il rimborso della Tassa di Concessione Governativa applicata sui contratti di telefonia mobile. Fermo restando che chiedere è sempre lecito, allo stato attuale è opportuno tenere presente che la richiesta potrebbe verosimilmente cadere nel vuoto perché la TCG non è mai stata abolita e va tuttora corrisposta.
Gli utenti di telefonia cellulare titolari di un contratto di abbonamento sono tenuti a pagare un balzello mensile di importo fisso, pari a 5,16 euro per i privati e 12,91 euro per le imprese (anche individuali; quest’ultima è deducibile all’80%). La tassa fu introdotta nel 1995 (ma già esisteva, per gli apparecchi radiomobili) per colpire i consumi legati ad uno status symbol: all’epoca, infatti, il telefono cellulare aveva appena cominciato a diffondersi nel mondo italiano delle TLC ed era considerato un bene voluttuario, anziché uno strumento di comunicazione. E’ per questo motivo che in Italia prosperano le utenze prepagate, su cui non grava alcuna tassa (in virtù di una presunta assenza di vincoli tra utente e operatore di telefonia mobile).
Da tempo il presupposto di esazione della TCG è decaduto, giacché il telefonino non può più essere considerato un lusso, e da tempo si parla della necessità di abolirla: da parte delle istituzioni, l’intenzione dichiarata di eliminarla è stata espressa in più occasioni. Quando nel 2007 sono stati aboliti gli odiati costi di ricarica applicati dagli operatori sulle utenze prepagate, il tema guadagnò l’attenzione del Parlamento (a partire da un’interrogazione parlamentare) e dell’Agcom (l’abolizione fu esplicitamente chiesta anche dal commissario Enzo Savarese all’allora ministro per lo Sviluppo economico Pierluigi Bersani, esortato ”a trovare il modo di eliminare la tassa di concessione governativa, che non favorisce un sano equilibrio del mercato”).
Intenti dichiarati e rimasti senza seguito, ma per un motivo intuibilmente semplice e più che mai d’attualità: lo Stato non ha interesse ad abolire questa entrata che vale centinaia di milioni di euro, esattamente come non ha mai eliminato l’imposizione di accise dell’anteguerra sul prezzo della benzina. Da cosa sono state originate, dunque, le voci della possibilità di abolire l’odiata TCG? Alcune recenti sentenze della Commissione Tributaria Regionale del Veneto (che, a onor del vero, sono state precedute da altre sentenze analoghe emesse da altre Commissioni) hanno confermato l’illegittimità dell’applicazione della tassa per i comuni in quanto Amministrazioni pubbliche, in virtù di quanto stabilito dal Codice delle Comunicazioni che ha abrogato la licenza di esercizio (art 218).
Si tratta di sentenze, che valgono per i casi per cui sono state emesse: non costituiscono norma per tutte le fattispecie analoghe, dal momento che nell’ordinamento giuridico italiano un precedente giurisprudenziale non è assolutamente vincolante per un giudice.
Tutto ciò, comunque, non toglie valore alla campagnapromossa da ADOC contro l’applicazione della TCG, avviata proprio in seguito a tali sentenze. Nell’ambito dell’iniziativa, l’associazione invita i consumatori ad inviare al proprio gestore di telefonia mobile – che riscuotendo la tassa agisce da sostituto di imposta – una lettera di diffida con cui chiedere il rimborso della TCG corrisposta negli ultimi tre anni (per un massimo di 185,76 euro per i privati e di 464,76 per i titolari di contratti aziendali), scaricando di fatto sulle compagnie telefoniche l’incombenza di rivalersi sullo Stato.
A livello commerciale, per iniziativa unilaterale di operatori di telefonia mobile, esistono già piani tariffari (denominati ad esempio Tasso zero o No Tax) che, nominalmente, prevedono uno sconto pari all’importo della TCG, che al cliente è certamente gradito, ma non c’è nessun regalo: dal momento che la compagnia è sempre obbligata a girare allo stato l’importo della tassa per ogni abbonamento sottoscritto, verosimilmente il piano tariffario ha una composizione tale da garantire comunque, con i consumi addebitati al cliente, la copertura dell’importo che viene formalmente defalcato a titolo di sconto.
Non esistendo oggi una norma che assicuri anche ad aziende e privati l’inapplicabilità di tale tassa, è facile prevedere che gli operatori lascino cadere nel vuoto ogni richiesta, nella certezza di non incorrere in alcuna illegittimità. Tuttavia è auspicabile, da parte loro, un impegno congiunto con le associazioni di difesa dei consumatori presso le istituzioni, affinché l’ingiustificata TCG venga definitivamente eliminata.
Inutile illudersi che ciò possa avvenire in tempi brevi, ma nella prospettiva che il sogno si possa concretizzare, è necessario fin da subito lavorare in previsione di una contromossa: l’eventualità di una rimodulazione fiscale (l’introduzione di una nuova imposta in seguito al contentino dato dall’eliminazione della TCG) è ampiamente prevedibile.
[pubblicata oggi dal sottoscritto su The New Blog Times]